Visita senologica: quando, come si esegue e attraverso quali esami

La visita senologica è un esame medico per la valutazione della salute del seno, finalizzato a individuare eventuali anomalie o patologie

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Ivan Shashkin

Laureando in Medicina e Chirurgia

Studente di Medicina appassionato di immunologia ed ematologia con interesse e esperienza in ambito di ricerca.

Il tumore al seno è la neoplasia più diffusa tra le donne e colpisce mediamente 1 donna su 8. Si conta che nel corso del 2019 siano stati 53.000 i casi di tumore alla mammella, in aumento rispetto agli anni precedenti.

In questo ambito, diventa sempre più importante effettuare una corretta prevenzione, sin dalla giovane età, abituandosi ad effettuare una visita senologica in modo costante e con la cadenza indicata dal proprio medico curante.

È molto importante sapere che a livello regionale vengono realizzati appositi programmi di screening contro il tumore alla mammella, nei quali le unità sanitarie locali convocano tutte le donne comprese in una specifica fascia di età, considerata più a rischio.

Cos’è la visita senologica

La visita senologica è un esame completo del seno, effettuato da un medico specialista in senologia clinica, che è indolore e non invasivo. L’esame viene utilizzato sia a scopo preventivo, per escludere quindi la presenza di possibili lesioni, sia per monitorare pazienti che hanno già avuto una diagnosi precisa e per le quali serve quindi controllare il decorso della malattia.

L’obiettivo della visita senologica è escludere la presenza di eventuali patologie al seno: in caso di elementi sospetti la sola visita non basta per effettuare una diagnosi, ma sono necessari esami strumentali più approfonditi, che possono determinare un quadro preciso della patologia. La visita pertanto è utile per determinare il percorso diagnostico-terapeutico più indicato. Non bisogna dimenticare infatti che una diagnosi precoce, permette migliori risultati nel trattamento terapeutico.

Sintomi da monitorare: l’importanza dell’autopalpazione

Le regole di una corretta prevenzione prevedono che ciascuna donna effettui regolarmente l’autopalpazione: in questo modo si possono individuare possibili fattori di rischio e si può agire tempestivamente per effettuare gli esami diagnostici necessari.

Alcuni dei sintomi più importanti da monitorare, sia attraverso l’autopalpazione, sia attraverso l’osservazione del seno sono i seguenti:

  • Presenza di noduli non dolorosi, con contorni irregolari
  • Rigonfiamento di una parte o di tutto il seno
  • Trasformazione della pelle, arrossata o a buccia d’arancia
  • Cambiamento della forma della mammella
  • Alterazioni del capezzolo
  • Rigonfiamento dei linfonodi, sia del collo, sia dell’ascella
  • Perdita di liquidi o di sangue dal capezzolo

Il dolore al seno invece, non è necessariamente un sintomo della presenza di una formazione neoplastica, potrebbe essere determinato anche solo dalle variazioni ormonali durante il ciclo.

Nel caso in cui si presentino uno o più dei sintomi indicati, è consigliabile rivolgersi immediatamente al proprio medico di base o al proprio senologo di fiducia.

Come viene effettuata la visita senologica

La visita senologica viene effettuata in ambulatorio dal senologo, il quale inizia facendo una serie di domande utili per definire il profilo della paziente; successivamente, il medico procederà alla visita del seno.

La prima parte della visita quindi è relativa all’anamnesi; pertanto è importante conoscere la propria storia clinica, l’età di comparsa del primo ciclo mestruale, regolarità del ciclo e/o inizio della menopausa, gravidanze, eventuali terapie ormonali, le abitudini come il fumo, il consumo di alcol, la dieta e la familiarità con il tumore al seno.

Il senologo può richiedere anche esami già effettuati in precedenza, oltre ai referti delle precedenti visite senologiche.

La seconda parte dell’esame prevede l’ispezione e la palpazione di entrambe le mammelle: in questa fase lo specialista rileva se ci sono eventuali anomalie. In seguito, può decidere se effettuare altri esami come l’ecografia o la mammografia.

Solitamente, l’ecografia mammaria viene inclusa all’interno della visita senologica, in modo da avere un quadro più approfondito dello stato di salute della paziente. La mammografia invece, viene consigliata alle donne over 40, ma può essere effettuata anche a pazienti più giovani che presentino ovviamente anomalie o familiarità con il tumore alla mammella.

Gli esami strumentali della visita senologica

Gli esami strumentali iniziali necessari sono due:

L’ecografia è l’esame base che viene realizzato molto spesso all’interno di una semplice visita senologica, per differenziare i noduli a consistenza solida, da quelli a consistenza liquida. Si tratta di un esame ad ultrasuoni che permette quindi di individuare già la presenza di formazioni benigne, come cisti e fibroadenomi, oppure formazioni per le quali sono necessari esami aggiuntivi.

La mammografia è di fatto una radiografia ed è il miglior strumento diagnostico contro il tumore alla mammella. Negli ultimi anni, grazie all’evoluzione tecnologica, la classica mammografia è stata implementata con strumenti più all’avanguardia che permettono uno studio stratigrafico della mammella attraverso la tomosintesi. Qualora in fase di mammografia si presenti un quadro sospetto, lo specialista effettuerà quindi la tomosintesi che permette di individuare formazioni anche piccolissime e in fase precoce. Questo è sicuramente uno strumento fondamentale per la diagnosi precoce del tumore al seno. La ricostruzione stratificata ottenuta attraverso la tomosintesi, elimina i problemi causati dalla sovrapposizione dei tessuti, migliorando nettamente la capacità diagnostica.

È molto importante ricordare che la mammografia viene consigliata con cadenza annuale alle donne dai 45 anni in su: a partire da questa età si possono seguire i programmi di screening mammografico regionali convenzionati con il SSN.

Dopo aver individuato un nodulo durante una visita e mammografia o un’ecografia mammaria, il medico può consigliare ulteriori esami per valutare la natura e le caratteristiche del nodulo. Questi esami possono includere:

  • Biopsia: Una biopsia è un procedimento in cui viene prelevato un campione di tessuto dal nodulo per un’esame microscopico al fine di determinare se è benigno o maligno e il grado della pericolosità. La biopsia di solito si chima “biopsia ad ago spesso o core biopsy in inglese”
  • Esami di imaging aggiuntivi: A seconda delle caratteristiche del nodulo e dei risultati degli esami precedenti, il medico può consigliare ulteriori esami di imaging, come la risonanza magnetica o la tomografia computerizzata
  • Esami di laboratorio

Preparazione alla visita senologica

La visita senologica può essere effettuata in qualsiasi momento, specialmente se vengono rilevate anomalie attraverso l’autopalpazione, ma in genere il periodo migliore per effettuarla è quello successivo alle mestruazioni. Durante il periodo mestruale i tessuti si tendono a causa delle variazioni ormonali e potrebbero non rilevarsi noduli oppure al contrario rilevarsi falsi positivi.

Il momento ideale per effettuare una visita senologica, con relativa ecografia è la fase post mestruale, compresa tra il 5° e 12° giorno del ciclo.

Non occorre alcun tipo di preparazione specifica, ma è necessario portare al senologo tutti i referti degli esami e delle visite precedenti, in modo che possa avere chiara la storia clinica della paziente.

Solitamente, lo specialista fa sdraiare la paziente sul lettino con il braccio flesso e la mano sopra alla testa: in questo modo si può effettuare una palpazione che restituisca risultati più precisi.

In totale, una visita senologica dura circa 20-25 minuti, di cui 10-15 minuti sono impiegati per effettuare l’ecografia mammaria.

Fonti bibliografiche: