Il diritto alla felicità: cosa ne pensa la popolazione mondiale?

Gli Stati Uniti hanno inserito il diritto alla felicità, già nel 1776, nella dichiarazione d’indipendenza In Italia questo diritto non è affermato, almeno a livello formale

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Gli Stati Uniti hanno inserito il diritto alla felicità, già nel 1776, nella dichiarazione d’indipendenza. Esiste una giornata dedicata alla felicità, istituita dall’Assemblea generale dell’ONU nel giugno 2012, nella consapevolezza che “la ricerca della felicità è uno scopo fondamentale dell’umanità, e riconoscendo un approccio più inclusivo, equo ed equilibrato alla crescita economica che promuova lo sviluppo sostenibile, l’eradicazione della povertà, la felicità e il benessere di tutte le persone”.

In Italia questo diritto non è affermato, almeno a livello formale, anche se spesso i giudici tendono a riconoscere, tra le righe delle pronunce, valori che almeno in parte postulano il fantomatico diritto alla felicità.

Il Global Happiness 2020 di Ipsos, riporta che sei adulti su dieci, in 27 paesi, sono felici. Nonostante la pandemia, la prevalenza della felicità a livello aggregato è quasi immutata rispetto all’anno precedente.

I paesi più appagati da questa emozione, cioè quelli in cui più di tre adulti su quattro riferiscono di essere molto felici, sono Cina, Paesi Bassi, Arabia Saudita, Canada, Francia, Australia, Gran Bretagna e Svezia.

Quanto ai driver della cultura della felicità, la survey mostra che le principali fonti di tale sentimento tendono ad essere universali. In 14 dei 27 paesi intervistati, ognuna delle prime cinque fonti di felicità, cioè quelle che le persone riferiscono più di frequente, è tra le prime 10 fonti a livello globale. Questa lista di paesi include anche l’Italia, oltre a Brasile, Canada, Cile, Cina, India, Messico, Paesi Bassi, Perù, Polonia, Sudafrica, Spagna, Svezia e Stati Uniti.

Tra le 29 potenziali fonti di felicità, le persone in tutto il mondo, tendenzialmente, sostengono che "la più grande felicità" deriva da:

  • salute e benessere fisico (citato dal 55%)
  • rapporto col partner o coniuge (49%)
  • figli (49%)
  • sentire che la vita ha un significato (48%)
  • condizioni di vita (45%)
  • sicurezza personale (45%)
  • sentirsi il controllo della vita (43%)
  • avere un lavoro o occupazione significativo (43%)
  • soddisfazione per la direzione in cui sta andando la vita (40%)
  • avere più soldi (40%)

Rispetto alla precedente survey, le fonti di felicità che hanno guadagnato terreno a livello globale riguardano le relazioni, la salute e la sicurezza. 

Alcuni elementi mostrano un calo quale fonte di felicità, come la situazione finanziaria personale, la quantità di tempo libero, la nuova leadership politica del paese.

In attesa che la campagna vaccinale progredisca e che atterrino le riforme del Recovery Plan, anche l’Italia si prepara ad accogliere gli effetti del, seppur implicito, diritto alla felicità.

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