Ogni volta che mi avvicino a una incisione della Smithsonian Folkways so che saranno emozioni garantite.
Per chi ama la musica tradizionale americana questa etichetta deve essere assolutamente un riferimento obbligato.
Questo album è stupendo. Non bello, stupendo. Emozinante.
Del resto abbiamo Jean Ritchie alle prese con 10 Child Ballads (x chi non lo sapesse le Child Ballads sono una raccolta curata dal musicilogo americano Francis James Child che unisce un corpus di oltre 300 brani della tradizione anglo scozzese che sono poi state trapiantate dai primi coloni sul suolo americano), quindi alle prese con la più pura ed arcaica tradizione americana. L'anno dell'incisione è il 1962 (dato non trascurabile, siamo in pieno recupero della tradizione americana, quella vera non edulcorata e non contaminata da altri generi).
Jean Ritchie, voce sopranile di rara bellezza, suonatrice di dulcimer, viene chiamata "la madrina del folk americana" e non senza ragione.
Queste 10 ballate mettono i brividi. La maggior parte vedono la Ritchie al canto e solo in alcuni brani accompagnarsi al dulcimer.
Non mi soffermo sull'importanza storica di questa incisione che però mi ha indotto a una riflessione.
Oggi come oggi definiamo (o meglio la critica musicale che sia su carta o su Rete) folk music ogni cosa che abbia un aspetto melodico, che abbia una parvenza di melodia popolare, che sia eseguita da menestrelli/e armati di chitarra acustica e poco altro. E poi il fiorire del folk rock e del folk apocalittico e via dicendo..insomma la parola folk funziona ed è un ottimo richiamo. Ma diciamo la verità, spesso abbiamo a che fare con dell'ottima pop music acustica.
Per cui se come per me la parola folk ha una legame diretto con la parola folklore e quindi popolare, beh questo cd vi farà sbiancare. E dopo aver sentito queste canzoni in mano a Jean Ritchie ridimensionerete un sacco di roba che ci è stata spacciata come folk music.
Provate.