Satyricon – Recensione: The Age Of Nero

Satyricon – Recensione: The Age Of Nero

Si intitola “The Age Of Nero“, ma avrebbero potuto tranquillamente chiamarlo “Now, Diabolical Part II”. Non è nostra intenzione essere sarcastici nei confronti di una band storica come i Satyricon, ma dopo aver ascoltato la nuova fatica del two-piece norvegese, si insinua lecitamente il dubbio che la devozione al “black’n’roll” coincida con una preoccupante stasi evolutiva.

Il nuovo album ricalca perfettamente le coordinate del suo predecessore, di sicuro non si tratta di un lavoro da scartare nella sua interezza, ma è altrettanto vero che a Satyr e a Frost mancano idee fresche. Ancora una volta brani semplici nella struttura impostati sul mid-tempo (scelta che sacrifica non di poco la tecnica esecutiva della band) con il consueto melange tra le atmosfere plumbee del black e ritmi alla Motorhead. Le somiglianze tra i due dischi emergono palesemente anche in alcune scelte stilistiche. Basta ascoltare brani nel complesso più orecchiabili come “The Wolfpack” e “My Skin Is Cold” (che qui compare in una versione differente rispetto a quella dell’EP) per accorgersi delle similitudini con il precedente singolo “K.I.N.G.” o ancora la conclusiva suite “Den Siste“, che nei risvolti epici e nell’utilizzo dei corni ricalca in maniera vistosa (o meglio, sfiora un auto-plagio) “To The Mountains”, apparsa su “Now Diabolical“.

Ovvio che se già avete apprezzato i ritmi marziali e decadenti della precedente fatica, non faticherete a metabolizzare anche “The Age Nero” Secondo noi, tuttavia, si poteva fare decisamente di più.

Voto recensore
6
Etichetta: Roadrunner Records

Anno: 2008

Tracklist:

01.Commnado
02.The Wolfpack
03.Black Crow On A Tombstone
04.Die By My Hand
05.My Skin Is Cold
06.The Sign Of The Trident
07.Last Man Standing
08.Den Siste


andrea.sacchi

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Poser di professione, è in realtà un darkettone che nel tempo libero ascolta black metal, doom e gothic, i generi che recensisce su Metallus. Non essendo molto trve, adora ballare la new wave e andare al mare. Ha un debole per la piadina crudo e squacquerone, è rimasto fermo ai 16-bit e preferisce di gran lunga il vinile al digitale.

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