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Giolitti e la politica interna ed esterna

Giolitti riuscì a dialogare anche con l’opposizione, cioè il partito socialista che era guidato dai riformisti. Questa intesa però durò poco e nell’ultimo periodo del suo governo dovette far fronte a un partito dei socialisti retto dai massimalisti. Filippo Turati, originario di Canzo, era il fondatore del Partito Socialista Italiano (PSI) nel 1892 a Genova, che inizialmente si chiamava Partito dei Lavoratori Italiani, e fu anche il leader dei riformisti per diversi anni.

Giolitti era consapevole che l’Italia era ancora debole e non poteva permettersi economicamente di lanciarsi in imprese militari e coloniali, quindi la politica estera di Giolitti fu molto cauta e fu caratterizzata da un cambio di amicizie, perché si susseguirono tutta una serie di contatti privati con Francia e Inghilterra. Giolitti infatti preferì stringere buoni rapporti con queste nazioni invece che con Germania e Austria. Venne firmato con l’Inghilterra un accordo per la collaborazione navale, mentre grazie ad altri accordi l’Italia si garantì l’amicizia della Francia. I tedeschi erano preoccupati da queste manovre e l’Italia venne definita una “ragazza che troppo spesso cambia partner”.
Nel 1911 Giolitti fu costretto a condurre una guerra contro i turchi per conquistare la Libia. La Tunisia, che sembrava l’ultima possibilità per un’espansione coloniale italiana, era stata conquistata dai francesi nel 1881 e l’Africa era stata quasi tutta conquistata. Questo fatto aveva deluso l’Italia e l’aveva spinta a stringere accordi con Germania e Austria. La Libia apparteneva all’Impero ottomano e in questo territorio vi erano diversi investimenti di banche italiane e dello Stato Vaticano.