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Insieme per forza: Recensione in Anteprima

Adam Sandler e Drew Barrymore fanno nuovamente coppia per questa commedia formato famiglia dai toni bizzarri. Ennesima commedia americana col freno a mano tirato, non abbastanza coraggiosa neanche per un trash a cui fa l’occhiolino

pubblicato 28 Giugno 2014 aggiornato 31 Luglio 2020 00:27

Lei, madre di due figli, che porta avanti la baracca da sola avendo messo su una sorta di lavanderia di lusso. Lui, che di figlie ne ha tre, è manager presso un rivenditore di articoli sportivi, la moglie passata a miglior vita causa un male. S’incontrano in questo localino non esattamente romantico, dove delle pettorute signorine offrono schifezze fritte ma succulente: non il massimo per un primo appuntamento. Di quelli al buio per giunta.

Sono le prime avvisaglie, nonché le prime sequenze, di Insieme per forza, commedia a suo modo demenziale ma col freno a mano tirato. Sì perché da subito s’impone una strana sensazione, come se quell’avvicendarsi di battute ed uscite sopra le righe fosse ogni due per tre interrotto da qualcosa. Ed infatti una buona prima parte del film soffre, prima di qualunque altra cosa, di un ritmo stranamente lento. Stranamente, ripetiamo, perché in queste fasi è tutto un problema di montaggio, come se i botta e risposta fossero stati attaccati con lo scotch, impressione ahinoi disorientante, manco si trattasse di un maldestro ed improvvisato prodotto indipendente.

Lo schema ha un suo perché, con questi due signori, Jim (Adam Sandler) e Lauren (Drew Barrymore), in un primo momento reciprocamente ostili, salvo poi costretti a conoscersi meglio per una serie di vicissitudini. In maniera rocambolesca e simpaticamente priva di senso, le rispettive famigliole si ritrovano infatti a partire per l’Africa, presso una struttura che organizza pacchetti per coppie scoppiate, con tanto di prole al seguito se del caso. L’ideale per per Lauren e Jim, che una coppia non lo sono nemmeno.

Chi si aspettasse la solita commedia à la Adam Sandler, beh, ci andrebbe vicino, ma niente di più. Strano a dirsi, qui la verve di Sandler viene saggiamente arginata, che è poi il contesto più propizio per un attore al quale spesso e volentieri si è ritorto contro non aver messo la museruola alla propria vis comica (!). Qui invece le battute più interessanti sono proprio le sue, perché in fondo il nostro gioca in casa quando si tratta ironizzare su tutto e tutti, profondendo sarcasmo a scapito degli strani individui o dell’altrettanto bizzarre situazioni in cui incappa.

Si è forse tentato, inutile negarlo, di riesumare il duo di 50 volte il primo bacio ritenendo di fare cosa non solo buona e giusta, ma anche vincente. Il che è accettabile solo in parte, visto che Sandler e la Barrymore “brillano” proprio laddove non sono chiamati ad essere un duo, per l’appunto. Il primo per i già citati motivi, la seconda perché in fondo è buona attrice, della quale ognuno anche stavolta potrà dire la sua, tra chi le offrirà attenuanti perché riesce sempre a mettersi in gioco e chi invece, malignamente, dirà che oramai oltre a certe commedie non riesce ad andare.

E pazienza se certe intuizioni funzionano, nel senso che una risata la strappano, fosse anche per la loro banale goliardia; Insieme per forza si uniforma sempre a quell’inamovibile ed ineludibile diktat hollywoodiano che una morale, quantunque di quelle contemporanee, deve infilarcela a forza, poco importa se secondaria o addirittura en passant. Non volendo scervellarci più di tanto nell’andare a ritroso, proprio nell’arco di poche settimane nelle nostre sale verranno servite pietanze provenienti dal sud della California tutte a base di focolare e buoni sentimenti: manco a dirlo, a scapito dell’uno quanto degli altri. Non certo una novità di per sé, né tantomeno proposto in una salsa più particolare, ma i trend tradiscono sempre qualcosa. Si tratta solo di capire cosa, e a noi non dispiace affatto lanciare il sasso e tirare indietro la mano.

Raccontare i figli, mostrare come ciascuno di loro, a proprio modo, trova un compromesso con l’estraneo/a; la struttura grossomodo culmina così. Lo schema prevede che Lauren riesca a far breccia nel cuore dei figli di Jim e viceversa, mediante una specie di trial and error decisamente codificato, per cui all’inizio gli adulti studiano i ragazzini senza farsi scoprire, per poi impartire la stoccata. Ed alla fine scoprire che Jim è il padre che calza a pennello ai figli di Lauren, così come Lauren corrisponde al profilo migliore per fare da madre alle figlie di Jim – immancabile la ninna nanna cantata a quest’ultime dal personaggio della Barrymore: stesso identico brano che cantava la vera mamma, quella che se n’è andata.

L’ansia dei produttori convoglia verso l’ennesima opera irrisolta, essenzialmente perché, di nuovo, tenta di accontentare tutti: grandi e piccini, scapoli e ammogliati, persino coccodrilli finti e struzzi da competizione. La mancata resa sta nel non aver voluto prendere una posizione a priori, non sapendo se pendere verso la commedia romantica, per la famiglia, per i superficiali, per i giovani, per gli anziani e via discorrendo. In tutto ciò la storia è giustamente ingombrante, ma poiché questo era ipotizzabile allora sarebbe stato meglio spingere a tavoletta su un ritmo più incalzante, travolti da una insensatezza che dove sta scritto sia necessariamente un male. Bisogna solo saperla somministrare, ed è in questo che la vicenda a tratti soporifera delle due famiglie che si fondono lascia indifferenti pure in relazione ai suoi risvolti più demenziali. Gli stessi che, probabilmente, dovevano reggere l’intera baracca.

Voto di Antonio: 4

Insieme per forza (Blended, USA, 2014) di Frank Coraci. Con Adam Sandler, Drew Barrymore, Kevin Nealon, Terry Crews, Wendi McLendon-Covey, Joel McHale, Jessica Lowe, Bella Thorne, Lauren Lapkus, Alyvia Alyn Lind, Susan Yeagley, Dan Patrick, Anna Colwell, Emma Fuhrmann, Abdoulaye N’Gom, Kyle Silverstein, Josette Eales e Zak Henri. Nelle nostre sale da mercoledì 2 luglio.