A dieci anni esatti dall’ultima pubblicazione discografica (“Live At Last”, la recensione) e possessori di una carriera di tutto rispetto in ambito progressive rock (con qualche puntatina metal qua e là) tornano abbastanza a sorpresa (nonostante l’intenso battage mediatico degli ultimi mesi) gli Enchant, gruppo che non ha goduto di un successo epocale ma che ha realizzato una manciata di ottimi lavori, su tutti “A Blueprint Of The World” (la recensione), “Time Lost” e “Juggling 9 Or Dropping 10”.

Eccoci arrivare a “The Great Divide”, album guidato come sempre dalla caratteristica vocalità di Ted Leonard (ormai in pianta stabile anche negli Spock’s Beard) e dal gusto chitarristico di Douglas Ott mentre il resto della band sembra un po’ viaggiare col freno a mano tirato (“Circles”).

Il basso pulsante di Ed Platt prova a spingere la title track così come Bill Jenkins duetta piacevolmente qua e là con la chitarra ma in generale la struttura delle canzoni ci sembra debole con una noiosa preponderanza di mid tempo (quanto rimpiangiamo il dinamismo ritmico di Paul Craddick, anche come songwriter).

“Life In A Shadow” e “Deserve To Feel” provano a diversificarsi dal resto delle canzoni (i ritmi sono più sostenuti) anche se si rimane delusi da un lavoro così piatto soprattutto se partorito dopo una così lunga assenza dalle scene; la conclusiva e catchy “Here And Now” conferma comunque una seconda parte di CD in crescendo.

Speriamo comunque in un tour europeo dei californiani in primis perché mancano dalla nostra penisola, se non ricordiamo male, dal 1997 (tour di spalla ai Dream Theater) ma soprattutto per gustarci questa manciata di canzoni dal vivo a fianco dei loro classici e valutarne il valore che, limitandoci all’ascolto di “The Great Divide”, al momento non ci sembra eccelso.

• Enchant