«La caduta della casa degli Usher»: racconti, personaggi e situazioni di Edgar Allan Poe. Voto 8 | Corriere.it

«La caduta della casa degli Usher»: racconti, personaggi e situazioni di Edgar Allan Poe. Voto 8

diMaurizio Porro

La serie in 8 episodi firmata da Mike Flanagan, maestro dell’orrore racconta le vicende dell'azienda farmaceutica degli Usher, produttrice di medicinali tossici oppiacei che portano alla morte

Mike Flanagan, maestro dell’orrore in un film e 5 serie su Netflix (in “Haunting house” e “Midnight mass” il talento è al meglio) oltre che per i titoli usciti al cinema, dà un bello scossone ai canoni del genere nel nome del bostoniano Edgar Allan Poe, anticipatore dell’inconscio freudiano, riducendo in 8 puntate “La caduta della casa degli Usher”

Se fosse solo quel magistrale racconto, tutto finirebbe dopo mezz’ora con la storia dei due fratelli, Madeline e Roderick, da cui poi si snoda la galleria di mostri che entrano a passo non felpato nella società di oggi. Ogni puntata, ciascuna a sua modo, rivela il legame col grande scrittore, o col titolo stesso (“Il gatto nero”, “La maschera della morte rossa”, “Il pozzo e il pendolo”), giocando sulla grafia (Verna, che è poi l’angelo diabolico della Morte è l’anagramma di Raven, Il corvo). E mi sembra di aver udito anche un gioco di parole, nell’originale, in cui si parla di Toby e si unisce Damned, un po’ come Tomy Dammitt, il titolo del racconto che Fellini aveva diretto in “Tre passi nel delirio”, dove tre registi (il maestro con Malle e Vadim) avevano affrontato Poe, così come negli anni 60 Roger Corman aveva diretto a basso costo, con Ray Milland nel cast, piccoli capolavori ispirati ai più famosi titoli dello scrittore, “I vivi e i morti”, la stessa casa Usher e “Il pozzo e il pendolo”.

Ma la serie ha una particolarità intelligente, mescola molti racconti e personaggi e situazioni di Poe come per farne un marchio di fabbrica che si può portare per mano fino a oggi. Una lettura meta-Poe che parla dell’azienda farmaceutica degli Usher, produttrice medicinali tossici oppiacei che portano alla morte (la cosa più horror immaginabile) e non può non far pensare a scandali medicinali recenti raccontati proprio in produzioni come “Pain killer” e “Tutta la bellezza e il dolore”. Ma non è solo una attualità che si fa coreografia dell’amorale capitalismo, c’è dentro l’accavallarsi delle storie, come e meglio che in “Succession”, il discorso sul potere del denaro e la sua ereditarietà, in senso stretto, tema da anni caro a certo cinema. Quindi gli Usher sono tra noi anche se rimane la psycho gotica sagoma della magione che alla fine andrà a fuoco. 

La serie ha come baricentro l’ultima conversazione-confessione tra il magnate della Fortunato Farmaceutici, Roderick Usher, anziano e malato, oltre che maledetto dagli spiriti dei figli morti in circostanze misteriose, e l’avvocato Dupin, che da tre decenni indaga sui misfatti pubblici e privati della casata, con ramificazioni di famiglie miste, sei figli di madri diverse e il demonio multiforme interpretato da Carla Gugino, che fa un bestiale patto coi fratelli. Il finale da non rivelare ci riporta a una terribile notte di Capodanno, quella del 1980, quando si stabilisce il patto diabolico. Meno male che, in mezzo a questi orrori, la seconda moglie di Roderick, Juno, dopo aver scontato le sue pene, si dedica al no profit facendo maxi opere di beneficienza, in sintonia con la figlia. 

La monumentale rivisitazione di Poe funziona, qua e là si prolunga, dividendosi equamente tra la polemica sul capitalismo del plus valore oppiaceo e i momenti horror come da copione. Che sono più numerosi nella seconda parte di un film di 9 ore che comunque, glorificando il senso di colpa, dà un colpo definitivo alla consuetudine dell’horror. E ci indica una strada nuova che coinvolge la letteratura, per battersi contro l’egoismo, la dittatura del dollaro e la bugiarda megalomania delle grandi famiglie, rivissute col senso gotico del delitto e castigo passando attraverso l’inconscio e la presenza di animali molto poco fiabeschi che annunciano le più ferali notizie. Le morti dei fratelli sono un campionario di orrori molto attuali, come il club rave che brucia, arrivando indietro fino ai primordi, tanto che spesso vengono chiamati in causa i Faraoni dell’antico Egitto e quel concetto di vita ultraterrena che aveva bisogno di gioielli e cibi nella tomba. In più gli Usher hanno un corvo a loro affezionato che chiude la storia.

25 aprile 2024