Il regista russo in esilio Kirill Serebrennikov torna per la quarta volta in corsa per la Palma d'Oro con il suo anti biopic rock sulle mille vite di Eduard Limonov: teppista in Ucraina, poeta della nuova avanguardia antisovietica a Mosca, barbone dal cuore infranto e bissessuale a New York, scrittore venerato a Parigi, mercenario nei Balcani, leader di un partito di giovani rivoluzionari anti-Putin…

Limonov rimane un enigma pieno di ombre che lo scrittore Emmanuel Carrère ha cercato di decifrare in un best seller venduto in milioni di copie da cui è stato tratto liberamente il film di Serebrennikov.

«Carrère ha dato vita a un personaggio ispirandosi alla vita e ai libri di Limonov, ma è una semi-finzione, una pura creazione artistica. So che Limonov era contentissimo del successo del libro, era come una rockstar che voleva sempre essere al centro dell'attenzione. Per me la sfida è stata quella di ritrarre il personaggio del libro di Carrère, non Limonov stesso, il quale è stato un eroe della mia giovinezza, perché è un grande poeta e scrittore. Ero molto affascinato dal suo essere anti borghese, anti capitalista, anti tutto. Questo essere contro tutto e tutti è tipico della gioventù, che da sempre vuole rompere le catene, cancellare i limiti, esserci ed essere. Limonov era un antieroe affascinato dall’insurrezione, ma come ci ha insegnato la storia durante la guerra fredda, l'altra faccia di ogni rivoluzione è la violenza terribile e sanguinosa. Sono attratto da ogni forma di rivoluzione artistica, dalla tela, al palcoscenico o sullo schermo ma la violenza, le uccisioni con veri fiumi di sangue non ha nulla di così attraente».

Per incarnare il controverso Eddie Limonov, ci voleva la sensibilità e il talento senza pelle dell’attore inglese Ben Whishaw (da premio di interpretazione): «La ballata è una forma poetica, e il fatto di aver intitolato il film La ballata di Limonov ci ha permesso di interpretarlo, di crearlo, di essere molto più liberi nella costruzione del personaggio. Per prepararmi ho letto il libro di Emmanuel Carrère e ho guardato i video di Limonov, ce ne sono molti, in particolare quando era a Parigi e quando è tornato a Mosca. Ho letto anche i suoi libri tradotti in inglese. Abbiamo lavorato insieme a Kirill per più di 4 anni e poi è scoppiata la guerra».

Con l’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio 2022 le riprese a Mosca si interrompono e la squadra deve trasferirsi d'urgenza in Lettonia.

«È un evento che ha cambiato la mia vita, perché ho dovuto lasciare il mio Paese», dice il regista. «La guerra ha avuto un impatto anche sul nostro progetto, ha travolto i nostri piani e ha trasformato questo film in qualcosa di diverso… Per tutta una serie di eventi è come se il film si fosse fatto da solo».

La sceneggiatura del film si è evoluta includendo sempre più riferimenti alla Russia di oggi e di ieri, e al mondo russo di un tempo tanto caro a Putin, che «era un caos totale e per questo follemente divertente», dice Limonov nel film.

Kirill Serebrennikov dice: «Stiamo esaudendo uno dei desideri di Limonov: la ricostruzione dell'Unione Sovietica con una nuova cortina di ferro. Guardate cosa succede ogni giorno, migliaia di persone pregano la Russia di fermare questa terribile guerra sanguinosa ma niente da fare, nessuna reazione. Il mondo intero sembra non essere in grado di fermare questo regime. La Russia è un paese in cui due autrici teatrali come Zhenya Berkovich et Svetlana Petriychuk sono in prigione da più di un anno solo perché hanno scritto e diretto un testo che secondo il governo è un’apologia del terrorismo. E questo solo perché hanno creato un'opera che riflette sulle origini del terrorismo. Il loro spettacolo Finist the Bright Falcon ha pure vinto un prestigioso premio nazionale (Maschera d’oro 2022) ma niente, sono state incarcerate e nessuno reagisce. È una situazione kafkiana. L'arte non ha nulla a che vedere con chi è coinvolto nella guerra e nell'uccisione di esseri umani. Sento nell’aria una sorta di crescente sadismo o cinismo. Il male e la perfidia sono purtroppo sempre più forti e mi chiedo perché siamo così impotenti di fronte al male, alla cattiveria e alla violenza».

Nel film, Emmanuel Carrère interpreta un cameo, è al tavolo di una mensa di fronte a Limonov e gli dice: «Sei così gentile». Limonov risponde: «Ci sarà un giorno in cui la Russia ti fotterà, e vedremo cosa dirai». «L'abbiamo girato il giorno dopo l'inizio della guerra… Un giorno la Russia vi fotterà, manderà tutto all'aria».

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