Calcio, la partita della sostenibilità - la Repubblica

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Calcio, la partita della sostenibilità

Roma, 14 maggio: il presidente Sergio Mattarella incontra Atalanta e Juventus, le squadre finaliste della Coppa Italia
Roma, 14 maggio: il presidente Sergio Mattarella incontra Atalanta e Juventus, le squadre finaliste della Coppa Italia (agf)
La finale di Coppa Italia all’Olimpico non assegna soltanto un trofeo importante, ma segna l’inizio di una storia nuova. Grazie a una serie di interventi sulla mobilità e sullo stadio
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La finale di Coppa Italia allo stadio Olimpico (mercoledì 15 maggio) non assegna soltanto un trofeo importante, ma segna anche l’inizio di un’altra partita: quella che il mondo del calcio italiano intende giocare per la sostenibilità. Dire che sarà “la partita più sostenibile mai giocata finora” nei nostri confini non rende giustizia della portata di questa operazione, visto che tutte le altre partite disputate fino ad oggi sostenibili non lo sono state affatto.

Per limitarsi alla sola sostenibilità ambientale — la più nota e forse anche la più complessa da raggiungere — per compensare le emissioni di anidride carbonica di una partita con sessantamila spettatori serve l’attività di qualche migliaio di alberi per un anno. Di questo aspetto i tifosi non si curano affatto ed è normale; ma finalmente inizia ad occuparsene il mondo calcio.

Diventare sostenibili non è più soltanto una questione di responsabilità sociale, di essere rispettosi del pianeta che ci ospita e quindi di mandare il messaggio corretto a chi segue le partite; è anche una questione di business.

Infatti, vista l’emergenza climatica e gli accordi presi da tutti i Paesi per la riduzione delle emissioni che alterano il clima, le grandi sponsorizzazioni ormai privilegiano le squadre e gli eventi sostenibili: non esserlo vuol dire essere esclusi da futuri investimenti e alla lunga diventare meno rilevanti. Per questo a livello europeo da quattro anni la Uefa ha intrapreso una strada per ridurre l’impatto di ogni partita di calcio. Una road to zero.

L’effetto più clamoroso di questa politica lo si vedrà ai prossimi Europei di Germania che sono stati pianificati identificando e adottando 99 azioni di sostenibilità; e alla fine l’impatto complessivo dell’evento verrà misurato con precisione attraverso un apposito carbon footprint calculator che la Uefa ha recentemente messo a disposizione di tutte le squadre. Ma anche le partite delle Coppe europee adottano gli stessi standard.

La finale di Coppa Italia del 15 maggio è la prima partita europea non organizzata dalla Uefa a seguire i medesimi criteri. La organizza la Lega Serie A, che spera che i venti club rappresentati da domani prendano la stessa strada avendo capito che si può fare, che farlo non penalizza il conto economico e che anzi conviene. Basta pianificare le cose diversamente.

L’obiettivo verrà raggiunto sostanzialmente grazie ad una serie di interventi sulla mobilità e sullo stadio. Per il primo aspetto l’assessore capitolino Patanè ha messo in campo una serie di iniziative importanti per favorire l’uso dei mezzi pubblici (a partire dal biglietto gratuito per chi va allo stadio fino al prolungamento dell’orario della metro) e di mezzi di trasporto diversi come bici, monopattini o auto in condivisione.

Per lo stadio invece la società “Sport e Salute”, che gestisce il parco del Foro Italico, ha scommesso con convinzione su misure strutturali come le energie rinnovabili, il risparmio di acqua e l’eliminazione della plastica.

Ma la sostenibilità non è soltanto una questione ambientale, è anche sociale, di inclusione e rispetto delle differenze. Per questo allo stadio Olimpico, accanto ad un nuovo menù vegetariano gli spettatori troveranno un menù senza glutine per i celiaci; e per i bambini autistici che hanno problemi con i rumori è stata creata la prima Quiet Room di un impianto sportivo italiano, una grande cabina insonorizzata da dove seguire la partita.

Sostenibilità, ma anche civiltà quindi: rispetto vero degli altri. Insomma dallo stadio Olimpico ci arriva un messaggio forte: speriamo non sia una partita isolata ma l’inizio di una storia nuova. Un altro calcio forse è possibile.

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