Dice Martin Scorsese che, se ha cominciato a fare cinema, è stato per merito di Federico Fellini, uno dei rari maestri in grado di allargare davvero la mente delle persone e le concezioni dei cineasti. Di sé stesso Fellini diceva, invece, che non aveva poi molto da dire: quello che faceva di solito erano gesti sconsiderati. Che l'hanno comunque reso una delle maggiori icone del cinema, forse perché nelle sue opere visionarie, piene di un'umanità pittoresca, quella che si scorge per paradosso è la realtà dell'esistenza: come direbbero gli anglosassoni, dal sapore ‘bittersweet’.

Perché è importante Federico Fellini?

Forse uno dei più grandi registi nella storia del cinema, non solo italiana, ovviamente, ma globale: citato, compianto, celebrato, perché è importante Federico Fellini? Le caratteristiche formali dei suoi film si dimostrano del tutto personali ma, al tempo stesso, archetipiche di uno stile cinematografico visionario e onirico. I suoi personaggi sono invenzioni salaci e malinconiche, spesso dai tratti popolani che si diluiscono nel sogno: soprattutto loro rimangono memorabili, ispirando i cineasti di intere generazioni a lui future. In virtù di tutta la sua emiliana capacità di avere la battuta pronta, con ogni probabilità, ieri come oggi, commenterebbe «Felliniano: avevo sempre sognato di fare l'aggettivo».

Fellini Federico nasce a Rimini il 20 gennaio 1920 in una famiglia come tante: il padre, Urbano, è un rappresentante di generi alimentari e la madre, Ida, una casalinga originaria di Roma. Frequenta il Ginnasio Liceo Classico nella sua città, poi, con la scusa di voler frequentare l'Università, si trasferisce a Roma con la madre al seguito, sebbene il suo vero obiettivo sia fare il giornalista. Non sostiene nemmeno un esame a Giurisprudenza, facoltà cui s'inscrive, ma nel 1939 collabora già con il Marc'Aurelio, la principale rivista satirica italiana dell'epoca. Inaspettatamente per lui, i guadagni non sono niente male e riesce a trovare il tempo anche per scrivere sceneggiature e gag di suo pugno: è così che diventa amico di Aldo Fabrizi e inizia a comporre le battute per i suoi spettacoli dal vivo. Intorno al 1945 Fellini comincia a collaborare con Roberto Rossellini: c'è anche lui dietro le sceneggiature di Roma città aperta e Paisà. Arrivano gli Alleati, nasce il Neorealismo e di lì a breve avviene anche l'esordio di Federico Fellini dietro la macchina da presa.

Giulietta Masina

Nel 1941, Fellini viene chiamato a fare l'autore radiofonico all'EIAR (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche): qui conosce Giulietta Masina, allora giovane attrice e interprete di alcune radio-scene da lui ideate. I due instaurano presto un sodalizio lavorativo e sentimentale: Giulietta Masina non sarà solo la moglie di Federico Fellini, bensì anche l'interprete di molte pellicole del marito, da La strada a Le notti di Cabiria. I due hanno un figlio, Pier Federico Fellini, amorevolmente detto Federichino.

Sandra Milo e Federico Fellini

Il sodalizio tra Sandra Milo e Federico Fellini permette a Sandrocchia, come la chiama lui, di fare un grande balzo in avanti nella sua carriera e maturità artistica, permettendole di affermarsi definitivamente tra le attrici italiane degli anni '60. I suoi ruoli più importanti nei film del maestro sono in 8 ½ e in Giulietta degli spiriti. La Milo incarna l'ideale erotico di Fellini, un'atipica, quasi involontaria, femme fatale dall'alto tasso ironico, che contrasta con l'immagine delle mogli che hanno i suoi personaggi, scialbe e con una mentalità volta alla salvaguardia delle apparenze. Sì, la liaison d'amore clandestina tra Federico Fellini è Sandra Milo sembra sia durata ben 17 anni. E questo è quanto, riguardo Federico Fellini e la sua vita privata.

I disegni di Federico Fellini

Grande "scarabocchiatore" sin dalla giovanissima età, coltiva per tutta la vita la passione per gli schizzi: i disegni di Federico Fellini sono celebri quanto la sua opera cinematografica. Disegnatore professionista, fino al 1948 affianca alla sua attività di sceneggiatore quella di vignettista. Dal momento in cui si dedica alla regia, disegna sempre le scene dei suoi film, cioè lo storyboard delle riprese da fare sul set. Fellini concepisce anche alcuni disegni per Milo Manara e due interi fumetti: Viaggio a Tulum, pubblicato sulla rivista Corto Maltese nel 1989, e Il viaggio di G. Mastorna, detto Fernet, dal 1992 sulle pagine della rivista Il Grifo.

Perché è morto Federico Fellini?

In che anno è morto Federico Fellini? I problemi di salute per Federico Fellini iniziano nel giugno del 1993. Dunque, perché è morto Federico Fellini? Spontaneamente si sottopone a tre interventi chirurgici a Zurigo per ridurre un aneurisma dell'aorta addominale ma, per delle complicanze, il 3 agosto viene trovato a terra nella sua camera al Grand Hotel di Rimini, quindi ricoverato d'urgenza all'ospedale di Ferrara per un ictus cerebrale. Il 9 ottobre Fellini, ancora sofferente, lascia il San Giorgio di Ferrara per trasferirsi al Policlinico Umberto I di Roma ma, il giorno 17 dello stesso mese, decide di concedersi un pranzo domenicale fuori dall'ospedale. Per via della disfagia provocata dai pregressi ictus, un frammento di mozzarella gli ostruisce la trachea, causandogli una grave ipossia che porta a danni cerebrali permanenti i quali, in definitiva, si rivelano per Federico Fellini la causa della morte. Il giorno 27 si aggrava e il 31 ottobre 1993 viene diffusa la notizia del suo decesso. Anche Giulietta Masina, ricoverata alla clinica Columbus di Roma, muore pochi mesi dopo.

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Liselotte Erben//Getty Images

Luci del varietà

Il film del 1950 Luci del varietà segna al tempo stesso l'esordio alla regia di Federico Fellini insieme con Alberto Lattuada e la fine della loro intensa collaborazione: l'opera è soggetta a diverse difficoltà organizzative e va incontro anche alla censura. Tutti fattori, questi, che ne pregiudicano il successo, ma che non gli tolgono valore.

I vitelloni

La sceneggiatura del film I vitelloni (1953), viene scritta da Fellini insieme a Ennio Flaiano: si raccontano le avventure di un gruppo di cinque giovani, provenienti da un piccolo paese, le cui vite si trovano a un punto di svolta. I ragazzi, nelle loro tipizzazioni sono: Moraldo, quello con la testa sulle spalle (Franco Interlenghi), Fausto il donnaiolo (Franco Fabrizi), Leopoldo l'intellettuale (Leopoldo Trieste), Alberto l'infantile (Alberto Sordi) e Riccardo il giocatore (Riccardo Fellini, fratello di Federico).

Le notti di Cabiria

Vince il premio Oscar come miglior film straniero, Le notti di Cabiria, del 1957: Giulietta Masina, probabilmente all'apice della sua espressività, dà prova di una delle sue migliori interpretazioni, quella di una prostituta che fa esperienza delle varie sfumature della delusione, mentre si fa chiamare, appunto, Cabiria (come il colossal di Pastrone del 1914) e va alla ricerca del vero amore.

La dolce vita

Tra quelli che di Federico Fellini sono i film più famosi (non solo suoi, della storia del cinema tutta) La dolce vita è un termine che dal 1960, dopo l'uscita dell'opera, entra nel lessico comune per indicare la mondanità, in particolare quella della Roma di fine anni '50: il paparazzo Marcello Rubini (Marcello Mastroianni) ce la mostra attraverso le sue avventure e le sue notti romane. Sull'opera si potrebbe scrivere un trattato, diciamo solo che vince l'Oscar per i migliori costumi, sui quattro cui è candidata, tra cui quello alla miglior sceneggiatura originale scritta, insieme allo storico due Fellini-Pinelli, da Brunello Rondi, Ennio Flaiano e Pier Paolo Pasolini.

8 ½

Per Federico Fellini il film 8 ½ è proprio l'ottavo film e mezzo della sua carriera, o almeno così lo definisce nel 1963: tra l'altro parla proprio di un regista che non sa bene come affrontare la sua prossima opera, più immedesimazione di questa! Si tratta del secondo film preferito di sempre di Martin Scorsese, nella sua personale classifica.

Amarcord

Amarcord non è solo un film del 1973 di Fellini, bensì anche un neologismo: si tratta di un termine romagnolo che significa "io mi ricordo". E tutto si muove proprio sull'onda della nostalgia, sul litorale italiano degli anni '30. I personaggi felliniani sono tratteggiati al massimo della loro essenza, mentre il film è scritto dallo stesso regista insieme a Tonino Guerra.

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Liselotte Erben//Getty Images

Il Casanova di Federico Fellini

Nel XVIII secolo a Venezia la vita di Giacomo Casanova sarebbe futile e anche sull'orlo della ristrettezza economica, se non fosse per le sue doti seduttive ed erotiche. Ne Il Casanova di Federico Fellini, del 1976, il protagonista internazionale è Donald Sutherland.

La voce della luna

Qual è l'ultimo film girato da Fellini? Si tratta de La voce della luna, del 1990, trasposizione del romanzo Il poema dei lunatici di Ermanno Cavazzoni. Si raccontano le avventure di Ivo Salvini (Roberto Benigni), ragazzo ingenuo e un po' disturbato, innamorato di Aldina.