La gang degli svitati

I poliziotti Muscles (Jackie Chan) e Ricky (Yuen Biao) si trovano a Tokyo per dare la caccia a un agente corrotto. Ricky viene catturato e Muscles deve ricorrere all'aiuto del nemico-amico Kidstuff (Samo Hung), un ladro di mezza tacca ma dalle mille risorse.
Sotto la confezione da cinepanettone per il capodanno cinese, sbrigativa e totalmente orientata al profitto, La gang degli svitati può vantare più di un elemento di rilevanza nell'ambito della cinematografia di Hong Kong. In primis quello di rappresentare una sorta di prototipo della commedia popolare a base di gong fu, emblematico come pochi altri film dell'epoca per illustrare pregi e difetti di un genere e in particolare del sottogenere incentrato sulle Lucky Stars. La gang degli svitati costituisce infatti una sorta di secondo episodio di una serie, quella delle cosiddette Lucky Stars, in cui Samo Hung, Jackie Chan, Yuen Biao e un gruppo di amici che eccellono in goffaggini assortite sgominano i cattivi di turno a suon di arti marziali (e gag).
E se il kung fu permette alle tre star di esibire le proprie doti atletiche - specie per la meraviglia della natura rappresentata da Samo Hung in azione, tanto grassoccio e bonario nell'aspetto quanto velocissimo e letale quando si tratta di fare a botte - è la componente comica ad occupare la maggior parte della pellicola: Samo rovista in un repertorio risaputo di comicità slapstick di tema scatologico e di grana grossa ma, incredibilmente, grazie alla forza della sua naïveté senza pretese, riesce quasi sempre nell'intento di strappare un sorriso.
Da segnalare la particina di Eric Tsang, sostanzialmente lo scemo (più scemo) del gruppo, in cui si leggono già le stimmate di quella che sarà una fulgida ed eclettica carriera. 