Passione, dedizione e duro lavoro in egual misura: questa sembra essere la ricetta del successo di Rossella Brescia. A sentirla parlare del suo lavoro, della danza, della radio e del cinema, emerge un profondo rispetto per tutte queste forme d'arte, mai prese sottogamba seguendo la retorica del "talento innato", ma sempre guardate con professionalità e voglia di imparare mettendosi in gioco ancora e ancora. Questi sono i valori che, nel tempo, hanno portato Rossella Brescia un po' ovunque nella televisione italiana, dagli esordi a Buona Domenica, passando per Amici di Maria de Filippi, fino a Colorado Café solo per citare alcuni dei programmi dove l'abbiamo vista come ballerina, ma anche come conduttrice. Ora a tutto questo si è aggiunto anche il cinema, segno che la voglia di reinventarsi continua a essere spinta motrice.

Anche fuori dallo schermo, del resto, i progetti non mancano: c'è la radio (fa parte della famiglia di RDS dal 2006), c'è il teatro e c'è la scuola di danza di Martina Franca, la città Pugliese dove Brescia è nata. Il prossimo 16 novembre Rossella sarà ospite del podcast In Giro con Fra, condotto da Francesca Lazzarin e prodotto da Lemonada Media per una chiacchierata libera tra forza di volontà e speranza: insomma, una vita piena e in costante evoluzione. Oggi abbiamo chiesto a Rossella Brescia di ripensare con noi alla sua carriera: lo fa con orgoglio (e un certo immancabile perfezionismo, a suo dire), rimangono vivi i sogni, le difficoltà (comprese quelle causate dall'endometriosi) e la voglia di migliorarsi sempre come punto di partenza per continuare a immaginare il futuro.

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Courtesy Photo Rossella Brescia
Rossella Brescia e Luciano Mattia Cannito

Anche pensando alla tua carriera, per te che cosa significa “successo”?

La parola successo è una parola molto complessa perché può indicare un tuo stato d’animo, può indicare il rapporto con altre persone, il rapporto con te stessa. Nel mio caso il successo l'ho pensato sempre come gratificazione, cioè quando porto a termine un lavoro e lo faccio come piace a me, allora quello è il tuo più grande successo: il fatto di poter vedere realizzata una cosa esattamente come volevi tu.

Pensi di averlo sempre visto così o c’è stata un’evoluzione?

Sicuramente un cambiamento c’è stato perché in realtà io sono veramente una perfezionista. Al momento non sono mai contenta, poi quando ci ritorno e magari riguardo un video...non mi capita mai di guardarmi, però tante volte magari mi capita di rivedere cose fatte e dico “Ah però non era così male”.

Anche se magari non c'è niente all'orizzonte, lo ricerco io perché la rinascita mi serve per vivere


Sul momento c'è sempre un po' di super critica perché appunto ho grande rispetto per questo lavoro che faccio, quindi cerco di farlo sempre sfruttando proprio tutti i momenti per studiarlo al meglio. Ecco sono un po' "bacchettona" da questo punto di vista però penso che poi nell’arte sia anche divertente fare lo studio prima di arrivare a mettere in scena qualcosa. È importante quello che c'è dietro, come ci sei arrivata, lo studio che hai fatto per realizzare una cosa e quella è tutta esperienza, è tutto un bagaglio che comunque ti servirà per quello che farai, per un altro progetto che inizierai.

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Invece la parola “rinascita” ha un significato per te? Magari la associ a un certo momento della tua vita?

A un particolare momento no, però io credo molto fermamente nella nascita. Per esserci una rinascita deve esserci sicuramente una morte di qualcosa o comunque un esaurimento di un periodo o di un di tipo di cose che vengono fatte nella vita. Ogni volta che inizio un nuovo progetto è sempre una grande rinascita piena di adrenalina, piena di emozioni nuove, incontri nuovi, persone nuove e, dato che faccio cose così disparate nella danza, nella radio, nel teatro, nel cinema, ovviamente ogni volta è una completa novità. È sempre un rinnovarsi. Ecco, non potrei vivere senza la rinascita e cerco sempre di essere molto breve per averne tante di rinascite, quindi un periodo cerco sempre di finirlo al più presto perché non vedo l'ora di iniziarne un altro e, anche se magari non c'è niente all'orizzonte, lo ricerco io perché la rinascita mi serve per vivere.

In questo periodo si parla (finalmente) molto di endometriosi, qual è stata la tua esperienza con questa malattia?

In realtà è iniziato tutto quando ero piccola, poi nessuno sapeva (si sa poco ancora) e non è mai così chiara la diagnosi perché ognuno dice la sua che può essere l'esatto contrario di quello che dice un altro. Il fatto che se ne sia parlato tanto, però, mi ha fatta sentire meno sola e penso che questo faccia sentire meno sole anche tante donne anche perché è qualcosa con cui si può vivere tranquillamente, si può essere felici, si possono anche avere figli con l’endometriosi. Il processo tante volte è più difficile e tante, tantissime volte non succede, però se questo è il tuo desiderio l’importante è mettercela tutta e ci sono tante strade: c’è l’affido, c’è l'adozione… Per quanto mi riguarda forse è stato un po’ inficiante soprattutto perché, per una che balla, non è proprio il massimo del comfort e quindi forse per il mio lavoro è stato un po' più difficile, però era talmente tanta la voglia di farlo, era talmente tanta la voglia di studiare, di perfezionarmi, di avere certi ruoli che poi tutto è passato in secondo piano.

Ballare per certi versi poteva risultare un aiuto nel tuo vivere la malattia?

I ballerini hanno una sopportazione del dolore infinita, forse perché devono andare sulle punte, forse perché è proprio la disciplina che ti porta a questo, quindi sicuramente ci sono stati momenti dolorosi, ma è come quando partorisci, poi quel dolore viene cancellato dalla realizzazione di qualcosa che può essere un figlio o, nella danza, appunto raggiungere degli obiettivi.

Cosa consiglieresti a delle giovani donne che abbiano ricevuto una diagnosi di endometriosi?

Consiglierei sicuramente di affidarsi a persone competenti, di informarsi tanto per trovare le soluzioni migliori. Il messaggio che voglio dare però è quello di cercare una forza interiore che vi permetta di poter combattere perché poi l'importante è proprio la lotta e l’affermare i propri desideri, quello che si vuole. Quindi il messaggio che voglio dare è veramente un messaggio combattivo, assolutamente combattivo.

Parliamo un po' dei tuoi progetti presenti e di quello che vorresti dal futuro...

Sicuramente mi sono appassionata molto al cinema, ho girato una serie TV che andrà in onda per RaiPlay con Neri Marcorè e Carlotta Natoli, Le più belle frasi di Osho, che è molto divertente. Da sempre studio tecnica di recitazione, molte cose le ho messe nella danza perché penso che un interprete debba avere la tecnica, ma debba anche saper veramente trasmettere delle emozioni e quello lo puoi fare soltanto se le ricerchi in te stessa. Quindi mi sono avvicinata a diverse tecniche come ad esempio quella di Ivana Chubbuck che trovo molto valida: l’ho studiata con Patrizia de Santis e mi ha sicuramente aperto nuovi orizzonti. Nel mio futuro spero ci sarà sicuramente la radio perché quella è ormai parte di me esattamente come la danza, però mi piacerebbe tanto continuare con quello che sto facendo sia con il teatro che con il cinema. Mi auguro di fare sempre cose che voglio fare, di interpretare dei ruoli femminili che mi fanno emozionare, che mi fanno vivere veramente il personaggio sul palcoscenico.

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Courtesy Photo Rossella Brescia
Rossella Brescia con il compagno Luciano Mattia Cannito

Oggi avresti dei consigli da dare alla te del passato?

Sì, sicuramente quello di non presentarsi mai impreparati ai provini, di andare sempre preparati. E poi, lo so che sembra una banalità, ma anche di non lasciarsi sconfiggere. Quando va male qualcosa piangete, però datevi tempo tre giorni massimo, dopo di che dovete rinascere. Per tre giorni va bene piangere perché è giusto che ci si sfoghi e non si tenga dentro nulla di represso, però non bisogna preoccuparsi perché c'è una strada sempre per tutti. Nel mondo c’è una strada per voi e il mondo vi aspetta, quindi non vi preoccupate. Anche se qualcosa va male, ci sarà sempre un nuovo ostacolo da superare e quindi ci sarà sempre quella famosa rinascita di cui parlavamo prima.