Documenti inediti sulla Repubblica di Salò trovati nella Cavallerizza di Torino: erano stati murati e sigillati | Corriere.it

Documenti inediti sulla Repubblica di Salò trovati nella Cavallerizza di Torino: erano stati murati e sigillati

diCarla Piro Mander

Eccezionale ritrovamento: faldoni scoperti durante i lavori di ristrutturazione nell’area sotto la Manica del Mosca

Faldoni pieni di documenti, alcuni dei quali relativi alla Repubblica Sociale Italiana, sono emersi durante i lavori per la grande ristrutturazione dell’area della Cavallerizza Reale di Torino. Si tratta di alcuni faldoni – sigillati e murati dietro una parete del piano interrato nell’area sotto la Manica del Mosca, al confine con l’ex Tribunale Militare – che contengono alcune centinaia di documenti, molti di natura militare

Il ritrovamento, eccezionale per il valore di testimonianza che potrebbe avere, andrà analizzato e studiato e, nelle prossime settimane, saranno le istituzioni preposte alla tutela e alla valorizzazione dei beni a impostare un saggio di scavo archeologico e a provvedere poi alla catalogazione e allo studio dei documenti rinvenuti, che sembrano essere stati occultati volutamente.

Per il momento, restituiscono la vicenda del soldato Carlo Boffa, accusato di diserzione e denunciato al Vice Comando provinciale di Alessandria. Boffa, che si era allontanato volontariamente dal reparto il 26 aprile del 1944, si era ri presentato poi spontaneamente, se pure senza divisa, come sottolineato con tratto vigoroso di penna sul fonogramma da Luigi Mosconi, maggiore e vice comandante di reparto, forse con l’intenzione di evitare una condanna capitale, prevista per i disertori.

«Ha dichiarato – scrive Mosconi – che il 13 aprile 1944, in occasione del trasferimento da Rosignano ad Alessandria per assegnazione al secondo Reggimento Cacciatori degli Appennini venne catturato dai ribelli, condotto nella zona di Biella e ivi trattenuto fino al 20 maggio corrente, giorno in cui riusciva ad evadere». 

Torino, dai muri della Cavallerizza spuntano i documenti inediti sulla Repubblica di Salò

Brandelli di vita che il passato restituisce al presente e che la successiva analisi potrà collocare nel contesto della Storia.
Quella più nota racconta la Cavallerizza stessa, luogo destinato agli esercizi e agli spettacoli equestri di corte, viene realizzata tra il 1740 e il 1742 dal Primo Architetto Regio Benedetto Alfieri (1699-1767) all’interno della «zona di comando» di Torino (parte del centro destinata ad accogliere le sedi rappresentative e amministrative del potere sabaudo), nell’area a levante dell’Accademia dei Paggi, fin dalle origini destinata a ospitare strutture adibite a maneggio. Prima dell’intervento di Alfieri il grande cortile dell’Accademia era diviso in quattro settori dalle maniche delle Scuderie realizzate tra il 1680 e il 1686 dall’ architetto ducale Amedeo di Castellamonte (1610-1683), che si dipartivano da un vano circolare (la Rotonda) che serviva da cavallerizza, formando una grande crociera.

Nel 1997, l’intera area diviene Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’UNESCO. Dal 2007 il complesso viene ceduto al Comune di Torino e alla Cassa Depositi e Prestiti; nel 2010 il Comune sottoscrive la convenzione per la cessione della Cavallerizza a scopo di vendita e commercializzazione. Il complesso viene messo all’asta, senza che arrivi alcuna offerta. Nel 2013 il Teatro Stabile rinuncia a usare l’ex Maneggio Alfieriano per i propri spettacoli e il 23 maggio 2014 un gruppo di cittadini lo occupa, con l’obiettivo di opporsi alla vendita di quello che considera un «bene comune» e contribuire alla sua riqualificazione e al suo riutilizzo, secondo il modello e gli strumenti della progettazione partecipata e della cittadinanza attiva. 

Ne nascono assemblee cittadine, dibattiti, iniziative culturali teatrali, musicali, artistiche ed eventi. Ma il 30 agosto 2014 un incendio doloso distrugge i locali del Circolo Beni Demaniali. Nonostangte tutto, l’1 dicembre nell’ex Maneggio Chiablese è stata inaugurata la nuova Aula Magna dell’Università. Altri due incendi hanno poi colpito la struttura, nel 2016 e 2019. Ora sono cominciati i lavori per il recupero della struttura, ci vorranno due anni ma intanto un banale e recente muro di mattoni restituisce un pezzo di storia d’Italia.

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14 maggio 2024 ( modifica il 14 maggio 2024 | 12:07)