Altana è società benefit, la trasformazione voluta da Marina Salamon: il 10% degli utili vanno a enti no profit - Nord Est Economia

Altana è società benefit, la trasformazione voluta da Marina Salamon: il 10% degli utili vanno a enti no profit

"Per esempio, aiutiamo un’associazione di Zero Branco che gestisce un orfanotrofio in Bolivia. Poi c’è il fronte ambientale, e diventare benefit significa certificare che vengono utilizzate solo energie rinnovabili: con Alchimia abbiamo costruito impianti fotovoltaici che producono energia equivalente al consumo di milleduecento famiglie" spiega l'imprenditrice.

Fabio Poloni
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VERONA. «Forse cade la linea, entro nel sottopasso della stazione». Se c’è una parola chiave in questa storia, è “coerenza”. Marina Salamon è a capo di un’azienda che fattura 35 milioni di euro, ma non immaginatevela su un Suv da ottantamila euro: ogni giorno fa la pendolare in treno fra Treviso, dove lavora, e Verona, città in cui vive. Ha deciso che la sua Altana Kidswear, sede a Padernello di Paese, specializzata nell’abbigliamento alto di gamma per bambini (Gucci e Moschino tra i marchi prodotti), si trasformi in società benefit.

Spiegato in poche parole: una modifica che parte dallo statuto e che certifica un impegno totale per la sostenibilità e la responsabilità sociale d’impresa, partendo dalla donazione del dieci per cento dei propri utili a enti no profit e passando per una rigida certificazione sul rispetto ambientale (solo energia da fonti rinnovabili) e delle persone, a partire dalle condizioni di lavoro di tutta la filiera.

Una rivoluzione, anzi, evoluzione, che parte dalla holding Alchimia, controllata al 100% da Marina Salamon stessa, e che oltre ad Altana controlla Doxa Spa, società di ricerche di mercato – inclusa la partecipata Doxa Pharma – e Connexia, che si occupa di comunicazione web.

La scelta

Perché questo passo? «Una scelta coerente con quanto fatto mesi fa con Connexia a Milano – ci spiega Salamon – e un percorso già sperimentato in Save the Duck, prima azienda della moda in Italia a ottenere la certificazione “B Corp” (Alchimia ne controllava il 51%, è uscita nel 2018, ndr). Un processo che richiede un paio d’anni di lavoro, e una decisione coerente con la sostenibilità ambientale e con le mie scelte di tutta una vita: ho iniziato l’attività di volontaria nel Wwf a 13 anni, ne sono stata consigliere nazionale, mi sono occupata di associazioni no profit con donazioni e con le mie competenze, impegno che continua».

In concreto, cosa significa diventare società benefit? «Innanzitutto viene messo a statuto che doniamo il 10% degli utili ogni anno a enti no profit riconosciuti, quota massima consentita dalla legge. Per esempio, aiutiamo un’associazione di Zero Branco che gestisce un orfanotrofio in Bolivia. Poi c’è il fronte ambientale, e diventare benefit significa certificare che vengono utilizzate solo energie rinnovabili: con Alchimia abbiamo costruito impianti fotovoltaici che producono energia equivalente al consumo di milleduecento famiglie. Poi ci sono le garanzie sull’abbattimento delle emissioni di anidride carbonica».

Le persone

Ma la sostenibilità che viene incisa nello statuto riguarda anche le persone, a partire dai lavoratori: tra gli obiettivi ci sono anche quelli di supportare le associazioni che sostengono il mondo femminile e dell’infanzia. Salamon si dice fermamente convinta – visione condivisa con i manager, Enrico Acciai e Monica Sottana – che la sostenibilità sia lo strumento più intelligente per gestire un’impresa: solo le aziende in cui la gente sta bene potranno vivere a lungo. «La nostra produzione è tutta italiana per Gucci, tra Veneto e Puglia – spiega – mentre per Moschino gran parte viene realizzata nel nord del Portogallo, una zona in cui hanno incoraggiato e valorizzato il lavoro femminile dimezzando la disoccupazione. È una forma di responsabilità globale».

Numeri e futuro

Non è una rinuncia allo scopo di lucro, trasformarsi in società benefit, bensì l’aggiunta di finalità di beneficio comune. Nel 2020, anno in cui le imprese del tessile e abbigliamento sono state tra le più funestate della pandemia, Altana ha messo a segno i risultati migliori di sempre, con un giro d’affari che ha toccato quota 35 milioni di euro (+6%).

La crisi del 2014, con la ristrutturazione dovuta alla perdita della licenza Moncler, è lontana. «Abbiamo dato ai nostri 65 dipendenti una mensilità extra, oltre al premio già previsto, per ringraziarli per quanto hanno fatto lavorando da remoto – conclude Salamon – Nel 2021 è prevista un’ulteriore crescita di fatturato dell’8-10%». Cos’è il denaro, per lei? «Uno strumento di utilità e crescita per le persone e per il territorio». Buon viaggio, sta partendo il treno. —

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