Jack Palance, lo scatto prima di morire. Un tempo il cinema italiano aveva grande appeal a livello internazionale. Infatti, numerosi attori stranieri si ritrovavano a recitare in pellicole nostrane. Questo è stato il caso di Clint Eastwood scelto da Sergio Leone per la Trilogia del dollaro, Roberto De Niro protagonista di Novecento di Bernardo Bertolucci e in C’era una volta in America sempre di Sergio Leone. Altro interprete di livello internazionale che ha lavorato tantissimo in Italia è stato Jack Palance. Un attore americano di origini ucraine che ha spesso e volentieri vestito i panni del cattivo di turno in tantissimi film western. In carriera ha ricevuto anche il Premio Oscar come Miglior attore non protagonista per il film Scappo dalla città – La vita, l’amore e le vacche di Ron Underwood.

Jack Palance il duro

Jack Palance il cui vero nome all’anagrafe era Volodymyr Palahniuk, è nato il 18 febbraio del 1919 a Hazleton nello stato della Pennsylvania in una famiglia di origini ucraine. Suo padre era un minatore di una cava di antracite mentre sua mamma si occupava della casa. Anche Jack in gioventù intraprese per un periodo il mestiere del minatore per poi avvicinarsi al mondo dello sport, diventando un buon pugile. Successivamente si rese conto di avere un grande talento per la recitazione. Particolarmente caratteristico è il suo volto che secondo alcune cronache dell’epoca, era stato sfigurato durante la Seconda Guerra Mondiale durante una missione e da una serie di interventi di chirurgia plastica. Fatto sta che le profonde rughe e la sua espressione sempre grintosa e accigliata lo rendevano perfetto per il ruolo di cattivo di turno in qualsiasi genere di film. L’esordio sul grande schermo è avvenuto nel 1950 in Bandiera Gialla di Elia Kazan. Per tutti gli anni ‘50 lavorò tantissimo negli Stati Uniti d’America ma ben presto decise di guardare oltre confine e di venire in Italia.

La sua carriera italiana

In Italia Jack Palance arriva nel 1961. Il suo primo regista è stato un certo Vittorio De Sica che lo scelse per il film Il giudizio universale. Era una commedia scritta da Cesare Zavattini con tanti ottimi protagonisti tra cui Paolo Stoppa, Vittorio Gassman e Silvana Mangano. L’attore americano interpretò il ruolo del signor Matteoni. Pochi mesi più tardi lavorò con Carlo Campogalliani per il film di genere avventura Rosmunda e Alboino. Per lui i panni del principale protagonista Alboino al fianco di Eleonora Rossi Drago. Sempre nel 1961, terza pellicola nel giro di pochi mesi, stavolta con la regia di Leopoldo Savona e Andrè De Toth.

Il film in questione è I mongoli con Jack Palance al fianco di Anita Ekberg nel ruolo di Ogotai. Sempre nel 1961 è splendido protagonista nel film Barabba diretto dal regista americano Richard Fleischer. Si trattava di una produzione italiana targata Dino De Laurentiis con nomi importanti tra cui Anthony Quinn, Silvana Mangano e Vittorio Gassman insieme ad Arthur Kennedy e Katy Jurado. A Jack Palance toccò il ruolo di Torvald. Nel 1962 nuova produzione italiana con il regista Leopoldo Savona nel film di genere guerra intitolato La guerra continua in cui c’erano anche Giovanna Ralli e Serge Reggiani.

Per una decina d’anni lasciò l’Italia salvo avere una singola collaborazione con Sergio Corbucci nel film Il mercenario al fianco di Franco Nero, Tony Musante e Giovanna Ralli. Negli anni ’70 è ancora protagonista del cinema italiano con diversi film interessanti. Recita in Vamos a matar companeros, La legione dei dannati, Squadra antiscippo e Sangue di sbirro. Molti lo ricorderanno nella commedia – western Si può fare amigo al fianco di Bud Spencer e con la regia di Maurizio Lucidi. Il mitico Sonny che cerca in tutti i modi di far sposare Coburn (Bud Spencer) con sua sorella Mary (Dany Saval).

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