"Sognavo questo spettacolo da anni. Poi c'è stato il Covid. Altri impegni. Sono andata tante volte a Londra a vederlo. Finalmente oggi sono nei panni di Eliza Doolitle". Lo dice raggiante Serena Autieri. Ma anche consapevole della sfida, soprattutto per i paragoni altissimi: Audrey Hepburn al cinema, Julie Andrews a teatro e poi Delia Scala in Italia. "Le guardi, trai ispirazione. Poi però - dice - a un certo punto devi lasciarle andare o non ce la fai. Ma la mia Eliza è la summa di tante donne che ho incontrato nella vita e anche di quelle che ho interpretato". Così Serena Autieri è diventata My Fair Lady, nel musical di Lerner and Loewe tratto dal Pigmalione di George Bernard Shaw, su libretto e liriche di Alan Jay Lerner, che il 3 novembre debutterà nel tempio della commedia musicale italiana, il Sistina di Roma, nella messa in scena diretta da un regista visionario (e mago delle luci) come A.J. Weissbard e nell'adattamento italiano di Vincenzo Incenzo. Prodotto da Enrico Griselli, lo spettacolo farà poi tappa a Bolzano e a Napoli, per proseguire in giro per tutta Italia nella prossima stagione. "È un ruolo difficile e uno spettacolo impegnativo, anche faticoso, ma si esce persone migliori", racconta l'attrice, che alla povera fioraia Eliza che va a studiare dal professor Higgins, glottologo di fama internazionale, per diventare una "vera signora" regala in scena un esilarante un accento "trans-appenninico". "In questo musical si passa dal pop all'operetta. E diciamo la verità - prosegue l'attrice - di ruoli così a 360 gradi, con musiche così sfidanti, per le donne non ne esistono molti. Per questo lo desideravo tanto. Ma abbiamo lavorato sul personaggio e ne abbiamo fatto una Eliza moderna, mai vittima degli eventi o della sua sorte iniziale". "Era importante per noi - prosegue il regista -. Eliza è una donna intelligente e non volevamo rappresentare uomini monodimensionali che trasformano una ragazza secondo una loro idea e modello, ma che fosse lei a cambiare se stessa". Ne è nata una Eliza "forte, libera, consapevole e determinata - prosegue Autieri - che sa quello che vuole, trasformare la sua vita, e va a prenderselo. Il suo è un messaggio forte di emancipazione femminile e di riscatto sociale. Un po' si - sorride - mi ricorda la Serena di tanti anni fa, quando con la valigia andavo avanti e indietro tra Napoli e Roma per studiare recitazione. Sapevo che volevo andare avanti, che volevo fare cose belle. Sognavo di diventare anche architetto. Le opportunità mi capitavano, ma nel frattempo me le andavo a cercare. Ecco, il messaggio di Eliza è anche: non restate a casa. Se volete cambiare il vostro destino, non aspettate che altri lo facciano al posto vostro. Agite voi. E poi c'è il diritto di amare, anche nonostante le difficoltà e la diversità". "Il mio Higgins - spiega Ivan Castiglione che in scena è l'ostico professore che tra una lezione e l'altra finirà per innamorarsi di Eliza - è quasi vittima dell'incapacità di certi uomini di vivere i sentimenti. L'arrivo di Eliza è per lui anche un'educazione sentimentale, che va oltre le apparenze. La loro storia insegna come stare insieme, come amarsi". Tutto cantato dal vivo, "con 103 costumi nuovi", come sottolinea la costumista Silvia Frattolillo, e le coreografie di Gianni Santucci, il musical vede protagonisti anche Manlio Dovì nei panni del Colonnello Pickering, Gianfranco Phino nel ruolo Alfred Doolittle, il padre di Eliza, Fioretta Mari in una esilarante e tagliente Mrs. Higgins e ancora Clara Galante e Luca Bacci.
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