Un film che è un pugno nel cuore della storia e delle sue contraddizioni, che disvela e poi celebra un evento rimasto troppo a lungo invisibile. Al cinema.
di Giuseppe Avico
1971, Messico. A distanza di un anno esatto dalla Coppa del Mondo di calcio, stravinta dal meraviglioso Brasile di Pelé, il sole torna a battere forte sullo Stadio Azteca di Città del Messico, illuminando oltre centomila appassionati tifosi. L'atmosfera è quella dei grossi eventi sportivi, una festa calcistica fatta di colori, bandiere, mascotte, sponsor e ogni tipo di gadget, per non parlare della massiccia copertura mediatica. Potrebbe apparire come un evento tipico di questo sport, ma quello di Messico '71 è qualcosa di mai visto prima. A giocarsi la Coppa del Mondo, infatti, sono sei squadre (Francia, Messico, Italia, Inghilterra, Argentina e Danimarca) composte tutte da donne: giovani calciatrici che hanno consegnato alla storia il primo Mondiale femminile, nonostante non fosse riconosciuto come ufficiale.
Copa 71 è un documentario privo di ogni sovrastruttura stilistica, diretto come un pugno nel cuore della storia e delle sue contraddizioni, che disvela e poi celebra un evento rimasto troppo a lungo invisibile.
Il tutto riemerge con forza straordinaria perché sono le protagoniste a parlare, celebrando un calcio che deve essere di tutti, bello perché universale e appassionante perché senza barriere.