Elezioni europee 2024: date, candidati, programmi, liste e tutte le cose da sapere sul voto di giugno
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Martedì, 11 Giugno 2024
Il vademecum

Elezioni europee 2024: date, candidati, programmi, liste e tutto quello che c'è da sapere

Lo spiegone di Europa Today sul voto che definirà l'Unione dei prossimi cinque anni

Per la decima volta nella storia, i cittadini dell'Unione europea dal 6 al 9 giugno potranno recarsi alle urne per eleggere i loro rappresentanti al Parlamento europeo. Ecco tutto quello che c'è da sapere in vista dell'apertura dei seggi delle elezioni europee.

Quando si vota?

Le elezioni europee si tengono ogni cinque anni e servono per rinnovare i membri del Parlamento europeo (Pe), l'unica istituzione dell'Ue eletta a suffragio universale diretto. Il voto si terrà in tutti i 27 Stati membri nel weekend del 6-9 giugno: ogni Paese stabilisce una data per eleggere i propri rappresentanti, dal momento che non c'è (ancora) una legge elettorale comune a livello Ue.

In Italia si voterà dalle 15 alle 23 di sabato 8 giugno e dalle 7 alle 23 di domenica 9. Nei casi in cui i cittadini fossero chiamati a votare anche per le regionali e/o le amministrative, gli orari di voto coincideranno con quelli appena richiamati e ci sarà dunque il cosiddetto "election day".

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Quando saranno disponibili i risultati ufficiali delle ventisette elezioni, verranno raccolti tutti in questa pagina. Già a partire dalle 8 di sera del 9 giugno dovrebbero iniziare ad arrivare le prime proiezioni basate sugli exit poll, con i dati che si consolideranno mano a mano che chiuderanno le urne nei vari Paesi. Nella mattina del 10 giugno i risultati definitivi dovrebbero essere annunciati via conferenza stampa dai portavoce del Parlamento.

Quanti sono i membri eletti?

Attualmente, gli eurodeputati sono 705 (compresa la presidente Roberta Metsola), mentre nella legislatura che si insedierà questa estate (la decima) saranno 720, poiché sono stati aggiunti 15 seggi ripescati tra quelli che erano andati "persi" con la Brexit. I membri dell'Eurocamera provengono da tutti e 27 gli Stati membri, secondo un rapporto di proporzionalità decrescente rispetto alla popolazione nazionale (per evitare che i Paesi più piccoli siano sottorapresentati): ogni Stato membro ha diritto a minimo 6 e massimo 96 eurodeputati, che in totale non possono comunque superare quota 750, più il/la presidente (numero raggiunto nella legislatura uscente, la nona). L'Italia continuerà anche quest'anno a eleggere 76 deputati: è il terzo contingente nazionale più numeroso, dopo quelli tedesco e francese (96 e 81 deputati rispettivamente).

Come si eleggono gli eurodeputati? 

Come detto, non esiste una vera e propria legge elettorale europea applicabile in tutti gli Stati membri. L'unico metodo comune è l'uso del sistema proporzionale puro, per cui ogni partito ottiene un numero di rappresentanti che rispecchia esclusivamente il proprio risultato elettorale – il che disincentiva fortemente le coalizioni tra partiti. In Italia ci sono cinque circoscrizioni macro-regionali: Nord Ovest (Valle d'Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia), Nord Est (Emilia-Romagna, Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia), Centro (Toscana, Marche, Umbria, Lazio), Sud (Abruzzo, Molise, Campania, Calabria, Basilicata, Puglia) e Isole (Sicilia e Sardegna). 

Nel nostro Paese è inoltre prevista una soglia di sbarramento al 4% a livello nazionale, nonostante periodicamente si discuta sull'opportunità di abbassarla o rimuoverla direttamente. Sui 27 Paesi Ue, nove hanno una soglia più alta, al 5%, mentre altri due (Spagna e Cipro) ne hanno una più bassa (3% e 1,8% rispettivamente); infine, i restanti 13 non prevedono alcuno sbarramento. 

Come si vota e chi può votare?

Per poter votare alle europee basta essere cittadini italiani maggiorenni, mentre per essere eletti bisogna aver compiuto i 25 anni. La soglia di 25 anni per l'elettorato passivo, che l'Italia condivide con la Grecia, è la più alta tra gli Stati Ue: in Romania si può essere eletti a 23 anni, in altri nove Paesi membri a 21 e in tutti gli altri a 18. In alcuni Stati anche l'età minima per l'elettorato attivo è più bassa: si vota dai 16 anni in Austria, Belgio, Germania e Malta e dai 17 in Grecia. Il Pe vorrebbe che si potesse votare a partire dai 16 anni in tutti i Ventisette, ma questa riforma non è in agenda al momento. Esiste il voto obbligatorio in quattro Paesi membri: Belgio, Bulgaria, Grecia e Lussemburgo.

Possono votare e candidarsi sia i cittadini italiani residenti in Italia che quelli residenti in un altro Paese dell'Ue, purché regolarmente registrati all'Aire. In quest'ultimo caso, si dovrà scegliere se votare nella circoscrizione italiana di origine o nello Stato membro in cui si risiede. Insieme all'Italia, solo l'Irlanda, il Belgio e la Polonia prevedono liste aperte, nelle quali cioè è possibile esprimere preferenze per candidati individuali. Sulla scheda, gli elettori italiani possono esprimere fino a un massimo di tre preferenze, le quali tuttavia non possono andare tutte a candidati del medesimo genere. 

I programmi dei partiti per le europee

Nonostante non sia formalmente obbligatorio per questo tipo di competizione elettorale (tale obbligo esiste solo per le elezioni legislative nazionali), quasi tutti i partiti italiani hanno messo a punto un proprio manifesto elettorale, sulla base del quale chiedere la fiducia di cittadini e cittadine. Europa Today ha raccolto per voi tutti i programmi delle principali forze politiche, che trovate qui sotto.

Il programma di Fratelli d'Italia

Il programma del Partito democratico

Il programma del Movimento 5 stelle

Il programma di Azione – Siamo europei

Il programma degli Stati Uniti d'Europa

Il programma di Forza Italia – Noi moderati

Il programma della Lega

Il programma dell'Alleanza verdi e sinistra

Il programma di Pace terra dignità

Il programma di Libertà

Il programma di Volt

I partiti italiani in Europa

E dove si collocano i partiti nostrani nella legislatura uscente? Il partito della premier, Fratelli d'Italia, è uno dei membri più rappresentati nel gruppo dei Conservatori (Ecr), di cui Giorgia Meloni è presidente dal settembre 2020. Quanto agli altri partiti dell'attuale maggioranza italiana, la Lega ha la delegazione più grossa nel gruppo dell'ultradestra euroscettica di Identità e democrazia (Id), mentre Forza Italia fa parte dei Popolari (Ppe). Passando alle opposizioni, il Partito democratico è un membro dei Socialisti (S&D), mentre nel gruppo dei liberali (Renew) sono attualmente presenti due parlamentari di Azione, uno di Italia viva e un indipendente. Gli eurodeputati del Movimento 5 stelle fanno parte dei non iscritti (alcuni sono passati nel corso della legislatura ad altri gruppi), mentre non ci sono europarlamentari italiani nel gruppo della Sinistra. 

Qui sotto trovate le liste di tutti i partiti nelle cinque circoscrizioni elettorali in cui è suddivisa la Penisola per le europee di giugno.

I candidati nella circoscrizione Nord Ovest

I candidati nella circoscrizione Nord Est

I candidati nella circoscrizione Centro

I candidati nella circoscrizione Sud

I candidati nella circoscrizione Isole

I candidati di punta

C'è poi la questione dei candidati di punta (o Spitzenkandidaten) designati dai partiti politici europei per la presidenza della Commissione. Questa innovazione istituzionale, che non è stata formalizzata a livello giuridico, prevede che il partito che "vince" le elezioni esprima il capo dell'esecutivo comunitario, cioè appunto il proprio kandidat, rendendo la dinamica elettorale più familiare per i cittadini.

Ma, attualmente, i Trattati Ue stabiliscono solo che il Consiglio europeo (che riunisce i leader dei Paesi membri) deve proporre un nome per la guida della Commissione  "tenendo in considerazione" i risultati delle elezioni, nome che poi il Parlamento può approvare o respingere. Gli eurodeputati vorrebbero invece rendere automatico il meccanismo dei candidati di punta, perché darebbe ai partiti politici europei un ruolo molto maggiore e limiterebbe al contempo lo spazio discrezionale dei leader nazionali. I quali ovviamente non vogliono vincolarsi ad una procedura così stringente.

Questo sistema, fino ad oggi, ha avuto alterne fortune: nel 2014 sembrò avere successo, dato che venne scelto Jean-Claude Juncker (il kandidat dei Popolari, che arrivarono primi alle elezioni), ma nel 2019 il Consiglio europeo nominò a sorpresa Ursula von der Leyen, sempre dei Popolari, ma ignorando il candidato del partito (che vinse di nuovo), Manfred Weber. Quest'anno, gli Spitzenkandidaten sono la stessa von der Leyen (Ppe), il commissario lussemburghese Nicolas Schmit (Pse), il "team Europe" composto da Valérie Hayer, Sandro Gozi e Anne-Marie Strack-Zimmermann (Renew), gli eurodeputati Terry Reintke e Bas Eickhout (Verdi) e Walter Baier, cui si aggiungono Valeriu Ghiletchi (per il Movimento cristiano politico europeo) e Maylis Roßberg e Raül Romeva (per l'Alleanza libera europea).

I partiti europei a Strasburgo

Come detto, gli eurodeputati si eleggono su base nazionale, ma al Parlamento europeo si aggregano non secondo la loro provenienza geografica bensì secondo l'appartenenza politica. In generale, i partiti degli Stati membri sono affiliati ai partiti europei (aggregazioni continentali più o meno strutturate, che possiamo considerare come delle grandi famiglie politiche europee), le quali si riflettono nei gruppi parlamentari dell'emiciclo di Strasburgo, che come i gruppi dei parlamenti nazionali sono organizzati in senso gerarchico (e i quali ottengono i propri finanziamenti dal bilancio dell'Aula).

Il gruppo più numeroso è quello del Partito popolare europeo (Ppe) di centro-destra, che conta attualmente 177 deputati (inclusa la presidente dell'Aula, Roberta Metsola). A seguire c'è l'Alleanza progressista dei socialisti e dei democratici (S&D) di centro-sinistra, con 140 seggi. In terza posizione ci sono i liberali di Renew con 102 parlamentari, mentre al quarto posto troviamo i Verdi (Greens/Efa) con 72 deputati. Le destre europee sono ripartite tra i Conservatori e riformisti europei (Ecr) e il gruppo di Identità e democrazia (Id), che dispongono rispettivamente di 68 e 59 seggi nell'assemblea. I deputati della Sinistra (Gue/Ngl) sono 37 e, infine, ci sono 50 parlamentari non affiliati ad alcun gruppo politico. Da diverso tempo, la maggioranza all'Eurocamera è composta da una grande coalizione delle forze europeiste, cioè popolari, socialisti e liberali.

Qui sotto trovate i programmi elettorali e gli Spitzenkandidaten (per chi ce li ha) dei partiti europei.

Programma e candidata del Ppe

Programma e candidato del Pse

Programma e candidati di Renew

Programma e candidati dei Verdi

Programma e candidati della Sinistra

Programma dell'Ecr

Programma dell'Id

Cosa dicono i sondaggi per le europee 2024?

Stando alle proiezioni, alle prossime europee i gruppi di destra dovrebbero crescere notevolmente. Pareva addirittura che i sovranisti dell'Id, dove i leghisti italiani siedono insieme ai francesi del Rassemblement national di Marine Le Pen e gli olandesi del Pvv di Geert Wilders, potessero addirittura sfondare quota 90 deputati, diventando la terza forza politica nell'assemblea. Ma da quando la delegazione dell'ultradestra tedesca (Alternative für Deutschland, AfD) è stata espulsa, probabilmente i sogni di gloria del gruppo dovranno essere ridimensionati. Sicuramente hanno il vento in poppa anche i conservatori dell'Ecr, che potrebbero conquistare oltre un'ottantina di seggi. 

A livello delle delegazioni nazionali, le più nutrite di Strasburgo potrebbero proprio essere quelle delle due "regine" della destra europea: Le Pen e Meloni, che porterebbero in dote una trentina di eurodeputati ciascuna (parlamentare più, parlamentare meno, in base alle stime). I due raggruppamenti della destra radicale (Ecr e Id), insieme, sono attualmente in testa nelle proiezioni in Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Francia, Ungheria, Paesi Bassi, Polonia e Slovacchia, oltre che in Italia. E si piazzerebbero al secondo o al terzo posto in Bulgaria, Estonia, Finlandia, Germania, Lettonia, Portogallo, Romania, Spagna e Svezia. 

Teoricamente, numeri alla mano, l'Eurocamera potrebbe vedere la nascita di un'inedita maggioranza spostata decisamente a destra, formata da popolari, conservatori e sovranisti (un trio che potrebbe mettere insieme oltre 350 parlamentari negli scenari più rosei), sostenuta da qualche puntello esterno (magari dai non iscritti o dai liberali). Politicamente, però, gli osservatori concordano nel ritenere improbabile uno scenario del genere (che sarebbe il sogno delle destre italiane), poiché una buona parte dei popolari di centro-destra non vuole allearsi con gli estremisti di AfD o del Rassemblement, e probabilmente ci sarebbero frizioni anche coi polacchi di PiS alleati di Meloni.

Ancora più dura, almeno sulla carta, l'opposizione dei membri di Renew ad entrare in coalizione con l'estrema destra, anche se il recente accordo per la formazione di un nuovo governo nei Paesi Bassi tra liberali ed ultranazionalisti ha sconfessato l'impegno preso dal gruppo a livello europeo (con potenziali riverberi sugli equilibri a Strasburgo, se una frattura dovesse aprirsi tra le delegazioni centriste). Per ora, in ogni caso, l'ipotesi più verosimile rimane quella di una nuova grande coalizione centrista, magari allargata agli ecologisti. 

Naturalmente, i seggi guadagnati da ciascun partito nazionale saranno conosciuti con certezza dopo il 9 giugno. Occorrerà invece attendere almeno la sessione costitutiva della prossima legislatura (la prima plenaria del nuovo Parlamento è fissata dal 16 al 19 luglio) per avere un'idea dell'equilibrio relativo tra i vari gruppi parlamentari, perché ci saranno quasi sicuramente dei movimenti difficili da prevedere in anticipo: non solo le defezioni (o le espulsioni) e i cambi di casacca delle delegazioni nazionali già rappresentate all'emiciclo, ma anche la collocazione dei partiti che entrano a Strasburgo per la prima volta (i cosiddetti "nuovi non affiliati") e che saranno alla ricerca di una famiglia politica.

Per ulteriori informazioni rimandiamo al portale dedicato del Parlamento europeo.

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