Il 13 febbraio 2024 è la Giornata mondiale della radio: la storia da Marconi a Chiamate Roma 3131 | Corriere.it

Il 13 febbraio 2024 è la Giornata mondiale della radio: la storia da Marconi a Chiamate Roma 3131

diChiara Barison

Nata a fine '800 grazie agli studi sulle radiazioni elettromagnetiche, oggi è un mezzo di comunicazione che resiste e continua a evolversi

Giornata radio

«La radio? È il primo social network della storia». La definisce così Tiziano Bonini, docente di media studies all'Università di Siena, che la studia a fondo da anni. Un 13 febbraio di 78 anni fa veniva diffusa nell'etere la prima trasmissione di Radio Onu. Dal 2012, per ricordare quel momento storico, l'Unesco ha deciso di istituire la Giornata mondiale della radio. Il segreto della sua longevità «sta nella sua semplicità», prosegue Bonini, «si tratta di una tecnologia elementare che permette l'utilizzo anche in zone sperdute del mondo mettendo in connessione le comunità per diversi scopi». 

Dalle radiazioni elettromagnetiche alla radio

La tecnologia alla base della radio è frutto di ricerche indipendenti che si sono succedute nel tempo, come ad esempio gli studi per realizzare il telegrafo nella prima metà dell'800. Alcuni scienziati avevano scoperto l'esistenza delle onde radio che viaggiano nell'aria e che possono essere intercettate con appositi strumenti. La svolta è merito di James Clerk Maxwell, teorico scozzese dell'elettromagnetismo, e Heinrich Rudolf Hertz, fisico tedesco che sperimentò per la prima volta l'esistenza delle radiazioni elettromagnetiche. La scoperta attirò così l'attenzione di altri due fisici che, pur non essendo insieme, iniziarono a lavorare allo stesso progetto. Uno era l'italiano Guglielmo Marconi (di cui il 25 aprile si celebrano 150 anni dalla nascita), l'altro il russo Aleksandr Stepanovic Popov. Anche se poi, a brevettare la radio è stato il solo Marconi il 5 marzo 1896 a Londra, città in cui aveva deciso di trasferirsi per perfezionare i suoi studi. Viste le reticenze del tempo, la validità della scoperta fu acclarata solo quando il segnale riuscì ad arrivare oltreoceano, mentre a Marconi nel 1909 fu assegnato il premio Nobel per la Fisica.

La radio in Italia

In Italia la radio è stata uno strumento fondamentale per la propaganda fascista. Nel 1924, con regio decreto, venne istituita la Uri (Unione radiofonica italiana) che nel 1927 divenne Eiar (Ente italiano per le audizioni radiofoniche) al quale fu affidato il monopolio delle trasmissioni radiofoniche. «La radio all'inizio è comunque uno strumento molto costoso», precisa Irene Piazzoni, docente di Storia della radio e della televisione presso l'Università degli studi di Milano, «diventerà un fenomeno di massa molto gradualmente a partire dal secondo dopoguerra». Dopo quasi 50 anni di appannaggio totalmente statale, nel 1974 la Corte Costituzionale apre alla possibilità di fondare radio private. Iconica la trasmissione Chiamate Roma 3131 che, con la conduzione di Gianni Boncompagni, Franco Moccagatta e Federica Taddei, consentì per la prima volta la partecipazione del pubblico in diretta.

Web radio e podcast 

Con l'arrivo di internet si sono moltiplicate le web radio, digitali in tutto e per tutto siccome trasmettono attraverso la rete. Non si tratta quindi più di captare le onde elettromagnetiche per sintonizzarsi su una stazione, ed è sintomatico di come la radio sia stata in grado di adattarsi all'evoluzione tecnologica. Inoltre, sempre grazie al web ora proliferano i podcast - prodotti anche dalle stesse emittenti radiofoniche - che possono essere ascoltati quando si preferisce senza sottostare agli orari del palinsesto. Per il professor Bonini però si tratta di qualcosa di molto diverso dalla radio: «Non hanno lo stesso bacino, si tratta di contenuti molto più impegnativi da seguire, non si possono tenere come sottofondo senza ascoltare con attenzione». E sul loro futuro non ha grossi dubbi, non si tratta di una moda ma «di un trend in evidente crescita soprattutto nella fascia di età tra i 15 e i 34 anni», al contrario della radio tradizionale i cui ascolti sono invece «in calo».

13 febbraio 2024