Da top model a editrice (e oltre). Il regno di carta di Karlie Kloss - la Repubblica

Primo piano
La Super-modella Karlie Kloss, 32 anni, è imprenditrice e anche editrice: sono sue le testate I-D e Life. Nella foto del dicembre 2023 è all’Academy Museum Gala in Schiaparelli (foto Getty)
La Super-modella Karlie Kloss, 32 anni, è imprenditrice e anche editrice: sono sue le testate I-D e Life. Nella foto del dicembre 2023 è all’Academy Museum Gala in Schiaparelli (foto Getty) 
Primo piano

Il regno di carta di Karlie Kloss: da top model a editrice di giornali (e oltre)

Il successo nella moda è solo l’inizio: compra giornali, ha una media company, ha creato Kode with Klossy, programma di corsi gratuiti di coding per ragazze adolescenti, e si batte per i diritti delle donne e l'aborto. Tenendo lontano un parente scomodo: Donald Trump

3 minuti di lettura

Le altre top-model vengono celebrate con copertine e servizi fotografici. A Karlie Kloss, lo scorso primo aprile, hanno dedicato un’intera strada. La Karlie Kloss Way è a St. Louis, in Missouri, la città dove la modella è cresciuta assieme alla madre Tracy, al padre Kurt e alle 3 sorelle Kristine, Kimberley e Kariann. Ma se la sua straordinaria carriera nella moda di sicuro l’ha resa uno dei membri più illustri della città, da sola non basta a giustificare un riconoscimento di tale portata. E infatti, lei non è una supermodella come le altre: vero, è arrivata al successo attraverso centinaia di sfilate, campagne pubblicitarie ed editoriali, ma se oggi si parla tanto di lei, è per altre ragioni.

Karlie Kloss sulla cover di i-D nel 2013. Oggi la rivista è di sua proprietà
Karlie Kloss sulla cover di i-D nel 2013. Oggi la rivista è di sua proprietà 

Ad appena 32 anni, Karlie ha infatti smantellato tutti i preconcetti su ciò che una modella può e non può fare una volta “cresciuta”: c’è chi punta sulle linee di bellezza, chi sulla recitazione, chi si dà a yoga e fitness. Karlie è diventata una potenza editoriale: prima è entrata nel consiglio d’amministrazione di W, prestigiosa testata di nicchia statunitense, poi ha rilevato i-D, il simbolo dello stile alternativo inglese. Infine, pochi giorni prima della cerimonia a St. Louis, ha aggiunto al suo portfolio anche Life, bibbia del giornalismo fotografico che aveva cessato le pubblicazioni nel Duemila. Una curiosità: Kloss è stata sulla copertina di tutte e tre le testate. In particolare, Life nel 2011 ha raccontato la sua vita tra sfilate, scuola e famiglia; oltre a lei, le sole altre modelle ad avere avuto la cover del giornale sono state leggende come Verushka, Twiggy e Naomi Sims, una delle prime top nere.

Karlie Kloss sulla cover di Life nel 2011. Oggi la rivista è di sua proprietà
Karlie Kloss sulla cover di Life nel 2011. Oggi la rivista è di sua proprietà 

Ma Karlie non s’è limitata a questo. Prima di lanciarsi nell’editoria è stata una delle più appassionate sostenitrici dell’insegnamento della tecnologia nelle scuole, tanto da lanciare Kode with Klossy, programma di corsi gratuiti di coding per ragazze adolescenti. Si è inoltre distinta per l’impegno politico a favore dei democratici; negli ultimi mesi, attraverso i suoi social (12,6 milioni di follower su Instagram) ha mostrato la sua campagna a favore della libertà di scelta per le donne sull’aborto. Il tutto riuscendo a tenere miracolosamente a distanza i parenti acquisiti. E che parenti: nel 2018 Karlie ha sposato Joshua Kushner (hanno due figli, Levi Joseph ed Elijah Jude), rampollo di una delle famiglie più potenti di New York e soprattutto fratello minore di Jared, marito di Ivanka Trump e tra i collaboratori più fidati del padre di lei, Donald. Presenze a dir poco ingombranti, Karlie ha optato per ignorarli, evitando le foto pubbliche assieme.

Con un post su Instagram la modella ha mostrato il suo supporto alle associazioni pro-choice (che combattono per la libera scelta delle donne nell'aborto) del Missouri
Con un post su Instagram la modella ha mostrato il suo supporto alle associazioni pro-choice (che combattono per la libera scelta delle donne nell'aborto) del Missouri 

Sono quindi molti gli elementi che rendono la sua carriera decisamente anomala. Tanto per cominciare, è iniziata in un’epoca in cui il fenomeno delle supermodelle pareva finito. È il 2007 quando Karlie, appena quindicenne, viene notata da un talent scout a una sfilata di beneficenza in Missouri: pochi giorni dopo è sotto contratto con un’agenzia di New York, pronta per le fashion week. Non ha nessuna esperienza ma, complici i quasi 185 centimetri d’altezza e la grazia derivante da anni di danza classica, alla fine viene ingaggiata per 64 sfilate, un record.

Ma anche una volta ascesa nell’Olimpo della moda, Karlie non ha perso la testa. Mai una voce maligna su di lei, un pettegolezzo, uno scandalo, nulla. È come se sin dal principio fosse proiettata in avanti, verso un futuro oltre la moda. E se Kode with Klossy è stata un’idea tutta sua, quella di entrare nell’editoria è dovuta anche al marito: Life infatti è un’acquisizione compiuta in tandem con lui e con lasua società d’investimento, Thrive (valutata 5,2 miliardi di dollari), che figura anche tra le finanziatrici della Bedford Media, la start-up fondata da Kloss.

Altra particolarità: Karlie non parla. Si limita a comunicati ufficiali, come quello in cui descrive Life come “Una voce edificante e unificante nel caos che è il panorama editoriale attuale”. Lo scopo è chiaramente distogliere l’attenzione dal suo personaggio, per dare risalto ai suoi progetti. Ma Karlie fa sempre le cose a modo suo, e se da una parte centellina le dichiarazioni, dall’altra continua a lavorare come modella: di recente ha sfilato per Schiaparelli, è testimonial di Carolina Herrera e Swarovski, e non ha intenzione di ritirarsi.

Un mix inusuale che ha fatto molto parlare: c’è infatti chi non la ritiene abbastanza scafata per gestire testate tanto importanti, ma la maggioranza degli addetti ai lavori applaude l’operazione. L’editoria è in una una fase complicata, non può quindi che far piacere che ci sia qualcuno pronto a investire tanto sui giornali “di carta”. Che Karlie faccia sul serio, comunque, lo dimostrano i fatti, per quanto sgradevoli: la neo-imprenditrice ha licenziato personalmente, via Zoom, i dipendenti di i-D caduti sotto la scure della ristrutturazione della rivista, da lei rilevata sull’orlo del fallimento. A meno di non essere dei sadici, a nessuno piace licenziare qualcuno; il fatto che lei si sia decisa a farlo in prima persona, piuttosto che delegare altri, dimostra che non vuole sottrarsi al suo ruolo anche nella fasi più difficili.