Stretto di Messina, l’occhio del satellite conferma la faglia del sisma del 1908

Lo studio di Giovanni Barreca, ricercatore di Geologia strutturale del dipartimento di Scienze Geologiche ed Ambientali dell’Università di Catania

Giovanni Barreca

A tre anni dalla pubblicazione dello studio scientifico che ha identificato per la prima volta la faglia da cui si originò il devastante terremoto di Messina-Reggio di Calabria del 28 dicembre 1908 (magnitudo stimata M=7.1, figura 1-a) con un’eco mediatico transnazionale innescando un dibattito in ambito scientifico e nell’opinione pubblica anche in relazione alle implicazioni in merito alla progettazione del Ponte sullo Stretto, adesso nuovi dati satellitari rilasciati dal consorzio Copernicus dell’European Union’s Space programme (non disponibili all’epoca con tale risoluzione) confermano l’ubicazione nell’entroterra calabro della faglia in questione - denominata W-fault - e anche la sua attività tettonica attuale.

I dati satellitari interferometrici resi disponibili dal consorzio Copernicus rappresentano l'avanguardia della tecnologia di telerilevamento spaziale e, grazie alle elaborazioni InSAR (Sintetic Aperture Radar Interferometry), riescono a catturare in un intervallo di tempo specifico (2018-2022) i movimenti orizzontali e verticali del suolo con precisione millimetrica e sull’intero continente europeo.

Puntando l’occhio sullo Stretto di Messina, i dati sul movimento del suolo mostrano chiaramente come il settore calabro compreso tra Cannitello, Villa San Giovanni e Campo Calabro – dove presumibilmente sorgerà il pilone calabro del ponte - è in sollevamento, mentre quello a sud del torrente Catona (Gallico, Catona) è in abbassamento con tassi di movimento superiori ad 1,5 millimetri per anno.

Il limite tra la zona in sollevamento e quella in abbassamento è un contrasto di velocità abbastanza netto e con sviluppo rettilineo- un pattern tipicamente associato a strutture tettoniche attive - e delinea perfettamente la struttura riportata nello studio pubblicato dall’Università di Catania, Ingv-Osservatorio Etneo e Università di Kiel nel 2021, ovvero il tratto calabro della W-Fault (figura 1-b).

La prova indipendente rafforza dunque i risultati dello studio ponendo la W-Fault come l’elemento sismotettonico chiave per tutta l’area dello Stretto di Messina.

Ciò dovrebbe rivestire notevole importanza in relazione alla progettazione di future infrastrutture nell’area in quanto l’ubicazione in mappa, i tassi di attività tettonica e le dimensioni della faglia rappresentano gli ingredienti fondamentali per la stima delle azioni sismiche di progetto come ad esempio l’accelerazione orizzontale attesa al sito in condizioni dinamiche.  

Wfault

Confronto tra la faglia responsabile del terremoto del 1908 mappata lungo l’asse dello Stretto di Messina ed in Calabria meridionale (Barreca et al., 2021 – a sinistra) e i dati satellitari sul movimento del suolo (azzurro-sollevamento, rosso-abbassamento, a destra) nell’area dello Stretto di Messina. In Calabria, il limite sollevamento/abbassamento (a tratteggio in rosso) corrisponde al segmento di faglia attiva mappata nello studio del 2021