Cene “a sorpresa” con famiglie migranti. Un progetto di relazione in cui si sceglie di incontrare l’altro, scommettendo personalmente su quell’appuntamento. E ogni anno dal 2014 lo stupore aumenta su chi si affaccia a “Indovina chi viene a cena?” a Verona, comprendendo che si tratta di una pratica di buon vicinato in tante altre città italiane, frutto della creatività e dell’intuizione della Rete italiana di cultura popolare che l’associazione culturale veronetta129 ha incontrato un decennio fa a Torino e ha letteralmente adottato un format che oggi a Verona è simbolo di intercultura e coinvolgimento.

I numeri del progetto interculturale

Le organizzatrici e gli organizzatori tirano le fila di questo progetto di relazione continua che si intreccia con le attività associative in città.

108 cene, 535 ospiti accolti, 39 famiglie coinvolte, 35 nazionalità rappresentate, 9 incontri zoom e 2 dirette online con 12 protagonisti e più di 110 partecipanti da ogni parte del mondo.

E più di 4mila mail mandate e ricevute da veronetta129 che si occupa di triangolare le disponibilità di famiglie ospitanti e ospiti, con un occhio di riguardo sempre a intolleranze e allergie alimentari. Nemmeno il covid ha fermato questi appuntamenti virtuosi che tra il 2020 e il 2022 si sono svolti online appunto con chiacchiere, preparazione di cibo e tanti racconti.

Il coinvolgimento della città e la narrazione stereotipata dell’Altro

«Leggere i dati, i numeri, circa le cene organizzate, le persone e famiglie coinvolte, il numero elevatissimo di mail mandate e ricevute, fa sicuramente impressione – ci spiega Erica Tessaro, una delle socie fondatrici dell’associazione veronetta129 che si occupa sin dall’inizio di questo particolare appuntamento -. E mi sorprende: mai avremmo pensato 10 anni fa che saremmo arrivate a questo punto! In una città come Verona, soprattutto, decisamente non nota alle cronache per il suo spirito accogliente e aperto nei confronti delle persone con background migratorio.

Eppure, mettendo assieme tutti i sorrisi, tutte le foto, i momenti vissuti, i profumi, le tavole imbandite, i meravigliosi pensieri post cena dei partecipanti condivisi con noi organizzatrici, davvero mi rendo conto di quanto è stato fatto, di tutta la bellezza che è nata negli anni da questo progetto».

Massimo, uno degli oltre 530 cittadini che hanno partecipato alle cene, ha raccontato così la sua esperienza: «Questo splendido progetto mira a promuovere l’inclusione e a superare i pregiudizi nella nostra vivace città, ed è esattamente ciò che sta facendo. Fin dal momento in cui ho varcato la soglia di casa di B., sono stato avvolto da un’accoglienza sincera e profonda che ha permeato tutta la serata. Condividendo storie e risate con ospiti provenienti da angoli diversi del mondo, ho sperimentato un senso di connessione profondo, reso possibile solo da esperienze condivise come questa. La cena non è stata solo un nutrimento per l’anima ma anche per i sensi. Ci sono stati serviti una serie di piatti marocchini squisiti, deliziosi quanto la compagnia. I sapori ricchi e gli aromi erano una testimonianza perfetta della bellezza e della diversità della cultura marocchina».

Un pic-nic a Villa Buri per il decimo anniversario

«Organizzare le cene non è affatto semplice, il “lavoro nell’ombra” che facciamo è davvero molto – continua Erica Tessaro -, ma è fonte di immensa soddisfazione perché puntualmente è “lavoro” che crea incontri tra le persone, mette in relazione realtà che altrimenti mai si sarebbero conosciute, abbatte stereotipi e avvicina le persone, crea legami e scardina preconcetti.

Un momento del pic-nic 2023

Spesso mi ritrovo ad organizzare le cene e a non partecipare, ovviamente, lasciando spazio a chi si è iscritto o iscritta al progetto per quella data, e invidiare le persone per cui ho organizzato le cene!

Le invidio perché so che la cena sarà un momento interessante e piacevole, che passando per profumi, colori e gusti che provengono da altri paesi porterà i/le partecipanti a conoscere altre persone e allo stesso tempo anche se stessi, un po’ di più. Sono felicissima di incontrarci tutti e tutte al pic-nic conclusivo di questa edizione perché sarà un momento per stare assieme, famiglie comprese. Le famiglie sono il cuore del progetto, con la loro voglia di aprire la porta della propria casa e ospitare per una cena degli estranei a cui far assaggiare il piatto del cuore, o il piatto della propria famiglia».

L’appuntamento per celebrare questi anni di riflessioni sulle diversità e l’incontro autentico è fissato per sabato 18 maggio dalle 11.30 alle 14 a Villa Buri, per un pic-nic in pieno stile “Indovina chi viene a cena?” dove ci saranno famiglie autoctone e migranti che si scambieranno ottimo cibo, chiacchiere e giochi.

E per l’undicesima edizione? In agenda le nuove cene partiranno, come da consuetudine, a novembre 2024, l’ultimo sabato del mese, fino a maggio.

Per informazioni basta immergersi nella pagina Facebook di “Indovina chi viene a cena? Verona” oppure nella pagina Instagram di veronetta129. O scrivere a info@veronetta129.it

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