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The Predator (2018)
Tutte le versioni Blu-ray | Edizione | Dischi | Prezzo Amazon | Nuovo a partire da | Usato da |
Blu-ray
28 gennaio 2019 "Ti preghiamo di riprovare" | — | 1 | 14,08 € | 14,55 € |
Blu-ray
4 gennaio 2019 "Ti preghiamo di riprovare" | — | — | 23,37 € | — |
Blu-ray
18 dicembre 2018 "Ti preghiamo di riprovare" | — | 2 | 25,58 € | 23,82 € |
Blu-ray
10 maggio 2019 "Ti preghiamo di riprovare" | — | 1 | 26,72 € | 26,60 € |
Blu-ray
12 febbraio 2019 "Ti preghiamo di riprovare" | Steelbook Edition | 1 | 49,90 € | 24,99 € |
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Descrizione Prodotto
THE PREDATOR
Diretto e co-sceneggiato da SHANE BLACK, già regista di film come Iron Man 3 e creatore di Arma Letale, nonché attore nel Predator originale del 1987. Questo nuovo capitolo di una delle saghe di fantascienza più amate di tutti i tempi non è un sequel, bensì un reboot del primo Predator, ormai un classico firmato da JOHN MCTIERNAN con ARNOLD SCHWARZENEGGER.
TRAMA
La caccia si è evoluta - e con essa anche l’azione esplosiva - nel nuovo capitolo della saga di Predator, diretto da Shane Black. I cacciatori più letali dell’universo sono adesso ancora più pericolosi, più forti, più intelligenti e solo uno sgangherato gruppo di ex soldati e un’insegnate di biologia evolutiva possono impedire la fine della razza umana.
Nel cast, oltre al vincitore di 2 Emmy e un Golden Globe STERLING K. BROWN (This is Us, Il Caso O.J. Simpson – American Crime Story), ALFIE ALLEN (Il Trono di Spade), BOYD HOLBROOK (Narcos) e OLIVIA MUNN (X-Men: Apocalisse).
- REGIA: Shane Black
- CAST: Olivia Munn, Boyd Holbrook, Trevante Rhodes, Sterling K. Brown, Alfie Allen, Jacob Tremblay
- GENERE: Horror, Azione, Fantascienza
- ANNO DI PRODUZIONE: 2018
- NAZIONALITÀ: USA
Immagini di scena
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DVD | Blu-Ray | 4K Ultra HD | Blu-Ray Steelbook | |
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Audio | Italiano 5.1 Dolby Digital, Inglese 5.1 Dolby Digital | Italiano 5.1 DTS, Inglese 7.1 DTS HD Master Audio | 4K Ultra HD: Italiano 5.1 DTS, Inglese Dolby Atmos | Italiano 5.1 DTS, Inglese 7.1 DTS HD Master Audio |
Definizione | 16:9 | 16:9 (2.39:1). Presentato con una risoluzione di 1.920 x 1.080 pixel, 24 frame al secondo | 16:9 (2.39:1). Presentato con una risoluzione di 1.920 x 1.080 pixel, 24 frame al secondo UHD66 | 16:9 (2.39:1). Presentato con una risoluzione di 1.920 x 1.080 pixel, 24 frame al secondo |
Sottotitoli | Italiano, Inglese | Italiano, Inglese | Italiano, Inglese | Italiano, Inglese |
Contenuti Speciali | SCENE ELIMINATE - UN TOCCO DI BLACK - EVOLUZIONE DEL PREDATOR - SQUADRA D’ASSALTO - LA STORIA…PRIMA D’ORA - GALLERIA | SCENE ELIMINATE - UN TOCCO DI BLACK - EVOLUZIONE DEL PREDATOR - SQUADRA D’ASSALTO - LA STORIA…PRIMA D’ORA - GALLERIA | SCENE ELIMINATE - UN TOCCO DI BLACK - EVOLUZIONE DEL PREDATOR - SQUADRA D’ASSALTO - LA STORIA…PRIMA D’ORA - GALLERIA | SCENE ELIMINATE - UN TOCCO DI BLACK - EVOLUZIONE DEL PREDATOR - SQUADRA D’ASSALTO - LA STORIA…PRIMA D’ORA - GALLERIA |
Caratteristiche Speciali Packshot | Steelbook Edition | |||
Durata | 102 minuti ca. | 106 minuti ca. | 106 minuti ca. | 106 minuti ca. |
Numero Dischi | 1 | 1 | 2 (1 disco 4K Ultra HD e 1 disco Blu-Ray) | 1 |
Dettagli prodotto
- Età consigliata : Film per tutti
- Dimensioni del collo : 17,2 x 13,6 x 1,2 cm; 60 grammi
- Formato supporto : PAL, Schermo panoramico, Blu-ray
- Data d'uscita : 12 febbraio 2019
- Attori : Boyd Holbrook, Trevante Rhodes, Jacob Tremblay
- Studio : 20th Century Fox - Disney
- Garanzia e recesso: Se vuoi restituire un prodotto entro 30 giorni dal ricevimento perché hai cambiato idea, consulta la nostra pagina d'aiuto sul Diritto di Recesso. Se hai ricevuto un prodotto difettoso o danneggiato consulta la nostra pagina d'aiuto sulla Garanzia Legale. Per informazioni specifiche sugli acquisti effettuati su Marketplace consulta la nostra pagina d'aiuto su Resi e rimborsi per articoli Marketplace.
- ASIN : B07K4FFG4N
- Numero di dischi : 1
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 10,948 in Film e TV (Visualizza i Top 100 nella categoria Film e TV)
- n. 903 in Fantascienza (Film e TV)
- n. 957 in Horror (Film e TV)
- n. 1,657 in Thriller
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Trailer
Making Of
Gallery
Evoluzione del Predator
Scene tagliate (poco interessanti)
Il Cast
E poi uno special che racconta in breve, tutta la storia della saga Predator (AVP Esclusi).
Le recensioni migliori da altri paesi
Handlung
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Ein Predator stürzt mit dem Raumschiff auf die Erde, kreuzt die Wege mit einem Scharfschützen inmitten eines Sondereinsatzes und landet letztendlich in einem geheimen Forschungslabor des US-Militärs. Der nicht gerade erfreute Außerirdische entkommt natürlich, woraufhin sich der Scharfschütze, gemeinsam mit einer schlagfertigen Wissenschaftlerin und einer Hand voll psychisch labiler Soldaten, an dessen Fersen hängt. Ein twistreiches Katz-Und-Maus-Spiel beginnt und als die vermeintlichen Verfolger feststellen, dass sowohl das Militär, als auch weitere extraterrestrische Geschöpfe gleichermaßen hinter ihnen her sind und der Predator seinerseits hinter dem Sohn des Scharfschützen, stellt sich sowohl für alle Beteiligten, als auch für die Zuschauer die Frage, wer hier eigentlich wen jagt. Die Antwort fällt, wie zu erwarten, relativ blutig aus.
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Kritik
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Shawn Black ("The Nice Guys") - Insidern dank der Drehbücher zu "Lethal Weapon", "The Last Boy Scout" und "Tödliche Weihnachten" als Grande Maestro des unterhaltsamen Buddy-Movies bekannt - hat sich mit der Umsetzung von "Predator: Upgrade" (im Original: 'The Predator') keinen Gefallen getan. Was wurde dieser lang erwartete Film im Vorfeld zu seiner Veröffentlichung nicht schon diskutiert und von vielen Fans der Reihe zerfleddert. Nach dem riesigen Milliarden-Erfolg von "Iron Man 3" hätte man meinen sollen, dass dem Regisseur nicht nur sämtliche Türen in Hollywood offen stehen sollten, sondern dass er darüber hinaus auch genügend Erfahrungen im Science-Fiction-Genre und im Umgang mit der neuesten Tricktechnik für einen zweiten Anlauf gesammelt hätte. Pustekuchen! Stellte der erste Teil der Predator-Reihe noch Actionkino in Reinkultur dar, der zweite immerhin einen soliden B-Actioner und Nimród Antals "Predators" aus dem Jahr 2010 irgend etwas inmitten, wollte der Shane Black diesmal, seiner Auffassung von gelungenem Entertainment entsprechend, vor allen Dingen das Zusammenspiel der Figuren betonen. Dieses Vorhaben ist ihm allerdings nur teilweise gelungen und wirkt oft ziemlich aufgesetzt. Was in einer gepflegten 'Männerrunde' mit einem Fläschchen Bier in der Hand noch funktionieren kann, dürfte beflissenen Film-Fans bei konzentrierter Aufmerksamkeit übel aufstoßen. Gewollt cool zu sein ist schon in so manchem Blockbuster tierisch in die Hose gegangen.
Manche Dialoge, welche von der umstrittenen Cast zum Besten gegeben werden, erscheinen derart platt und zurecht geschustert, dass dem vom Regisseur gemeinsam mit Fred Dekker, der sich unter anderem die Story zu "Ricochet - Der Aufprall" ausgedacht hat, verfassten Drehbuch mit zunehmender Laufzeit viel Leichtigkeit abhanden kommt. Und je öfter man sich das rund 100 Minuten lange Science-Fiction-Movie anschaut, desto banaler erscheinen sowohl einige Verbalentgleisungen, als auch der Handlungsverlauf.
Während Disney bezüglich der Trickaufnahmen von "Iron Man 3" nichts dem Zufall überließ und deren Effekt-Konstrukteure Christopher Townsend, Guy Williams, Erik Nash und Daniel Sudick im Jahr 2014 sogar mit einem Oscar für die besten visuellen Effekte nominiert wurden, scheitert "Predator: Upgrade" auf genau dieser Ebene eklatant. Obwohl Filmemacher Shane Black immerhin knapp 88 Millionen US-Dollar zur Verfügung standen ("Iron Man 3" wurde mit etwa 200 Millionen finanziert), gelang es ihm in Zusammenarbeit mit dem Special-Effect-Supervisor Alex Burdett ("Deadpool", "Planet der Affen: Revolution"), dem Bildhauer und Kostümbildner Wayne Anderson ("Avatar 2", "Jurassic World: Das gefallene Königreich", "Es"/2017) und Visuell-Effects-Supervisor Asregadoo Arundi ("Ghost in the Shell", "Phantastische Tierwesen und wo sie zu finden sind") nicht, eine homogene Qualität der Spezialeffekte zu gewährleisten. Das VFX-Studio 'MPC' ('Moving Pictures Company') hat mit anderen Werken, wie "The New Mutants", "Shazam" oder "Dumbo"/2019, deutlich bessere Arbeiten abgeliefert. Die CGI-Visualisierungen von "Predator: Upgrade" schwanken zwischen ansehnlichen High-End-Kompositionen und eigenartig verzerrten Oldschool-CGI-Einflechtungen in besserer Youtube-Optik hin und her, was bei der unüberschaubar hohen Anzahl von mehreren Hundert virtuellen Künstlern und Programmieren, die an dem Projekt beteiligt waren, ziemlich verwunderlich ist. So fällt nicht nur das nachträglich hinzugefügte und übertrieben wüst umherspritzende Digital-Blut negativ auf, sondern auch, dass ganz offensichtlich etliche Szenen nachgedreht und im Nachhinein ungeschickt in das bereits bestehende Material integriert wurden. Hierbei kam es mehr als einmal zu unterschiedlichen Beleuchtungen und Farbabstimmungen in ein und derselben Sequenz. Laien mag dies womöglich weniger auffallen, routinierten Cineasten hingegen schon. Für die teilweise unübersehbaren perspektivischen Verzerrungen der Predator-Animationen sind insbesondere der Supervisor Bobby Stockport ("Shazam!") und der noch unerfahrene, leitende Animator Fernando Herrera, der beispielsweise an einigen Folgen der TV-Serie "Falling Skies" beteiligt war, verantwortlich.
Bereits im Vorfeld zur Veröffentlichung des Films wies der Regisseur darauf hin, dass die anfänglich bei Testvorführungen durchgefallene Produktion zu wenig Furchteinflößendes zu bieten gehabt hätte und deswegen umfangreiche Neuaufnahmen und Nachdrehs (die übrigens letzten Endes rund ein Drittel des gesamten Films betrafen) erforderlich wurden. Der mitunter etwas holprige Schnitt und das Aneinanderfügen älterer und neuerer Szenen fällt bei genauem Hinsehen in teilweise überdeutlichem 'What-The-Hell-Is-This?'-Ausmaß auf. Todeszenen wichtiger Schlüsselfiguren wurden wiederholt gefilmt und modifiziert, die Story zu großen Teilen (im Eilverfahren und ohne Rücksicht auf Verluste) umgeschrieben - den Menschen freundlich gesinnte Predator-Hybride wurden beispielsweise komplett entfernt -, einige Schlüsselszenen vielen gänzlich der Schere zum Opfer (z.B. auch die im Vorfeld zur Veröffentlichung heiß diskutierte Panzerwagen-Sequenz) und der komplette Endkampf wurde von einem Vorort in den Wald und dort dann nochmal vom Tag in die Nacht verlagert - und somit gleich mehrfach erneuert. Kleiner Spoiler: Das Finale ist trotz aller Bemühungen nicht sonderlich ergreifend und weist zudem einige unübersehbare Logik- und Schnitt-Fehler auf, was eindeutig auf eine vorschnelle Nachbearbeitung zurückzuführen ist.
Für das in einigen Szenen auffällig ruppige Editieren, das immer mal wieder einer zensierten 80er-Jahre-Cut-Fassung ähnelt, war Harry B. Miller III verantwortlich. Auch der großartige Name kann nicht darüber hinweg täuschen, dass viele Jahre Berufserfahrung beim Fernsehen nicht zwangsweise für eine große Hollywood-Karriere qualifizieren. Der hingegen hervorragend geschulte Kinematograph Larry Fong ("Kong: Skull Island", "Super 8", "Watchmen - Die Wächter", "300") hat optisch ein gelungenes, anamorphotisches Analog-Feeling erzeugt. Dabei wurde er unter anderem von Patrick Weir unterstützt. Der beruflich aufsteigende Dronen-Spezialist hat seine Fähigkeiten als Experte für fliegende Kameras nicht nur bereits bei den D-Max-Sendungen "Bear Grylls" oder "Gold Rush: Alaska" unter Beweis gestellt, sondern inzwischen auch bei einigen größeren Film-Produktionen wie beispielsweise "Deadpool 2" und "Skyscraper". Einige Film-Fans dürften ihn vermutlich um seinen genialen Job beneiden. Art-Director Michael Diner ("The Revenant", "Mission: Impossible - Phantom Protokoll") und Produktions-Designer Martin Whist ("Bad Times at the El Royale", "Cloverfield", "Smoking Aces") haben "Predator: Upgrade" gemeinsam mit dem riesigen Kamera-Team einen tollen Eighties-Retro-Look im 2,39:1-Bildformat beschert. Die ebenfalls in dezenter Optik alter Schule erscheinenden, teilweise von Hand gefertigten Make-Up-Effekte des Predators sind unter anderem auf Makeup-Artist Ryan Nicholson ("Warcraft: The Beginning"), den Special-Makeup-Effects-Artist Geoff Redknap ("Deadpool", "Final Destination 5") und Creature-Effect-Spezialist Tom Woodruff Jr. ("Terminator", "Spacecop L.A. 1991", "Starship Troopers", "Evolution", "Skyline - Der Tag des Angriffs") zurückzuführen. Einige Fans des Predators haben sich jedoch bereits nach ersten Sichtungen des Monsters darüber beklagt, dass das von Abner Marín ("Monster Trucks") und Ben Mauro ("Seventh Son") dezent überarbeitete Aussehen der Predatoren diesmal etwas zu 'weichgespült' und zu harmlos ausgefallen ist. Nun ja, ein Predator ist halt irgendwie kein Alien. Also, schon aber nicht Ridleys Alien. Dem Scotti seins. Nischt von dem Schtar-Träck-Upbeamer, sondern von dem Reschissör, Mensch! Herr im Himmel!
Ein weiteres Manko der Produktion verkörpert die größtenteils fehlgeleitete Rollenbesetzung. Nebendarsteller Keegan-Michael Key ("Keanu", "Let There Be Cops") stielt dem Hauptdarsteller Boyd Holbrook ("Auge um Auge - Out of the Furnace", "Run All Night") durch seine tolle Kamerapräsenz komplett die Show, Buddy-Zweitbesetzung Trevante Rhodes ("Moonlight") tut es ihm gleich und mimt gemeinsam mit Holbrook eine Art Lethal-Weapon-Abklatsch mit außerirdischen Gegenspielern - und Thomas Jane, der gemeinsam mit Olivia Munn übrigens von sagenhaften drei personalisierten Stunt-Experten gedoubelt wurde, vergisst zum Ende hin doch glatt, dass der von ihm dargestellte Charakter am Tourette-Syndrom leidet. Immerhin: Olivia Munn ("X-Men: Apocalypse") setzt diesmal zum wiederholten Mal nicht auf ihre weibliche Ausstrahlung oder nackte Haut, sondern auf ihr Können und dies gelingt ihr auffallend gut. Die Synchronisation passt, was weitestgehend auch für die Sound-Effekte gilt. Der gelungene Soundtrack stammt von Henry Jackman ("Die 5. Welle", "Kingsman: The Golden Circle") und dem unter Komponisten als Blockbuster-Urgestein geltenden Alan Silvestri ("Avengers: Infinity War", "Van Helsing", "Identität - Identity").
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Fazit
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Viel Brei verdirbt den Koch - oder so ähnlich. In Hollywood ist es zwar üblich, auf ein oder zwei zusätzliche, so genannte Second- oder Third-Unit-Regisseure zurück zu greifen. doch 20th-Century-Fox hat es diesmal definitiv übertrieben und übertrug die Verantwortung für "Predator: Upgrade" gleich auf sage und schreibe 21 mal mehr oder minder eingebundene Regie-Zuarbeiter - inklusive entsprechendem Gefolge hinter der Kamera, was geradezu irrsinnig anmutende Doppelbesetzungen erforderlich gemacht hat. Kein Wunder, dass am Ende das Geld für die Spezialeffekte knapp wurde. Unter den vielen Assistenten befanden sich als Second-Unit-Director unter anderem auch der Stunt-Koordinator Lance Gilbert ("Need for Speed", "Das Haus der geheimnisvollen Uhren"), der bei der "Fast & Furious"-Reihe das Stunt-Double von Paul Walker war und der vielfach gebuchte Larry Blanford, der als zweiter Mann hinter der Kamera nach ersten Blockbuster-Erfahrungen bei "Top Gun" beispielsweise an "Terminator Genisys", "Eagle Eye - Außer Kontrolle" und "X-Men: Apocalypse" beteiligt war und gemeinsam mit Shane Black an "Iron Man 3" gearbeitet hat. Bei so viel gebündeltem Know-How hinter der Kamera hätte man Herausragendes erwarten dürfen - doch weit gefehlt. Man merkt der stark durchwachsenen und in ihrem Anspruch sehr sprunghaften Produktion, deren Konzept bereits seit 2014 als ursprünglich geplantes Relaunch der Reihe geplant wurde, an, dass sie kaum einheitlich und in sich nicht geschlossen ist. Das Gezeigte gleicht phasenweise eher einem etwas unbeholfen zusammengeschusterten Flickenteppich. Viel zu viele kreative Köpfe haben viel zu viele Ideen mit eingebracht, was bekanntermaßen zu keinem stimmigen Werk führen kann.
Es bleibt fraglich, was am Ende tatsächlich noch von der ursprünglichen Vision des Hauptverantwortlichen Regisseurs, in diesem Fall immer noch Shane Black, übrig geblieben ist - und was dem mit Kompromissen behafteten Diktat anderer folgte. Die in ihrem Umfang außergewöhnlich vielzähligen Nachdrehs lassen es nur erahnen. Während die Drehbücher des Regisseurs an für sich dafür bekannt sind, nicht sonderlich zimperlich zu sein, merkt man "Predator: Upgrade" zudem an, nicht so recht zu wissen, wofür die Produktion letztendlich einstehen will: Düstere Erwachsenenunterhaltung oder belustigender Jugendfilm? 20th Century Fox scheint sich tendenziell für Letzteres entschieden zu haben, was jedoch angesichts einiger Gewaltspitzen durchaus widersprüchlich ist. Teilweise übertreibt es "Predator: Upgrade" für eine FSK-16-Einstufung mit dem großzügig verteilten Kunstblut und manch umherfliegenden Gedärm. Vermutlich war dies dem Bestreben geschuldet, langjährige Fans der Reihe nicht verprellen zu wollen und wenigstens ein paar Gore-Szenen zum Besten zu geben. Nun gut, in Zahlen gesprochen: Spielte der erste Teil 98,7 Millionen US-Dollar ein (Budget 18 Mio.), der zweite lediglich 57,1 Millionen (Budget: 35 Mio.), "Alien vs. Predator" 172,5 Millionen (Budget: 70 Mio.), dessen Fortsetzung 129 Millionen (Budget: 40 Mio) und "Predators" 127,2 Millionen Dollar (Budget: 40 Millionen), konnte Shane Black immerhin 160,5 Millionen generieren, was seinen Beitrag zwar nicht zum Lukrativsten der Reihe macht, aber durchaus auf angemessenem Niveau einpendelt.
Sammler und Gelegenheitskonsumenten, die zu einigen Abstrichen in ihrer Erwartungshaltung bereit sind, finden mit "Predator: Upgrade" akzeptable Science-Fiktion-Kurzweil-Unterhaltung vor, die sich jedoch einige vermeidbare Fehler leistet. Besser als der 'Alien-Vs-Was-Auch-Immer'-Seitenarm ist das zu Sehende allemal, wenngleich der Kult-Charakter der ersten beiden Teile bei Weitem nicht erreicht wird. Man sollte die Messlatte also nicht zu hoch legen. Randbemerkung: Diesmal wäre ein Directors-Cut zumindest für Predator-Fans tatsächlich reizvoll, um die eigentliche, unverfälschte Intention des Regisseurs zu Gesicht zu bekommen.
Nach dem für mich sehr gelungenen "Predators" von 2010 kündigte "Fox" im Jahr 2014 eine weitere Fortsetzung des Stoffes an. Ein mehrjähriger Entwicklungsprozess begann. Für die Fans der Serie dürfte die Verpflichtung von Shane Black Anlass zur Hoffnung auf ein hochwertiges Filmwerk gewesen sein. Hatte Black 1987 in der Rolle des Hawkins im ersten Film mitgewirkt, erwarb er sich danach hohes Ansehen als Drehbuchschreiber und Regisseur; u. a. stammt das Skript für den Erfolgsfilm "Lethal Weapon" aus seiner Feder.
Das Filmuniversum der Predator-Reihe wurde mit jedem bisherigen Film beachtlich ausgebaut. Wies die überaus gelungene erste Fortsetzung von 1990 auf eine Verbindung mit dem Alien-Franchise hin, erweiterte der ebenso gute "Predators" die fiktive Welt um die Existenz unterschiedlicher Predator-Rassen, eine Blutfehde zwischen diesen sowie die Entführung als stark angesehener Exemplare diverser Arten auf einen ausgesuchten Planeten, wo diese dann zur Verbesserung der eigenen Fähigkeiten gejagt werden. Die Einbeziehung der beiden Crossover Alien vs. Predator ist inzwischen schwierig, da sie in Konflikt mit den neuen Filmen "Prometheus" und "Alien-Covenant" stehen, die den Kanon der Alien-Reihe mit interessanten, aber ebenfalls problematischen Details fortsetzen.
Mit "Upgrade" setzten Black und sein Co-Schreiber Fred Dekker die Erweiterung des Film-Universums fort. Die gesetzten Inhalte freilich scheinen die Zuschauerschaft stark zu spalten. Sehen die einen eine gelungene Entwicklung des Franchise, postulieren andere seine Erosion durch wider- bzw. unsinnige Ideen. Finanziell ist der neue Film zwar ein Erfolg, blieb mit einem Einspielergebnis von rd. 160 Mio. US$ jedoch hinter den Erwartungen zurück.
Tatsächlich erscheint "Upgrade" äußerst widersprüchlich. Positiv zu konstatieren ist eine an Prozessen und Konflikten überaus reiche Geschichte, die technisch gekonnt inszeniert wurde, starke Pro- und Antagonisten präsentiert und zu keiner Sekunde langweilig ist. Demgegenüber stehen jedoch die Nutzung stilistischer Elemente, die innerhalb des Franchise vollkommen deplatziert wirken, sowie zahlreiche inhaltliche sowie prozesstechnische Probleme, die aufgrund ihres Gewichts nicht mehr ignoriert werden können.
Dramaturgisch ist "Upgrade" durchaus klassisch in einen Anfang, einen Mittelteil und einen Schluss unterteilt. Der Anfang erzählt die erste Auseinandersetzung des Protagonisten mit dem Außerirdischen, dessen Resultate die Festsetzung beider durch die US-Regierung sowie die Entsendung des größeren Predators sind. Der Mittelteil erzählt, in sich stark gegliedert die Ereignisse von der Inhaftierung des Protagonisten, der Untersuchung und dem Ausbruch des Predators, in deren Verlauf alle Protagonisten zusammenkommen sowie der blutigen Verwicklungen bis hin zum Erreichen des Areals, in dem die Regierungsorganisation das Schiff des Außerirdischen untersucht. Im Finale müssen Soldaten und Forscher sich dann gegen den aufgewerteten Predator behaupten und entdecken schließlich ein Mitbringsel, das den Verlauf der weiteren menschlichen Geschichte beeinflussen könnte. Die Zahl der Akteure ist sehr groß, was die Bedeutung der Ereignisse und Resultate für die Menschheit wirksam unterstreicht. Obwohl sich Black durchaus bekannter Charakterkonstellationen und Prozessschemata bedient, ist die Geschichte wirksam, eindringlich und, wie schon gesagt, zu keiner Sekunde langweilig.
Leider ist es den Drehbuchschreibern jedoch nicht gelungen, ihre an sich interessante Geschichte fehlerfrei auszugestalten. Diese Fehler ergeben sich sowohl aus inhaltlichen als auch dramaturgischen Schwächen. Beide sind in meiner Bewertung gleichwertig.
Zunächst werden dem Zuschauer mehrere sachlich fragwürdige bzw. direkt falsche Aussagen präsentiert. Der heutzutage von Vielen beschriene Klimawandel wird weder durch Erwärmung noch durch CO2-Vergiftung innerhalb zweier Generationen zur Unbewohnbarkeit der Erde führen. Innerhalb zweier Generationen kann weder das Eis der Antarktis hinreichend weit abschmelzen, um einen merklichen Meeresspiegelanstieg hervorzurufen, noch wird durch Industrieemissionen genug CO2 in den Atmosphäre entlassen, um diese für den Menschen schädlich oder gar toxisch zu machen. Überdies ist CO2 mit gegenwärtig rd. 400 ppm ein Spurengas, dessen Gesamtmasse von rd. 1,9 Billionen Tonnen in den rd. 5000 Bio. t der Atmosphäre vernachlässigbar ist und deren Strahlungsdurchlässigkeit nicht relevant beeinflusst. Die rd. 14 Bio. t Wasserdampf, die sich ständig in der Atmosphäre befinden, haben als Treibhausgas nicht nur aufgrund der größeren Masse eine weit größere Bedeutung. Die in der gegenwärtigen öffentlichen Diskussion angeführten Zeithorizonte wie auch Prozessketten einschließlich möglicher Folgewirkungen erscheinen einem Physiogeographen als viel zu kurz bzw. falsch-übertrieben (Interessierte können sich über Wikipedia ein Diagramm der Entwicklung von CO2, O2 und Temperatur während der Erdzeitalter seit dem Kambrium erstellen und Erstaunliches entdecken). Black und Dekker (nicht zu verwechseln mit den Bohrmaschinen) hätten eher kulturell-soziale Konflikte, eventuelle Kriege mit Atom- oder Biowaffen bzw. die Bevölkerungsexplosion von allem in Afrika und dem Vorderen Orient als Ursachen erwähnen sollen, wobei die genannten Zeiträume hier durchaus realistisch erscheinen.
Das für die Predatoren postulierte Motiv des DNA-Raubes erscheint ebenfalls sehr fragwürdig. Eine Spezies, deren Stand in Antriebs- und Waffentechnik den menschlichen derart weit übersteigt, sollte auch in der Genmanipulation ausreichend weit vorangekommen sein, um gewünschte biologische Eigenschaften durch entsprechende Modifizierungen ihrer DNA zu erreichen, zumal bereits innerhalb einer Art enorme Unterschiede bei Kraft- und Intelligenzausstattung bestehen. Auch die Heranziehung des Asberger-Syndroms als Ziel einer Entnahme zum Zwecke der Aufwertung macht keinen Sinn. Diese Unterform des Autismus bildet keinen Vorteil, betroffene Menschen weisen insgesamt normale Intelligenzwerte auf, wobei sowohl Hoch- als auch Inselbegabungen beobachtet wurden. Meines Erachtens hätten die Autoren den Fokus eher auf die durch den Jungen demonstrierten beachtlichen mathematisch-technischen Fähigkeiten legen sollen, auf die sowohl der Predator als auch die Behörden aufmerksam werden.
Ebenso muss sich gerade Mr. Black als Beteiligter des ersten Films fragen lassen, warum er zwar eine starke Brücke zum zweiten Teil in Form des Sean Keyes, Sohn des seinerzeit von Gary Busey gespielten Peter Keyes, aufgebaut hat, aber auf die Verarbeitung eines ganz wesentlichen Lerneffektes verzichtete: In beiden Vorgängern wurde überdeutlich, dass die Predatoren selbst ohne Körperpanzerung durch Beschuss mit Pistolenkalibern nicht ernsthaft verletzt oder gar getötet werden können. Sowohl Dutch Schaefer als auch Mike Harrigan überwältigten ihre Gegner mit überschweren bzw. außerirdischen Waffen, wobei beide ein Überraschungsmoment ausnutzen konnten.
Im Dramaturgischen mache ich drei Probleme aus: Zunächst erscheint es unsinnig, dass der gejagte Predator seinen größeren Artgenossen aus wenigen Metern Distanz mit seiner Plasmawaffe verfehlt und diesen trotz seiner offenkundigen körperlichen Unterlegenheit angreift, anstatt zu fliehen. Ebenso macht die Übergabe von Predator-Technik an die Menschheit selbst aus Sicht eines Verräters unter den Predatoren keinen Sinn, da so ein entscheidender Vorteil aus der Hand gegeben wird. Das für mich zentrale Problem liegt in der ebenso aufgesetzten wie völlig unpassenden Coolness der menschlichen Protagonisten, die selbst in den gefährlichsten Situationen schnippische, geschmacklose oder dumme Sprüche absondern, die auch nicht durch den fragwürdigen psychischen Zustand einiger Beteiligter erklärt werden kann. Das Predator-Franchise zeichnete sich bisher durch eine völlige Abwesenheit von Humor oder auch nur Situationskomik aus. Das hier installierte komische Element konterkariert das Todernste der Situation, zumal das Grundthema des Franchise – die unbarmherzige Menschenjagd bzw. der Kontakt mit einer feindseligen, überaus grausamen Spezies keinen Raum für derartige Elemente lässt. Wenn überhaupt hätten Black und Dekker einige sehr wenige situationskomische, schwarzhumorige Abschnitte einarbeiten sollen. Insofern ist die Bewertung der Bundesprüfstelle nachvollziehbar, da die gezeigte Brutalität durch eben diese Elemente soweit neutralisiert wird, um auch jüngeren Zuschauern ein Ansehen zu ermöglichen.
Die soeben aufgezählten Schwächen kann der zweimal gebrachte, sehr richtige und passende Einwand, die Bezeichnung "Predator" sei falsch, da die Außerirdischen nicht als Raubtiere fürs Überleben, sondern zum Vergnügen jagen, nicht aufwiegen.
An der Umsetzung gibt es nichts zu bemängeln. Die Spezialeffekte sind gut, Szenenaufbau und Kameraführung gelungen. Auch die Schauspieler erscheinen gut gewählt und leisten sämtlich hinreichende Arbeit, wenngleich aufgrund der Ausrichtung keine Genie-Streiche notwendig sind. Der neue Predator wartet mit einer Reihe technischer und anatomischer Details auf, die nicht alle beim ersten Zusehen offensichtlich werden.
Insgesamt ist "Predator Upgrade" eine gelungene Mischung aus Action, Science fiction mit einer Prise Horror, der über die gesamte Spielzeit gut unterhält und das Predator-Franchise sinnhaft erweitert. Leider trüben die angesprochenen inhaltlichen und dramaturgischen Probleme die Gesamtwirkung deutlich und stellen den neuen Film abseits seiner Vorgänger. Ich muss auch zugeben, dass ich mir eine Fortsetzung von "Predators" gewünscht hätte, dessen aussichtslos erscheinende Situation für die dortigen Protagonisten reichlich Stoff für eine Fortsetzung geboten hätte.
3,5 Sterne für den Film, die ich mit einigen Bedenken auf 4 aufrunde. Die Beurteilung des Produktes, ob DVD oder Blu-Ray, ist aufgrund der verschiedenen Vorlieben bzw. Prioritäten dem Einzelnen zu überlassen.
Esta Predator es una "comedia" que intenta homenajear y parodiar la peli original. Ya no vale juntar a un grupo de culturistas y militares musculados, eso ya no se lleva, ahora los protas han de ser guapos y sobretodo graciosos. Y en este reparto me encajan bastante bien todos los seleccionados. Como siempre me sobre bastante el niño, nunca encajan en este tipo de pelis, sobre, y si te cargas su personaje la peli funciona de la misma forma. Pero hay que meterlos... Una vez aceptado esto y que estamos en una peli de los tiempos actuales, la peli está más que entretenida, diría que es muy divertida, y eso hace que pueda llegar a todos los públicos, cosa que no hacían antes (o al menos no era la intención) con el cine de acción. Llena de humor y un ritmo bastante frenético, creo que es difícil aburrirse aunque no te diga nada la saga Predator o sea la primera que ves de todas. Y eso es bueno, aunque viendo la taquilla no les ha funcionado. Pero es malo para los fans que seguimos esperando pelis ochenteras, y nos traen pelis llenas de graciosos que si en vez de un depredador le pones a un tipo metido en un traje de metal que vuela, tenemos la misma peli pero con otro nombre.
A mi modo de ver esta Predator hay que tomársela más como una parodia, con detalles para los fans y con mucha acción. No creo que haga daño a la franquicia, o al menos no tanto como la anterior entrega, y si hubiese funcionado mejor (quizás alguna vieja estrella en el reparto hubiese ayudado) seguramente veríamos cotinuaciones. Le quitaría o simplificaría todo el tramo final con el big Predator, no me aporta mucho y creo que no están muy conseguidos esos FX. Si hablamos del Predator normal, volvemos al traje de toda la vida y funciona a las mil maravillas, pero a la que nos vamos a los perros y al nuevo Predator, el cgi canta horrores. Lo acepto, pero por ello le hubiese dado menos protagonismo y más al Predator convencional.
Esperamos que en el futuro se animen a darle cotinuidad, el cliffhanger final está bastante bien.