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L�idea di affibbiare la qualifica di supergruppo
al sestetto The High Hawks � forse un azzardo, se non altro perch�
il presupposto dovrebbe essere quello di un incontro di "prime donne",
cos� come � sempre stato nella storia del rock. Qui invece abbiamo a che
fare con una congrega di amici e di validissimi musicisti della porta
accanto, seri professionisti con una lunga carriera alle spalle in band
e progetti che non vantano certo i numeri delle grandi star e del successo
internazionale, piuttosto l�onest� di una vita on the road dedicata
alla propria passione, fra tour incessanti e continue collaborazioni.
Cos� sono nati The High Hawks, nei ritagli e fra le pause con i propri
gruppi di riferimento: animatori principali sono Vince Herman, gi� noto
per la sua presenza nei Leftover Salmon, e Chad Staehly, tastierista attivo
con Hard Working Americans e co-fondatore dei Great American Taxi, band
quest�ultima da cui provengono anche i qui presenti Brian Adams al basso
e Will Trask alla batteria, mentre il violinista Tim Carbone dei Railroad
Earth e il chitarrista e cantante Adam Greuel, membro di Horseshoes &
Hand Grenades, si sono aggiunti ai compagni creando una prima linea in
grado di offrire versatilit� nei suoni e negli arrangiamenti.
Se avete avuto l�occasione di incrociare nei vostri ascolti qualcuna delle
formazioni citate, allora sarete gi� in grado di decifrare (e apprezzare)
il suono tradizionale eppure multiforme e vivace di Mother Nature�s
Show, secondo album targato The High hawks dopo l�esordio omonimo
del 2021. Inciso nell�arco di una settimana, nei primi giorni di gennaio
del 2023, presso i Pachyderm Studios di Cannon Falls, Minnesota, il nuovo
disco si concentra sull�attitudine live del gruppo (scherzosamente ci
tengono a precisare che l�intelligenza artificiale non ha avuto alcun
ruolo in queste registrazioni), la propensione strumentale a mischiare
le carte dell�immenso patrimonio dell�american music, l� dove country,
blues e rock�n�roll, ritmi boogie e funk, Memphis e New Orleans, acustico
ed elettrico, si mescolano con naturalezza.
Avendo a disposizione quattro autori e altrettante voci soliste, con Herman
e Gruel a firmare quattro episodi ciascuno, mentre Carbone e Staehly contribuiscono
con due brani a testa, The High Hawks possono reggere tranquillamente
un repertorio che dalle trame pi� folkie dell�iniziale Diamond Sky
attraversa i territori di un robusto roots rock elettrico in Temperature
is Rising e Somewhere in the
Middle, sintetizzando l�Americana odierno in Somewhere
South, abbandonandosi a pi� marcati accenti sudisti nella stessa
Mother Nature�s Show e in Radio Loud, flirtando con il country
rock texano nella spiritosa To Shelf, Rock Bottom e in Same
Old Stories, e giungendo infine a ingrassare il suono con il funk
alla Little Feat di Backwater Voodoo.
Nessuno grida al miracolo, ma la spontaneit� e l�intesa nella band sono
palpabili, non ci si annoia mai grazie all�esuberanza strumentale (Fox
River Blues la pi� estesa e jammata, cinque minuti di americana,
blues e divagazioni psichedeliche non indenni dal fascino dei Grateful
Dead) di modo che ogni traccia offre spunti per una sorta di diario di
viaggio, cos� come lo hanno inteso gli stessi The High Hawks, nella vita
personale e nelle passioni musicali della band.