Ritratto di un amore (2023). Recensione, trama e cast del film

Ritratto di un amore (2023). Pierre Bonnard e Marthe

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Trailer di Ritratto di un amore

Informazioni sul film e dove vederlo in streaming

Dopo l’esclusiva anteprima a Roma come film d’apertura della XIV edizione di Italia Rendez-Vous, il festival dedicato al cinema francese, il film “Ritratto di un amore” (originariamente intitolato “Bonnard, Pierre et Marthe”) arriva nelle sale italiane a partire dal 16 maggio 2024, distribuito da I Wonder Pictures insieme a Unipol Biografilm Collection. Il film, diretto da Martin Provost (Séraphine, 2008; La brava moglie, 2020) e già presentato nella sezione Cannes Première 2023, narra la storia vera della relazione appassionata e artistica tra il celebre pittore Pierre Bonnard e la sua musa ispiratrice, la moglie Marthe, interpretati nella pellicola da Vincent Macaigne e Cécile De France.

Pierre Bonnard è stato ed è uno dei maggiori pittori francesi del XX secolo, svolgendo un ruolo fondamentale e significativo nel collegare l’impressionismo con l’astrazione dei post-impressionisti. Celebre per l’uso di colori vibranti e accesi, per l’uso di una prospettiva spesso appiattita o addirittura dalla presenza di più punti di vista in un’unica opera e per la rappresentazione della vita semplice e comune, nel 1888 ha co-fondato il gruppo artistico francese “Les Nabis”, ispirato da artisti come Gauguin, Cézanne e Hokusai. Nel 1893, il pittore francese incontrò Marthe de Méligny, colei che divenne la sua musa principale per decenni, comparendo in centinaia dei suoi quadri, tra cui diversi nudi e scene di vita quotidiana. Amico di artisti famosi come Monet, Matisse e Vuillard, nel 1912 Bonnard e Marthe, quando si trasferirono alla “Roulotte”, la loro casa in Normandia, divennero vicini di casa di Monet, con il quale si influenzarono reciprocamente fino alla morte di quest’ultimo nel 1926. Bonnard, autore di dipinti come “L’indolente” (1899) e “Nudo al bagno con cagnolino” (1941-1946), morirà all’età di settantanove anni nella sua dimora a Le Cannet, cinque anni dopo la perdita della moglie Marthe.

Trama di Un ritratto di un amore

Una passione travolgente, un’unione indissolubile, un amore fuori dagli schemi. In un incontro destinato a cambiare le loro vite, il pittore post-impressionista francese Pierre Bonnard, amico di Degas e Renoir, incontra casualmente per strada la giovane Marthe de Méligny e le chiede di posare per lui per alcuni dipinti. Quel che inizia come la ricerca di una modella si trasforma però in qualcosa di più profondo ed emotivo, in una lunga storia d’amore tormentata e intensa destinata a durare tutta la vita. Grazie ai dipinti che Bonnard realizzerà ritraendo il corpo di Marthe de Méligny, riuscirà a ottenere il successo di pubblico e critica che prima non aveva.

Fotogramma di ritratto di un amore
Fotogramma di ritratto di un amore

Recensione di Ritratto di un amore

Martin Provost

Quando ero piccolo, mia madre mi portò da una mostra a Parigi una riproduzione che rappresentava Marthe dipinta da Bonnard seduta al tavolo della Roulotte davanti a un paesaggio lussureggiante, vibrante di luce e colori. Scoprii in seguito che la Roulotte era la piccola casa sulle rive della Senna in Normandia dove la coppia visse in simbiosi ma anche in reclusione per molti anni. Quel luogo in cui Bonnard raggiunse la realizzazione personale come artista. Appesi la riproduzione alla parete della mia camera da letto per poterla guardare mentre mi addormentavo la sera. Ero troppo giovane per capirlo, ma qualcosa in quell’immagine mi affascinava, la sua sensualità e la stranezza che emanava. Come se fosse una finestra aperta su un altro mondo. Un giorno Pierrette Vernon, pronipote di Marthe, mi contattò. Voleva che facessi un film sulla sua prozia, perché riteneva che il suo ruolo fondamentale nell’opera del marito non fosse sufficientemente riconosciuto.

A volte il destino crea connessioni molto particolari e intriganti. Martin Provost, da bambino, rimase incredibilmente affascinato da un ritratto di Marthe eseguito dal pittore francese Pierre Bonnard, tanto da acquistare un poster e osservarlo giorno dopo giorno nella sua cameretta. Anni dopo, quando è diventato un regista affermato di biopic femminili, avendo già raccontato la pittrice Séraphine de Senlis nel 2008 e la scrittrice Violette Leduc nel 2013, il pronipote di Marthe, Pierrette Vernon, si rivolse a lui per proporre di realizzare un film che potesse omaggiare e raccontare la vera storia di Marthe de Méligny, nata Maria Boursin, musa e moglie del pittore francese Pierre Bonnard. Una donna che, mossa dall’amore per suo marito, sacrificò se stessa e si mise da parte a favore della carriera artistica di lui, diventando l’ispirazione per le sue opere più illustri, quelle che hanno sancito il successo di Bonnard nel mondo dell’arte. “Un ritratto d’amore”, nella sua concezione, è un omaggio a Maria Boursin, a questa donna strana, enigmatica e devota, artefice della fortuna del marito, che nei momenti belli e brutti dell’amore gli è sempre rimasta accanto con fedeltà e dedizione, un amore capace di superare tutto, persino il proprio “io” interiore.

Martin Provost

Potremmo dire che Marthe ne divenne l’emblema e il feticcio, comparendo in più di un terzo delle sue opere. Ma la sua reputazione rimase piuttosto controversa nell’opinione pubblica, mentre Pierrette vedeva Marthe come una donna che ha sacrificato se stessa per l’opera di Pierre. C’è un mistero intorno a Bonnard. Un mistero illustrato per tutta la vita nella rappresentazione ossessiva del corpo di Marthe, sua compagna e musa. Fin dall’inizio Marthe è onnipresente, disponibile, enigmatica e impudente. L’opera di Bonnard è totalmente legata alla sua presenza e non sarebbe la stessa senza di lei. È in questo legame indissolubile che ho sentito subito il bisogno di cercare una comprensione più profonda.

“Ritratto di un amore” non è un film d’arte né si concentra sulla carriera pittorica di Bonnard, narrando i suoi successi e la sua crescente fama come pittore nella Francia di fine Ottocento. È piuttosto un film d’amore, incentrato sulla storia di un amore tormentato che sfugge agli schemi tradizionali dell’epoca parigina, orientato verso una libertà totale priva di puritanesimo, fatta di passione, nudità e sesso, dove le pulsioni venivano lasciate libere di fluire nel nido d’amore che i due hanno creato negli anni. Sebbene l’arte sia un elemento onnipresente nel film, la macchina da presa si sofferma ripetutamente su Bonnard mentre dipinge i suoi celebri quadri, il suo lavoro non occupa l’intera trama del film. Invece, l’arte viene utilizzata per raccontare il rapporto sentimentale tra Pierre e Marthe, sfruttando l’arte stessa per narrare la vita di coppia di queste due individualità che si sono incrociate per caso e hanno vissuto tutta la loro vita insieme. Per raccontare la loro storia d’amore e soprattutto la storia di Marthe, il regista e sceneggiatore decidono di iniziare il racconto nel momento in cui i due personaggi si incontrano per la prima volta, evitando di mostrare Marthe da sola o Bonnard da solo. Fin dalla prima scena, il film si propone di narrare la coppia, di raccontare queste due personalità attraverso la loro unione d’amore. Per farlo, Martin Provost seleziona con cura alcuni momenti della vita della coppia, quei momenti che meglio raccontano i cambiamenti interiori di questi personaggi, e unendo questi istanti della loro vita otteniamo un ritratto onesto e sincero dei due amanti. Gli anni e i periodi coperti dalla pellicola sono i seguenti:

  • Parigi, 1883: Il film inizia narrando la loro storia d’amore spensierata, dalle prime scene tra le mura della casa di Bonnard, dove la giovane Maria Boursin ha posato per il pittore, fino agli istanti di passione e allegria nella casa in Normandia, la “Roulotte”, una villetta sperduta nel bosco di fronte alla Senna che i due hanno scoperto casualmente, decidendo di trasferirsi lì. In questo capitolo vengono presentati attentamente i personaggi, specialmente Maria Boursin, che appare come una donna strana con problemi di asma e un’identità segreta, mantenuta nascosta persino al compagno di vita, mentendo spudoratamente sulla propria identità. Marthe de Méligny è un’entità che Maria stessa ha creato, forse racchiudendo il suo vero spirito interiore, privo di maschere.
  • “Roulotte”, agosto 1914: Con un salto temporale passiamo dalla bellezza del loro amore a un rapporto più glaciale, freddo e distante, con Pierre che sembra “imborghesito” e Marthe preda della gelosia, temendo che il suo amato la stia tradendo. Questa sequenza approfondisce ulteriormente il personaggio di Marthe e mostra il mondo di Pierre e le sue amicizie, in particolare il rapporto con Monet, orientato a raccontare la nascita del “ciclo delle ninfee”.
  • Parigi, agosto 1918: Senza mostrare direttamente la guerra, che resta sullo sfondo, il regista indaga i due personaggi in un nuovo tipo di rapporto sentimentale, mostrando nuove sfumature interiori di entrambi, soprattutto la forza interiore di Marthe, che nonostante la tristezza continua a sostenere il marito, pur soffrendo per i suoi tradimenti. Questo segmento segue la storia d’amore tra Pierre, Marthe e Renée, attraverso un triangolo amoroso tragico.
  • Le Cannet, 1942: L’epilogo della storia mostra gli ultimi momenti di vita di Marthe, ormai gravemente malata e con problemi di lucidità mentale, una malattia che l’ha afflitta per molto tempo.

Il finale non mostra la morte di Pierre, ma piuttosto quella di Marthe, evidenziando come il film si concentri maggiormente su di lei anziché sul pittore francese. Marthe è la protagonista di questa storia d’amore, e viene narrata attraverso la sua relazione con Pierre. A livello sceneggiativo, è interessante notare come sia stato evitato di mostrare l’incontro tra i due sulla strada, optando invece per presentarli attraverso l’arte, in una scena visivamente e dialogicamente curata, che presenta in modo tridimensionale i due personaggi con poche parole, grazie anche alle ottime interpretazioni degli attori Vincent Macaigne e Cécile de France. Quest’ultima offre una performance grandiosa, riuscendo a raccontare il cambiamento della protagonista attraverso le sue espressioni facciali e il suo portamento fisico, sempre più rigido, indurito e triste, con un trucco che la invecchia in modo convincente, un aspetto spesso trascurato in molti film biografici, dove gli attori sembrano non invecchiare realisticamente.

Cécile de France e Vincent Macaigne in Ritratto di un amore
Cécile de France e Vincent Macaigne in Ritratto di un amore

In conclusione

“Ritratto di un amore” rappresenta un omaggio sincero e profondo a Marthe de Méligny, la musa e compagna del pittore Pierre Bonnard. Attraverso la narrazione del loro rapporto tumultuoso e appassionato, il film offre uno sguardo intimo e autentico sulla vita di questa straordinaria donna che ha sacrificato se stessa per l’arte del marito. La regia attenta di Martin Provost e le intense performance degli attori, soprattutto di Cécile de France, catturano la complessità e la profondità dei personaggi, offrendo uno spaccato avvincente della Parigi artistica del XIX secolo. Con una sceneggiatura ricca di sfumature e una fotografia suggestiva, il film esplora i momenti chiave della vita di Marthe, rivelando la sua forza interiore e la sua struggente lotta per l’amore e il riconoscimento. Attraverso questo ritratto affascinante e coinvolgente, “Un ritratto d’amore” celebra il potere dell’amore e della passione nell’arte e nella vita.

Note positive

  • Approccio alla storia d’amore: Il film offre un ritratto intimo e autentico della relazione tra Pierre Bonnard e Marthe de Méligny, evitando stereotipi romantici e mostrando invece la complessità e le sfumature della loro storia.
  • Profondità dei personaggi: I protagonisti sono presentati in modo tridimensionale e complesso, con particolare attenzione alla caratterizzazione di Marthe, che emerge come una figura enigmatica e affascinante.
  • Regia sensibile: Martin Provost utilizza una regia delicata e attenta ai dettagli per immergere gli spettatori nell’atmosfera e nei sentimenti dei personaggi, creando un’esperienza coinvolgente e emotivamente ricca.
  • Interpretazioni degli attori: Le performance di Vincent Macaigne e Cécile de France sono lodate per la loro capacità di portare vita e profondità ai personaggi di Pierre e Marthe, rispettivamente, trasmettendo le loro emozioni e i loro conflitti in modo convincente.

Note negative

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Stefano Del Giudice
Stefano Del Giudice

Laureatosi alla triennale di Scienze umanistiche per la comunicazione e formatosi presso un accademia di Filmmaker a Roma, nel 2014 ha fondato la community di cinema L'occhio del cineasta per poter discutere in uno spazio fertile come il web sull'arte che ha sempre amato: la settima arte.

Articoli: 889

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