Gratuito patrocinio: si considera il reddito del convivente?
Diritto e Fisco | Articoli

Gratuito patrocinio: si considera il reddito del convivente?

8 Luglio 2023 | Autore:
Gratuito patrocinio: si considera il reddito del convivente?

Con una recente ordinanza la Cassazione ha spiegato se si devono considerare i redditi del partner convivente di una coppia di fatto per l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato.  

Per richiedere il patrocinio gratuito bisogna avere un reddito familiare non superiore a 12.838,01 euro (soglia aggiornata al 2023). È tuttavia essenziale capire quali fattori influiscono sull’ammissione a tale beneficio e se i redditi del convivente si considerano ai fini dell’ammissione al gratuito patrocinio. Con l’evoluzione delle norme e della giurisprudenza, la famiglia di fatto ha acquisito rilevanza giuridica, portando a una revisione degli aspetti relativi al gratuito patrocinio.

In questo articolo, esploreremo i dettagli di una recente ordinanza della Cassazione che chiarisce il computo dei redditi del convivente e le implicazioni per coloro che richiedono l’avvocato a spese dello Stato

Che cosa è il gratuito patrocinio e quali sono i requisiti per l’ammissione?

Il gratuito patrocinio è un’agevolazione legale che consente a chi ha limitate risorse economiche di ottenere assistenza legale senza dover sostenere i costi diretti. Per essere ammessi, è necessario soddisfare determinati requisiti di reddito e patrimonio.

Per essere ammesso al gratuito patrocinio, il richiedente deve essere titolare di un reddito imponibile ai fini dell’imposta generale sul reddito, risultante dall’ultima dichiarazione, non superiore a 12.838,01 euro.

Quali redditi si considerano per il gratuito patrocinio?

Per calcolare il reddito si tiene conto anche dei redditi che per legge sono esenti dall’IRPEF o che sono soggetti a ritenuta alla fonte a titolo d’imposta o a imposta sostitutiva come ad esempio i redditi derivanti dagli assegni di mantenimento.

Viene presa in considerazione la dichiarazione ISEE. Pertanto quando l’interessato convive con il coniuge o con altri familiari si sommano ai redditi del richiedente i redditi di ogni componente della famiglia. Non si sommano invece i redditi del familiare che, pur risultando fiscalmente a carico del richiedente, non convive con lui.

Nell’ISEE vengono calcolati quindi i redditi di tutti i componenti il nucleo familiare. Solo se la causa viene intentata contro il coniuge (ad esempio, separazione o divorzio), il reddito di quest’ultimo non rileva ma si prende in considerazione solo quello della parte.

Il convivente fa reddito per il gratuito patrocinio

Nel calcolo dei redditi per il gratuito patrocinio sono ricompresi anche i redditi di chi, pur non essendo legato da vincoli di parentela o affinità, convive con il richiedente e contribuisce dal punto di vista economico e collaborativo alla vita in comune.

Secondo l’ordinanza della Cassazione n. 18134/2023, i redditi del convivente more uxorio devono essere computati per stabilire l’ammissione al gratuito patrocinio. La Corte riconosce l’importanza della famiglia di fatto e considera i conviventi come componenti della famiglia a fini di valutazione economica. Questa interpretazione è coerente con l’evoluzione sociale e giurisprudenziale che ha riconosciuto la famiglia di fatto come una realtà giuridicamente rilevante.

Quali sono i criteri per il computo dei redditi del convivente?

Secondo l’articolo 76, comma 2, del Dpr n. 115/2002, i redditi da considerare per l’ammissione al gratuito patrocinio includono quelli conseguiti da ogni componente della famiglia nel medesimo periodo, compreso l’istante. La legge mira a valutare la capacità economica di tutti coloro che contribuiscono al reddito familiare, garantendo la solidarietà e l’equa distribuzione degli oneri. Pertanto, i redditi del convivente devono essere inclusi nella valutazione complessiva.

Cosa significa “componente della famiglia” e quali conseguenze ha?

Secondo la Cassazione, il concetto di “componente della famiglia” va oltre i legami di parentela o quelli giuridici. Comprende anche coloro che convivono con l’istante e contribuiscono alla vita familiare. Questo significa che il reddito del convivente more uxorio deve essere considerato ai fini del gratuito patrocinio. La Cassazione ha sottolineato che il legame stabile e duraturo tra conviventi, caratterizzato da rapporti di affetto, interessi e responsabilità comuni, prescinde dalla coabitazione fisica e persino dallo stato di detenzione di uno dei conviventi.

Quali sono le implicazioni pratiche di questa decisione?

La decisione della Cassazione ha importanti implicazioni per coloro che richiedono il patrocinio gratuito. Nel valutare i redditi complessivi per l’ammissione, gli avvocati e gli uffici competenti dovranno considerare anche i redditi del convivente more uxorio. Questo può influire sull’idoneità al patrocinio gratuito e sulla disponibilità di risorse finanziarie per sostenere il processo legale.

Sostieni laleggepertutti.it

Non dare per scontata la nostra esistenza. Se puoi accedere gratuitamente a queste informazioni è perché ci sono uomini, non macchine, che lavorano per te ogni giorno. Le recenti crisi hanno tuttavia affossato l’editoria online. Anche noi, con grossi sacrifici, portiamo avanti questo progetto per garantire a tutti un’informazione giuridica indipendente e trasparente. Ti chiediamo un sostegno, una piccola donazione che ci consenta di andare avanti e non chiudere come stanno facendo già numerosi siti. Se ci troverai domani online sarà anche merito tuo.Diventa sostenitore clicca qui

Lascia un commento

Usa il form per discutere sul tema (max 1000 caratteri). Per richiedere una consulenza vai all’apposito modulo.


 


NEWSLETTER

Iscriviti per rimanere sempre informato e aggiornato.

CERCA CODICI ANNOTATI
CERCA SENTENZA