Zombieland – Doppio colpo - Recensione

Quattro schizzati, decine di regole, migliaia di zombi.

Zombieland: Doppio colpo - La recensione - Zombieland – Doppio colpo

LA RECENSIONE IN BREVE

  • Un seguito divertente, che capitalizza su personaggi e situazioni costruite a suo tempo dal predecessore.
  • È un film “sicuro”, che sceglie di non rinnovarsi: la noia non è di casa a Zombieland, ma il pericolo è scarso e i colpi di scena annunciati.
  • Il cast continua a essere il punto forte su cui Ruben Fleischer può permettersi di puntare tutto.

Come ci ricorda anche la voce narrante, sono passati dieci anni da Benvenuti a Zombieland: il mondo è sempre pieno di morti viventi, non si è affatto ripreso dall’apocalisse e i nostri amati protagonisti sono un po’ cresciuti, ma più o meno gli stessi. In realtà, tutto è più o meno lo stesso. Zombieland - Doppio colpo insegue la scia di un inatteso successo passato, con un debuttante Ruben Fleischer alla macchina da presa che ora, dopo un tiepidissimo Gangster Squad (2013) e Venom (2018), simbionte preso a cazzotti più dalla critica che dai cattivi nella pellicola, torna simbolicamente a casa con questo seguito discusso, dimenticato, di nuovo annunciato e finalmente presentato.

Un luogo da chiamare casa

Columbus, Tallahassee, Wichita e Little Rock riescono finalmente a individuare un rifugio sicuro (nientemeno che la Casa Bianca) e decidono di renderla la loro dimora stabile. Abituati ormai a girovagare da un posto all’altro, non tutti i membri del gruppo riescono ad adattarsi alla nuova, tranquilla routine: le due ragazze, abbandonano senza preavviso la fu abitazione presidenziale per tornare alla vita nomade; è la miccia che innesca una serie di eventi sospesi tra il comico e il catastrofico.

Questo viaggio strampalato porta tutti i personaggi a riflettere su quella famiglia che si era formata al termine del primo capitolo, su quale sia la propria direzione e su cosa voglia dire “casa”. Ci sono spiriti liberi come Wichita, c’è chi è sempre in cerca di avventura (Tallahassee), mentre Columbus non disdegnerebbe un po’ di pace e Little rock che vuole a tutti i costi smettere di essere la bambina del gruppo. Nei quasi 100 minuti di Zombieland - Doppio colpo cercheranno di scoprire se davvero esiste un punto di incontro per tutti questi desideri.

Zombieland raddoppia... ripetendosi

Questo seguito porta nel suo titolo la regola numero due del protagonista e non a caso: è un bis di un piatto già servito, che varia alcuni ingredienti cercando però di mantenersi quanto più vicino possibile alla ricetta originale. Le sorelle Wichita e Little Rock ritornano a essere, come detto prima, “sfuggenti”, Columbus ha ormai 73 voci nel suo regolamento (ma spesso e volentieri ripete quelle che già avevamo imparato dieci anni fa) e Tallahassee ha una nuova passione sfrenata a lavare via il mitico, sudatissimo Twinkie.

È una parodia sempre funzionante, quella offerta da Zombieland - Doppio colpo. Grazie a questa etichetta, il film si permette di inserire personaggi comicamente incastrati in stereotipi (come Madison, interpretata da Zoey Deutch) e, trattandosi di un seguito, perfino di prendersi in giro da solo - scherzando sull’immortalità dei propri protagonisti in quanto tali e non grazie a chi sa quale caratteristica (ma non vi dirò altro per evitare di incappare in spoiler). Questa armatura invisibile finisce per rendere poco credibile la “straordinaria forza” di alcune tipologie di zombi, descritti nel dettaglio durante il film ma poi sfruttati ben poco - per non dire quasi niente.

L’unico rischio corso, in questo nuovo Zombieland, è stato produrre un seguito così lontano dal suo predecessore; tutto quello che accade dai titoli di testa ai titoli di coda invece rientra in dei limiti di sicurezza e prevedibilità che permettono al prodotto finito di piacere potenzialmente a chiunque, ma difficilmente riuscirà a sorprendere qualcuno. Un film passabile: ottimo per passare una serata in tranquillità, senza mai azzardarsi a metterla a rischio, giocando con scene divertenti ma prevedibili e annunciati colpi di scena. Il problema è che, tentando di accontentare un pubblico quanto più vasto possibile, non sembra essere nato a partire da un’idea precisa o dall’esigenza di dire qualcosa, anche semplice, ma chiara.

Qualcuno ha detto “sovrimpressione”?

Anche in questo seguito, gli effetti speciali sono pochi e il film fortunatamente ne fa un uso limitato. Nel montaggio, le sovrimpressioni delle varie regole sono invece frequentissime, ma funzionali: sottolineano (in maniera chiara, chiarissima) il modo di vedere il mondo del protagonista Columbus, che sembra avere il bisogno compulsivo di scrivere una norma per qualsiasi cosa accada.

Se c’è una cosa sulla quale Zombieland - Doppio colpo può contare è il cast. Harrelson, Eisenberg e Stone sono attori di ottimo livello e, pur alle prese con un seguito non proprio ispirato e privo di una vera direzione, regalano delle buone performance. Non arriva un grande contributo invece dai nuovi nomi (molti dei quali noti, come Rosario Dawson) chiamati in causa per questo seguito: le loro parti sono limitate e questo non li aiuta a lasciare il segno.

Verdetto

Zombieland - Doppio colpo è un film godibile, che non si sforza per diventare qualcosa di più. Consapevole degli elementi che hanno determinato il successo del primo capitolo, Fleischer confeziona un seguito basato sulla stessa ricetta, aggiungendo ben poco a quanto già visto. Si ride, comunque, anche grazie a un ottimo cast, nonostante gli eventi si muovano con un motore singhiozzante e a bassi giri.

In questo articolo

Zombieland: Doppio colpo - La recensione

6.5
Sufficiente
Zombieland - Doppio colpo ripropone la formula del primo capitolo senza aggiungere molto. Un film godibile, che però non riesce a lasciare il segno.
Zombieland – Doppio colpo
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