Perché oggi si torna a parlare di Emanuela Orlandi: le ultime novità
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Lunedì, 3 Giugno 2024
40 anni senza verità

Perché oggi si torna a parlare di Emanuela Orlandi: le ultime novità

Una nuova perizia fonica e chat tra persone legate al Vaticano: "Parlano di georadar e di come pagare i tombaroli"

Chat in cui si parla di "far sparire tutto" e una perizia fonica che getta luce su quella telefonata arrivata a casa Orlandi pochi giorni dopo la scomparsa. Sono le nuove informazioni emerse nel corso della commissione bicamerale sulla scomparsa di Emanuela Orlandi.

Le telefonate, la voce "dell'americano" e quella di Accetti coincidono: chi è l'uomo che si autoaccusò 

La nuova perizia telefonica ha comparato la voce "dell'americano" - principale telefonista del caso che telefonò più volte a casa Orlandi, ma anche in Vaticano e alla famiglia di Mirella Gregori - e di Marco Accetti, il fotografo che nel 2013 si è autoaccusato del rapimento di Emanuela Orlandi senza tuttavia essere ritenuto credibile.

Entrambi avevano telefonato a casa Orlandi dopo la scomparsa della 15enne: il primo, Accetto, aveva chiamato il 27 giugno 1983, appena 5 giorni dopo la scomparsa, parlando di un allontanamento volontario. Poi, qualche settimana più tardi, una nuova telefonata:"Ascolti bene, abbiamo pochi momenti, questa è la sua figliola". seguita dalla dichiarazione pre-registrata di Emanuela che afferma: "Dovrei frequentare il secondo liceo scientifico, il prossimo anno".

Il confronto ha stabilito una compatibilità dell'86 per cento tra la sua voce e quella del cosiddetto "americano", il principale telefonista del caso Orlandi. A riportare la notizia è il Corriere della Sera. La perizia è stata richiesta dall'avvocato di Accetti, Giancarlo Germani, ed è stata eseguita dal consulente tecnico Marco Arcuri, esperto di informatica e di Intelligenza Artificiale. Nel corso della perizia ad Accetti è stato chiesto di pronunciare le stesse frasi dette da coloro che rivendicarono il rapimento di Emanuela e Mirella così da facilitare la comparazione.

Nel 2013 Mario Accetti si è autoaccusato affermando di essere il responsabile della scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori ed è stato arrestato a Roma, per la violazione degli arresti domiciliari ai quali era sottoposto per l’omicidio del piccolo Josè Garramon, figlio di un diplomatico uruguaiano a Roma. Josè fu investito dall’auto di Accetti nei pressi di Castelporziano (Roma) sei mesi dopo la sparizione di Emanuela.

La rabbia di Pietro Orlandi: "Ma quale pista familiare, Papa Francesco prenda provvedimenti"

La Procura di Roma ha archiviato il fascicolo su Accetti accusandolo di calunnia e autocalunnia. Il suo legale ha sottolineato di nuovo: "Non è un mitomane. Ciò che racconta va verificato e toccherà alla magistratura chiarire le responsabilità". Accetti già in passato aveva spiegato di aver voluto parlare solo dopo l'elezione di Papa Francesco perché convinto della sua volontà nel rinnovare la Chiesa. 

Le chat

Durante la commissione bicamerale Pietro Orlandi ha portato l'attenzione su alcune chat in cui si discuteva della sparizione e del corpo della sorella. I messaggi sono stati scambiati nel 2014 monsignor Angel Vallejo Balda e Francesca Chaouqui, personaggio vicino al Vaticano coinvolta nella fuga di documenti segreti dalla Santa Sede nota come il caso Vatileaks. Nel 2014 il monisgnore e Chaouqui facevano entrambi parte della commissione "Cosea" di Papa Francesco per riorganizzare la struttura economico-organizzativa del Vaticano. 

Le chat tra i due sono state pubblicate dal quotidiano Il Domani. "A settembre dobbiamo far sparire quella cosa della Orlandi e pagare i tombaroli. Questo devi dire al Papa. Ora che torniamo si lavora all’archivio. E basta giornali e follie varie", scrive Chaouqui. "Quella roba della Orlandi deve sparire e tu devi farti gli affari tuoi. Ho visto Giani, io non credo che sia come dici tu su di lui. Quello che hanno fatto è un reato e lui lo deve sapere. Fra poco vengo, ma tu dove sei?".

Il Giani di cui si parla è l’ex capo della gendarmeria vaticana che secondo Pietro Orlandi, conoscerebbe la verità sulla scomparsa della sorella. Il monsignore risponde in un italiano stentato: «En casa. Non dici niente a Ciani. Orlandi sono cose che vanno da serio. El cardinale a detto che doviamo mettere tutta la forza in questo, el Papa con noi". 

Due persone evidentemente piuttosto vicine a Papa Francesco dunque, che secondo quanto dichiarato da Pietro Orlandi in passato a Today.it: "Ha alzato il muro più di altri e lui è a conoscenza dei fatti. Lo sostengo perché nel tempo c’è stato un incontro con Ratzinger, che aveva fatto fare da tre cardinali una sorta di Dossier delle situazioni particolari in Vaticano, riservato. Nessuno lo sa, ma non poteva certo mancare il caso Orlandi in quelle 300 pagine consegnate a mano da Ratzinger a Bergoglio".

Maria Giovanna Maglie, giornalista amica di Chaouqui, nel suo libro sulla scomparsa di Emanuela, la giornalista sostiene che monsignor Balda avrebbe accesso a una cassetta di sicurezza nella sede del Banco Santander a Madrid "dove sarebbero conservati tutti i documenti trafugati". Tutto ruoterebbe attorno alla "nota spese" legata alla cosiddetta pista londinese, ovvero un documento di diverse pagine attribuito al Vaticano in cui si prefigurava il rapimento di Orlandi e il suo trasporto a Londra.

"Brucia questa conversazione appena leggi. Fai le copie almeno di quella cosa di Orlandi e le mando in procura in forma anonima. Questa roba finisce male", si legge in un altro messaggio di Francesca Chaouqui. 

“Dicono che sono importanti, che bisogna fotocopiarli, parlano di georadar, di come pagare i tombaroli che non si possono pagare in maniera pulita", ha spiegato Pietro Orlandi in commissione. 

tweet francesca chaoqui

"Il contenuto e le circostanze dei messaggi consegnati da Pietro alla commissione non saranno oggetto di alcun commento da parte mia perché fanno parte di questioni circa cui sono tenuta al segreto di Stato", ha sceitto ha fatto sapere Chaouqui. "Mi dispiace solo che il sottofondo non detto sia che qualcuno in Vaticano sappia dove sia Emanuela e non lo dice e non è così. Non conosco dove sia Emanuela e neanche se la pista di Londra sia vera, non ho alcun elemento che possa avvicinare alla verità, se lo avessi e fosse coperto da segreto Comunque non lo rivelerei perché per me la lealtà al Pontefice viene prima di tutto. Quindi inutile coinvolgermi".

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