HANNOVER in "Enciclopedia Italiana" - Treccani - Treccani

HANNOVER

Enciclopedia Italiana (1933)

HANNOVER (A. T., 53-54-55)

Elio MIGLIORINI
Hans MOHLE
Walter HOLTZMANN
Arrigo LORENZI
Walter HOLTZMANN

È la dodicesima città della Germania per numero d'abitanti (compresa tra Düsseldorf e Duisburg-Hamborn), capitale del Hannover (provincia prussiana) e uno dei maggiori centri della Germania di NO. Il nucleo più antico è posto sulla riva destra del fiume Leine (affluente di sinistra dell'Aller, che porta le sue acque al Weser, 55 m. s. m.), in un luogo ben difendibile per essere su una collina di calcare marnoso, favorevole come punto di passaggio; ivi vengono a finire gli ultimi contrafforti del M. Deister. La temperatura media annua è di 8°4; quella di gennaio di 0°5, di luglio di 16°9. È oggi una delle più belle città tedesche, centro d'una grande regione agricola; la costruzione delle ferrovie ha messo in efficienza la sua posizione commerciale, dove s'incrocia un'importante strada, che attraversa la Germania da occidente a oriente, con quella che da Amburgo a Francoforte segue il piede di una serie di rilievi collinosi. È anche termine orientale del Mittellandkanal, che comunica col Weser, Ems, Reno e col Mare del Nord; inoltre nei Monti Deister furono trovati giacimenti di carbone, che hanno permesso un discreto sviluppo industriale (macchine, prodotti chimici, mobili, cemento). Questo non ha fatto però perdere a Hannover l'aspetto tipico di Residenza, con strade larghe e pulite, botteghe eleganti, case alte con piccole finestre.

Il nucleo più antico, sulla destra della Leine, era formato da alcune strade parallele al fiume (Burgstrasse, Leinstrasse, Kobelingerstrasse, Marktstrasse, Osterstrasse), congiunte da strette vie, in modo da formare una pianta a graticola. Sulla riva sinistra (e cioè sull'isola racchiusa tra Ihme e Leine) crebbe poi la città nuova (Neustadt) che fu difesa insieme con l'altra da un'unica cerchia di mura (che, in seguito abbattute, erano sulle attuali Georgstrasse, Friedrichstrasse, Wallstrasse); poi dal 1747 è sorta a SE. la Ägidien Neustadt, dal 1840 la Ernst-August-Stadt, dal 1843 la Georgstadt. Gli abitanti preferiscono risiedere per lo più in case separate anziché in appartamenti; e perciò la superficie del centro è piuttosto estesa.

Attualmente Hannover si estende su una superficie di 131,72 kmq., di cui 19,5 occupati da case, 17,2 da strade, piazze e ferrovie, 61,0 da terreni agrarî, 9,5 da boschi. A NE. la città confina con la foresta di Eilenriede, a NO. con quella di Herrenhausen. Le diverse industrie si sono poi localizzate in direzioni diverse, quella tessile e tintoria a Linden, le fabbriche di vagoni e gli zuccherifici a Ricklingen, l'industria metallurgica a Wulfel e Kortingsdorf, le fabbriche di caucciù ad Ahlen e a Limmer. Gli abitanti (444.000 nel 1932) erano 50.000 nel 1850; 100.000 nel 1865; 381.000 nel 1910; 422.000 mila nel 1925. Nel 1920 è stata aggregata la città di Linden, con la collina di Linden, alta 87 metri. Hannover è sede anche di un'importante Scuola tecnica superiore.

Monumenti. - Fra le più importanti chiese della città vecchia sono la Marktkirche, iniziata nel 1349, grande, severa costruzione in cotto, con navate d'uguale altezza, e quasi interamente rifatta nell'interno; S. Egidio che conserva il solo coro (1347) dell'antica costruzione gotica; la Schlosskirche (sec. XVII) con un'importante pala di Luca Cranach il vecchio, proveniente da Einbeck. Notevoli fra gli edifici profani il Residenzschloss, costruito tra il 1637 e il 1642, il grazioso castello di Herrenhausen del secolo XVII, rimaneggiato nel 1820, con giardino alla francese (1643), il vecchio Palazzo comunale in cotto (secolo XV), dai bei frontoni e fregi in terracotta. Il nuovo Palazzo comunale, con l'affresco L'introduzione della Riforma in Hannover, di F. Hodler, è una pretenziosa e gigantesca costruzione degl'inizî del secolo XX (1913); di grande importanza è invece il mercato municipale inaugurato nel 1914, degli architetti Scholer e Bonatz. Caratteristica della città è la serie di vecchie e spesso belle case dalle strette facciate, con alti frontoni, in muratura e legname. Notiamo tra quelle del Rinascimento la casa Leibniz (1652), con logge dalla ricca decorazione plastica e la "casa dei padri" (Haus der Väter), del 1621. Notevoli alcune costruzioni del Rinascimento, in pietra e legname. Nel Museo civico sculture antiche, oggetti d'arte industriale e dipinti modemi e antichi. Nel Museo provinciale, un'ottima sezione medievale ("Pala d'oro" di Luneburgo) e numerosi notevoli dipinti moderni. Nel Vaterländisches Museum interessanti collezioni d'arte rustica sassone.

V. tavv. CV e CVI.

Storia. - Se ne fa menzione per la prima volta al principio del sec. XII. Il suo nome, basso tedesco, significa "Riva Alta". La situazione della città all'incrocio di un passaggio del fiume e di una via nord-sud molto battuta, contribuì al suo sviluppo. Nel 1241 ebbe diritti di città dal duca Ottone di Brunswick-Luneburgo; nel 1322 ebbe il diritto di coniare monete. Nel basso medioevo fu sempre più indipendente dai suoi sovrani feudali, e si unì con la Lega anseatica. Il benessere della città, basato soprattutto sul commercio, raggiunse un alto livello nei decennî che seguirono alla Riforma, introdotta nel 1533. Anche la guerra dei Trent'anni non arrecò serî danni a Hannover; ma il trasferimento nella città della residenza dei duchi di Kalenberg, nel 1637, pregiudicò fortemente l'indipendenza della sua amministrazione municipale. Ai tempi di Leibniz fu un centro intelletiuale della Germania; ma dopo il trasferimento della residenza della dinastia a Londra, l'importanza della città diminuì molto, per risorgere solo nel 1837 con la creazione del regno di Hannover. Allora, nel sec. XIX, in connessione con lo sviluppo industriale cominciò un rifiorimento dimostrato anche dal rapido accrescersi della popolazione.

Bibl.: C. L. Grotefend e G. F. Fledler, Urkundenbuch der Stadt Hannover, Hannover 1860; R. L. Hoppe, Geschichte der Stadt Hannover, Hannover 1845; R. Hartmann, Geschichte Hannovers von der ältesten Zeit bis zur Gegenwart, voll. 2, Hannover 1886; Hannoverische Gerschichtsblätter, Hannover 1898 segg.; R. Hartmann, Gesch. der Residenzstadt Hannover, 2a edizione, Hannover 1886; K. Scheibe, Die Marktkirche zu H., Hannover 1909; V. C. Habicht, Hannover, Lipsia 1914; F. Stadelmann, H., die Grossstadt im Grünen, Hannover 1914; W. Pessler, Althannover als schöne deutsche Stadt, Hannover 1926.

Provincia di Hannover.

Provincia della Prussia, che misura 38.584 kmq., su cui nel 1925 vivevano 3.190.000 abitanti (83 per kmq.), in prevalenza Basso-Sassoni. Divisa nei sei distretti di Hannover, Hildesheim, Luneburgo, Stade, Osnabrück e Aurich, comprende il territorio tra l'Olanda, la costa del Mare del Nord (con le Isole Frisone Orientali, eccettuata Wangeroog) e il fiume Elba, per modo che a levante confina con la provincia prussiana di Sassonia, col Brunswick e col Brandeburgo, a NE. col Meclemburgo, con Amburgo e col Holstein, e a S. e a SO. con il Lippe, lo Schaumburg-Lippe, l'Assia-Nassau e la Vestfalia. Ma non tutto il territorio compreso entro i confini indicati appartiene al Hannover, perché l'Oldemburgo divide quasi completamente la provincia in due parti e, oltre a ciò, vi s'incastrano altri staterelli o loro frammenti: Brema con Bremerhaven, Thedingshausen che appartiene al Brunswick, Kuxhaven e Moorburg che appartengono ad Amburgo. Viceversa il Hannover ha (dal 1873) un proprio exclave nell'Oldemburgo: Wilhelmshaven. E ancora più bizzarra è la divisione politica verso S., dove la provincia di Hannover occupa parte del territorio collinoso e montuoso che comprensivamente si può chiamare della Weser e dell'Assia.

La provincia di Hannover consta adunque di parti alquanto eterogenee non solo, ma delle minori regioni naturali in cui si possono dividere le grandi zone morfologiche della Germania, la sola brughiera di Luneburgo (v.) può dirsi le appartenga interamente. Il bassopiano a occidente dell'Elba (v. germania; frisia), è la regione delle grandi paludi, che sono in prevalenza torbiere sovracquatiche, alimentate dalla notevole quantità di piogge (provincia climatica "oceanica") che forniscono acque povere di sali. Sono distese sconfinate e tristi, coperte di parecchie specie di sfagni, sui quali s'insediano molte altre piante caratteristiche: tra queste, le eriche (Calluna vulgaris, Erica tetralix), gli .Eriophorum e pini nani (Krüppelkiefer). Qua e là ampie raccolte d'acqua. In primavera s'incendiano le piante (Moorbrennen), per ottenere un concime naturale che serve a coltivare sulle torbiere frumento e avena per pochi anni. Si mettono a coltura le torbiere anche con altri metodi. La Fehnkultur è la coltivazione del fondo delle torbiere, dopo avervi levato interamente la torba: è ben nota la colonia di Papenburg, fondata nel sec. XVII nelle paludi della destra dell'Ems e che fu nella regione il primo esempio di tal metodo inventato in Olanda. Nel sec. XIX se ne introdusse un altro che consiste nel modificare la composizione chimica del suolo torboso con cainite e fosfati, trasformando la palude in pascolo grasso, ciò che si dice Moorkultur. Nelle sue parti meridionali il Hannover comprende il territorio di Osnabrück, cioè parte della Selva di Teutoburgo e la prosecuzione occidentale del Wiehengebirge a O. delle colline della Weser e, a E. di queste, la pianura e le colline dell'Ostfalia, regione fertile e ricca di prodotti agricoli. A S. di queste colline, il corridoio politico di Goslar attraversante i dominî del Brunswick, congiunge al resto del Hannover il territorio tra Harz e Weser, cioè l'alta vallata della Leine coi rilievi che chiudono a NO. il bacino di Turingia (Eichsfeld, Selva di Gottinga) e un lembo delle montagne dell'Assia (Sölling, Bramwald). I giacimenti potassici, il litantrace, il ferro formano la ricchezza di questa parte del Hannover che perciò è industriale, specialmente nella zona tra l'Oker e Osnabrück (macchine, lino, cotone, zucchero, conserve, prodotti chimici). Per tale carattere, questo territorio contrasta con la parte hannoveriana del Bassopiano, in complesso meno industriale e distinta soprattutto dai pascoli delle Marschen. Questo contrasto si rispecchia nella distribuzione della popolazione, scarsa nel Bassopiano, se si eccettuino le città che sono porti marittimi (Emden, Wilhehmshaven) o fluviali (Harburg); le maggiori città del Hannover sono al limite fra la pianura e la regione montuosa (Osnabrück, Hannover, Hildesheim, Hameln) e più a S., Gottinga (v.).

Storia. - Il Hannover si è storicamente formato per la riunione di alcuni territorî guelfi nella Bassa Sassonia. L'origine e lo sviluppo di tali dominî, a causa dei principi che hanno dominato nella casa dei Guelfi fino ai tempi moderni e che hanno condotto continuamente a divisioni territoriali e assegnazioni ai figli minori, sono molto complessi. I territorî dei quali si tratta sono i seguenti: il ducato di Luneburgo-Celle, il ducato di Grubenhagen (presso il Harz Occidentale, a nord dell'Eichsfeld), il ducato di Kalenberg (nella regione della Leine, con le città di Hannover, Hameln e Gottinga), i territorî dei vescovadi, poi secolarizzati, di Brema e di Verden, il ducato di Sassonia-Lauenburg (a nord dell'Elba), la contea di Hoya e la signoria di Diepholz (a est del Weser). Non sono compresi in questa enumerazione i paesi che più tardi hanno formato il ducato di Brunswick. Il punto di partenza della formazione territoriale è il ducato guelfo creato dall'imperatore Federico II nel 1235 a favore di Ottone il Fanciullo. Ai figli di Ottone si debbono ricollegare tutti i posteriori rami della Casa. La divisione del territorio compiuta dai figli di Ottone, in una parte meridionale (Brunswick) e in uno settentrionale (Luneburgo) ha dato nome alle numerose linee principali della famiglia guelfa. Nel ramo di Luneburgo, da cui ha avuto origine più tardi il regno di Hannover, si devono distinguere ancora una linea più antica, che durò da Giovanni (morto nel 1277) fino al 1369; una media, fondata da Bernardo (morto nel 1434), e una più recente. La Riforma fu introdotta sotto il duca Ernesto (mortó nel 1546), seguace di Lutero. Durante il regno dei suoi figli: Enrico (morto nel 1598) e Guglielmo (morto nel 1592) si spensero varie linee della casa Guelfa, di guisa che fu necessaria una nuova divisione di tutto il territorio, che servì di base per l'ulteriore sviluppo dei singoli dominî: i discendenti di Enrico furono, più tardi, duchi di Brunswick-Wolfenbüttel (v. brunswick), mentre Guglielmo divenne il capostipite della linea più giovane della casa di Luneburgo. Cominciando in quei tempi ad affermarsi l'idea dell'indivisibilità del territorio, i sette figli di Guglielmo si accordarono che solo uno di loro dovesse sposarsi e continuare la famiglia. La sorte designò Giorgio (morto nel 1641). Ma dovette essere stabilita ancora, dopo un patto di successione concluso con la linea di Wolfenbüttel nel 1635, una secondogenitura nel ducato di Kalenberg: il fratello maggiore poteva scegliere tra il ducato di Kalenberg e quello di Luneburgo; al secondogenito sarebbe spettato ìl territorio non prescelto dal primogenito. Sotto i nipoti di Guglielmo questa secondogenitura fu di nuovo abbandonata.

Il duca Giorgio, che fu il più notevole tra i figli di Guglielmo, ebbe una parte non priva di importanza nella guerra dei Trent'anni, prima in Italia come generale al servizio imperiale (1629), e poi dalla parte dei protestanti in alleanza con la Svezia. La pace di Vestfalia portò al paese solo uno scarso compenso per le molte perdite e distruzioni: nel vescovado di Osnabrück dovevano governare alternativamente un vescovo cattolico e un amministratore protestante della casa di Luneburgo. I figli di Giorgio si seguirono nel potere uno dietro l'altro in Kalenberg, in Osnabrück, Luneburgo, dove già era capitale Celle. Durante questa generazione di principi cominciò a mostrarsi una forte tendenza a imitare il modo di vivere dell'Europa Occidentale e dei governi assoluti. Giorgio Guglielmo (morto nel 1705) sposò una gentildonna francese, Eleonora d'Olbreuze; suo fratello Giovanni Federico (morto nel 1679) fu convertito al cattolicesimo, a Roma, da Luca Holstenius; il più eminente tra i fratelli fu però il più giovane, Ernesto Augusto (morto nel 1698). Aveva sposato la contessa palatina Sofia, figlia dell'elettore Federico V, re di Boemia, e nipote del re Giacomo I Stuart d'Inghilterra, una donna di carattere forte e molto colta. Ernesto Augusto fece molto per lo sviluppo della potenza della sua casa, soprattutto col cercare d'innalzare il Hannover (nome venuto in uso, sotto il suo regno, per il territorio di Luneburgo) all'elettorato, cosa che gli riuscì nel 1692. Per questo scopo egli aveva aderito alla politica dell'imperatore e preso parte alle guerre dei suoi tempi coi Turchi e coi Francesi; all'interno però la necessità d'introdurre l'indivisibilità del territorio, come esigeva la Bolla d'oro e le norme di successione dei suoi discendenti, lo coinvolsero in difficoltà d'ogni sorta. Le difficoltà vennero in ultimo risolte con l'aver il figlio di Ernesto Augusto, Giorgio Lodovico, sposato l'unica figlia di Giorgio Guglielmo e di Eleonora d'Olbreuze; essi, per mezzo dei loro figli Giorgio (I d'Inghilterra) e Sofia Dorotea (moglie di Federico Guglielmo I di Prussia) divennero capostipiti dei re d'Inghilterra e dell'antica casa reale di Prussia.

Le più grandi prospettive per la casa di Hannover si presentarono quando furono chiamati sul trono inglese gli Stuart protestanti, prima Maria e suo marito Guglielmo III d'Orange, poi la sorella di lei Anna. Siccome Guglielmo e Maria non avevano discendenza, e l'unico figlio sopravissuto ad Anna morì nel 1700, il Parlamento del 1701 riconobbe le pretese al trono d'Inghilterra della nipote di Giacomo I, elettrice vedova Sofia di Hannover e della sua discendenza e, dopo la morte della regina Anna, Giorgio Lodovico di Hannover venne riconosciuto senza alcuna difficoltà re d'Inghilterra col nome di Giorgio I (1714). Comincia così il periodo, durato fino al 1837, dell'unione fra l'Inghilterra e il Hannover, durante il quale questo stato elettorale andò sempre più discendendo verso la posizione di un regno annesso a quello insulare, e d'altra parte l'Inghilterra divenne, con questo possesso della sua dinastia, una potenza continentale ed esposta all'attacco su terraferma. Con la sua partecipazione alla guerra del Nord, Giorgio I (v.) arrivò ancora una volta a un accrescimento del suo territorio, coi vescovadi di Brema e di Verden, dal 1648 in possesso degli Svedesi, ceduti poi (1715) alla Danimarca, che li vendette al Hannover. L'interesse che prendeva poi Giorgio II (v.) ai possessi della casa di Hannover fu dimostrato anche dalla fondazione dell'università di Gottinga (1734) che presto si mise alla pari dell'università più antica di Helmstedt. Il governo del paese era nelle mani di un Consiglio segreto, che finì col cadere completamente sotto l'influenza dell'alta aristocrazia del paese. L'istituzione fatta da Giorgio III, divenuto completamente inglese, di una Cancelleria tedesca a Londra, portò pochi cambiamenti nella pratica amministrativa usata prima. Nella politica estera lo stato elettorale di Hannover venne interamente sottomesso agl'interessi dell'Inghilterra: così nella guerra per la successione austriaca, così nella guerra dei Sette anni.

Per la vita intellettuale del Hannover nel sec. XVIII l'unione con l'Inghilterra è stata di grande importanza. Il Hannover è stato meno degli altri territorî della Germania toccato dalla filosofia dell'illuminismo francese; l'influenza delle idee conservatrici appare in tutte le manifestazioni della scienza e della vita pubblica. Le guerre della rivoluzione e di Napoleone I prepararono la fine dello stato elettorale. Nella sua lotta con l'Inghilterra, Napoleone aveva riconosciuto ben presto l'importanza che presentava il possedimento che essa aveva sul continente: già nel 1804 fece occupare dalle truppe francesi il Hannover e poi si servì di questo paese per trarre con abili manovre la Prussia dalla sua neutralità, seguita a partire dalla pace di Basilea (1792). Egli raggiunse con ciò il suo scopo: nel 1806 il Hannover fu ceduto alla Prussia, che lo perdette però nel 1807, con la pace di Tilsit. Allora il Hannover fu annesso al regno di Vestfalia, ma i suoi territorî settentrionali, per esercitare il dominio sulle coste di fronte all'Inghilterra, furono incorporati nel 1810 alla Francia.

Con la restaurazione, nel 1814, il futuro Giorgio IV, allora reggente per il padre infermo di mente, prese il titolo di re di Hannover. Il congresso di Vienna portò un accrescimento territoriale al nuovo regno: gli antichi territorî del vescovado di Hildesheim, la Frisia Orientale, la libera città di Goslar e altri territorî. Seguì nel paese l'interno riordinamento con una costituzione emanata nel 1819, che, appoggiandosi alle condizioni del precedente regime, portò il sistema delle due Camere e della rappresentanza professionale. Sotto Giorgio IV (morto nel 1830) e Guglielmo (morto nel 1837) il governo di Hannover era per lo più esercitato da un principe minore della Casa col titolo di viceré. Quando, dopo la morte di Guglielmo IV, la corona inglese passò alla figlia del suo fratello maggiore, Vittoria, l'unione fra l'Inghilterra e il Hannover venne sciolta, poiché la legge tedesca escludeva la successione femminile. Re di Hannover divenne il figlio minore di Giorgio, Ernesto Augusto (morto nel 1851). Egli abolì la costituzione rinnovata nel 1833, sotto l'impressione della rivoluzione del luglio, e ritornò a quella del 1819 e al sistema di governo essenzialmente di carattere assoluto. Questo colpo di stato portò con sé la protesta di sette professori dell'università di Gottinga (Dahlmann, Albrecht, i fratelli Grimm, Gervinus e altri): la loro destituzione fece scoppiare un uragano d'indignazione nell'opinione pubblica. Sotto l'impressione della rivoluzione del 1848, che nell'essenza non toccò profondamente questo paese agricolo, Ernesto Augusto dovette accordare una costituzione più liberale. Dopo la sua morte gli seguì suo figlio Giorgio V, cieco. Tutto preso dalle antiche idee, colorate anche da un profondo sentimento religioso, sulla sua sovranità, venne in conflitto con le aspirazioni di Bismarck e della Prussia, che miravano a un'unione della nazione germanica, benché sotto suo padre vi fossero state relazioni di amicizia molto stretta fra il Hannover e la Prussia. Quando scoppiò nel 1866 la guerra per il predominio in Germania, Giorgio combatté dalla parte dell'Austria, spinto in parte dalle promesse fatte da Vienna di cessioni territoriali, e rifiutò la neutralità che gli aveva chiesto la Prussia. Dopo ciò la Prussia dichiarò la guerra, che, quanto al Hannover, finì con la capitolazione dell'esercito hannoveriano presso Hohensalza il 29 giugno 1866. Con una legge del 20 agosto 1866 la Prussia dichiarò l'annessione del regno, e il 1° ottobre 1867 la costituzione prussiana venne introdotta nella nuova provincia.

I membri della sua dinastia partirono per l'estero (in Inghilterra e in Austria; il capo della famiglia assunse il titolo di duca di Cumberland) e rifiutarono di riconoscere il nuovo stato di cose, fino a che, poco tempo prima della guerra mondiale, non si venne a una riconciliazione, con la quale Ernesto Augusto, il nipote del re deposto nel 1866, venne fatto duca di Brunswick.

Bibl.: A. Beuermann, Die Provinz Hannover, fasc. 4° della Landeskunde Preussens, Berlino 1901; W. Wedderich, Wirtschaftsgeographische Verhältnisse, Ansiedlungen und Bevölkerungsverteilung im Ostfälischen Hügel- und Tieflande, in Forschungen zur deutschen Landes- und Volkskunde, Stoccarda 1902; E. Oehlmann, Landeskunde von Braunschweig und Hannover, Breslavia 1918; E. Wagner, Bevölkerungsdichte in Südhannover, in Forschungen zur deutschen Landes- und Volkskunde, Stoccarda 1903. - Per la parte storica, v.: V. Loewe, Bibliographie der hannöverischen und braunschweigischen Geschichte, Posen 1908; Zeitschrift des historischen Vereins für Niedersachsen, voll. 88, Hannover 1851-1923; Niedersächsisches Jahrbuch, Hildesheim 1924 segg.; Quellen und Darstellungen zur Gerschirw Niedersachsens, voll. 38, Hannover 1883 segg.; G. G. Leibritz, Scriptores rerum Brunswicensium, voll. 3, Hannover 1707-11; Chr. L. Scheid, Origines Guelficae, I-V, Hannover 1750-80; Urkundenbuch des historischen Vereins für Niedersachsen, I-IX, Hannover 1846-77; Kalenberger. Urkundenbuch edito da Hodenberg, 9 Abteil., Hannover 1855-70; W. Havemann, Geschichte der Lande Braunschweig und Lüneburg, I-III, Gottinga 1853-1857; O. von Heinemann, Geschichte von Braunschweig und Hannover, I-III, Gotha 1884-92; A. Tecklenburg e K. Dageförde, Geschichte der Provinz Hannover, 3a ed., Hannover 1921.

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