IL PATRIMONIO DEL GRANDE ATTORE

Eredità Alberto Sordi, un tesoro congelato in attesa dei giudici

di Riccardo Ferrazza

(Agf)

3' di lettura

Non si è ancora chiusa la vicenda giudiziaria attorno all’eredità di Alberto Sordi, il grande attore romano scomparso il 24 febbraio 2003 e il cui patrimonio è stato ereditato dalla sorella Aurelia, morta a a 97 anni. Ieri si è concluso con nove assoluzioni il processo di primo grado scaturito dall’inchiesta su un presunto tentativo di circonvenzione della donna.

Sono cadute così le accuse nei confronti di alcuni professionisti, notai e avvocati, e nei confronti di una serie di personaggi, a cominciare dallo storico autista e factotum peruviano di casa Sordi (Arturo Artadi) che, secondo la Procura, avevano architettato un raggiro dell’anziana donna, approfittando delle sue condizioni di salute, per cercare di mettere le mani sull’eredità del più importante attore cinematografico italiano.

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Resta aperta l’altra vicenda, quella sul testamento con cui la “signorina Aurelia” ha destinato tutto il patrimonio alla “Fondazione Museo Alberto Sordi”: fondata il 31 marzo 2011 ha lo scopo di trasformare la villa da 650 mq di via Druso 45 accanto alle Terme di Caracalla, dove “Albertone” visse dal 1958 alla morte, in un museo commemorativo dell’attore. Tra gli onori anche quello di «occuparsi in perpetuo della cura e della manutenzione della tomba della famiglia Sordi presso il cimitero monumentale del Verano». La disposizione è stata però impugnata da 37 tra nipoti e pronipoti di Sordi esclusi dall’asse ereditario e si attende ora attende il giudizione del Tribunale. Gli stessi “aspiranti eredi”, un anno fa, si erano visti respingere la richiesta di sequestro del patrimonio dell’ente.

Tutto ruota intorno al patrimonio Sordi sul cui ammontare si sono fatte diverse stime. Quando è stato aperto il testamento di Aurelia Sordi (ottobre 2014) si parlò di 30 milioni di euro. Il fondo di dotazione della fondazione risulta di 21,225 milioni, il patrimonio netto al 31 dicembre 2017 è di 21,077 milioni. Nell’elenco dei beni trasmessi all’ente comparivano quattro conti correnti e due portafogli titoli, il 100% delle quote della società Aurelia cinematografica (che risultava in liquidazione) oltre alle azioni del Campus biomedico di Roma.

Il consiglio di amministrazione della Fondazione Museo Sordi (tutte le cariche sono gratuite) è presieduto dall’ex magistrato Italo Ormanni. Tra i cinque consiglieri c’è l’attore Carlo Verdone. Il vicepresidente è Giambattista Faralli, ex dirigente della Banca di Roma e broker amico dell’attore romano, di cui ha gestito titoli e conti di famiglia (fu lui a denunciare l’autista-factotum Artadi). «La liquidità della fondazione - spiega Faralli - è di 16 milioni di euro. Poi c’è la villa di cui, però, è difficile stimare il valore immobiliare. Si è detto 20 milioni di euro: non sono un perito immobiliare ma per me vale meno, direi 15 milioni, dal momento che si tratta di un immobile con vincolo della Sovrintendenza. Restano poi i beni all’interno della villa che valgono meno di un milione».

In attesa della pronuncia del giudice sul ricorso dei 37 “lontani parenti” la Fondazione non ha ancora avviato le sue attività (salvo aprire casa-Sordi al pubblico per sporadiche visite) ma si limita all’ordinaria amministrazione. L’ultimo bilancio approvato (2017) si è chiuso con una perdita di 4.105 euro.

La Fondazione Museo Sordi non è l’unica che porta il nome dell’attore romano. C’è la “Fondazione Alberto Sordi”, presieduta dall’ex presidente della Siae Giorgio Assumma e fondata nel 1996 grazie alla donazione di un terreno a Trigoria (Roma sud) di otto ettari dal valore di dieci miliardi di lire, dedicata alla cura e all’assistenza delle persone anziane che ha sede nel Campus biomedico. C’è poi la “Fondazione Alberto Sordi per i giovani” creata nel giugno del 2001. Entrambe sono state beneficiarie di una polizza vita sottoscritta da Aurelia Sordi del valore di 10 milioni di euro ciascuno. Del patrimonio Sordi fanno poi parte i diritti cinematografici dell’attore (che ha recitato in più di 200 film): nel novembre del 2006 la sorella cedette a titolo gratuito i proventi derivanti dai diritti (ma non la titolarità) al Campus biomedico; gli altri titoli della vasta cinematografia sono passati alla Fondazione Museo.

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