Le strade di Giorgio Tirabassi: "Recitavo in cantina poi con Gigi Proietti è cambiata la vita" - la Repubblica

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Le strade di Giorgio Tirabassi: "Recitavo in cantina poi con Gigi Proietti è cambiata la vita"

L'attore protagonista del film 'Nonostante la nebbia' di Paskaljevic. Vuoi essere ricevere The dreamers, la newsletter dedicata al cinema ogni giovedì nella casella di posta elettronica dei nostri abbonati? Clicca qui
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"Con Goran Paskaljevic c'è stato un rapporto bellissimo. Mi diceva: "Devi imparare il serbo, così facciamo tutti i film insieme"" racconta Giorgio Tirabassi, protagonista con Donatella Finocchiaro di Nonostante la nebbia, l'ultimo film (sulle piattaforme) del regista serbo scomparso lo scorso 25 settembre. Tirabassi nel film è un ristoratore della provincia di Roma che, tornando a casa in una sera di pioggia, trova un bambino e decide di portarselo a casa. Mohammed è un rifugiato siriano che ha perso i genitori nel viaggio in gommone verso l'Italia. La moglie del ristoratore, depressa per la morte del figlio, trova nel bimbo un'occasione di rinascita. Ma la coppia deve fare i conti con i pregiudizi e l'ipocrisia del contesto sociale. "Goran, che è un grande autore, consegna il suo punto di vista su cosa significhi essere cattolico nel nostro paese. Un film che ha il respiro e la coerenza stilistica di un regista che non espone la tecnica, non esibisce il dolore. E che purtroppo se ne è andato troppo presto. È stato un anno di perdite importanti".

L'attore romano, 61 anni, pensa al suo maestro Gigi Proietti: "Uno dei motivi per cui ho scelto di fare l'attore. Ho iniziato nell'81, noi giovani guardavamo tutti a lui, nel panorama degli attori era quello innovativo, nella prosa inseriva la musica, il dialetto. Sperimentava e attraeva le folle: non scorderò lo stupore nell'83 davanti al Palasport di Bolzano affollato". La gavetta di Tirabassi è stata lunga: "Partecipavo agli spettacoli di avanguardia nelle cantine romane, facevo ginnastica artistica, lavoravo col corpo, ero animatore per bambini, suonavo. Gigi mi scelse a un provino, cambiando la mia vita".

Tra i tanti ostacoli, la balbuzie: "Fare l'attore sembrava quasi un controsenso, invece il teatro mi ha aiutato. Anche se ancora oggi devo cambiare qualche battuta, l'esperienza aiuta". Ha sempre avuto le idee chiare: "Dopo il successo di Fantastico con Gigi mi chiamarono a Drive In ma io cercavo altro. Feci la tv con Sergio Citti". Ha incrociato la strada di Claudio Caligari in L'odore della notte, "una magnifica esperienza. Ho imparato da Claudio, da Scola, da Mastroianni, Manfredi, Giannini". Ha incarnato figure importanti di impegno civile - da Borsellino a Libero Grassi - e debuttato alla regia, prima in un corto premiato, poi in un film, Il grande salto. Ora ne sta scrivendo un altro "con Daniele Costantini, non c'è più il mio amico Mattia Torre.

Gli feci fare uno dei primi lavori pagati, partecipò alla scrittura di Infernetto e da lì tante cose insieme". Tra cui Boris, l'attore sarà nella quarta stagione "con gioia. Gli autori Vendruscolo e Ciarrapico pazzi stimolanti". Lo vedremo in Freaks Out di Gabriele Mainetti, "una partecipazione speciale, sono il direttore del circo dei freaks, una figura paterna, raccolgo i soldi per prendere i passaporti per l'America, ma sparisco". Sta girando con Paolo Genovese Il primo giorno della mia vita, "un piccolo ruolo ma avevamo voglia di lavorare insieme". Uno dei periodi più belli è legato alla serie Distretto di Polizia, "grande palestra, sette scene al giorno, otto mesi di set l'anno. Si è rafforzato il sodalizio con Ricky Memphis, nato ai tempi di L'ultimo Capodanno. Nel novembre del 2019 l'attore ha avuto un infarto mentre presentava il suo film Il grande salto: "Se non fosse uscita la notizia sarei stato più contento. Ho avuto la corte dei miracoli che mi chiedeva di parlare della mia esperienza. Meno male che non c'erano più i miei genitori, a una notizia così sarebbero morti loro di infarto".