Langello
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Nacque a Cartagine intorno alla metà del II secolo, studiò retorica e diritto, approfondì la conoscenza della filosofia stoica ed esercitò la professione di avvocato in Africa e a Roma.
Tornato in patria Tertulliano si convertì al cristianesimo e ben presto mise la sua esperienza giuridica e retorica a servizio della nuova fede.
Nel 197 pubblicò le sue due prime opere (Ad nationes e Apologeticum) a difesa del cristianesimo. Il suo rigorismo morale lo spinsero però ad avvicinarsi all’eresia di Montano predicando così l’imminenza della fine del mondo e una severa disciplina basata sul digiuno e l’astinenza.
Non appagato dalle posizioni assunte dai montanisti fondò una nuova setta ancora più rigida detta dei tertullianisti.
Morì dopo il 220.

Tertulliano è considerato il primo apologista; di lui ci sono pervenuti 31 scritti divisi in tre gruppi: opere apologetiche, etico - disciplinari e anticlericali.
Per quanto concerne l’attività apologetica Tertulliano scrive due opere Ad nationes (Ai pagani) e Apologeticum (Apologetico).
Nell' Ad nationes difende il cristianesimo accusando il mondo pagano di immoralità e violenza, criticando la religione tradizionale romana.
Nell’Apologeticum, indirizzato ai magistrati romani di Cartagine, Tertulliano riprende e approfondisce gli argomenti dell’Ad nationes in 50 capitoli strutturati in due parti: nella prima confuta le accuse più comuni che venivano rivolte ai Cristiani, nella seconda invece, con toni aggressivi e polemici, rovescia sui pagani le accuse di immoralità. L’opera termina con l’esaltazione del martirio e la contestazione che le persecuzioni non frenano la diffusione del cristianesimo ma che anzi lo incrementano.

Tertulliano scrive poi l’Ad Scapulam, una lettera indirizzata al proconsole d’Africa Scapula che si era segnalato per crudeltà nel perseguitare i Cristiani, in cui riafferma la lealtà dei Cristiani nei confronti dnell’impero ma minaccia una vendetta divina contro i persecutori.
In molte opere Tertulliano indica ai Cristiani alcune norme di comportamento per la vita pratica, morale e liturgica: nel De spectaculis vengono condannati tutti i ludi circensi, teatrali e gladiatori, in quanto immorali; nel De cultu feminarum è proibito alla donna il ricorso alla cosmesi e all’eleganza nell’abbigliamento; il De virginibus velandis prescrive alle donne di portare il velo in ogni circostanza.
Nel De exhortatione castitatis, nel De monogamia e nella lettera Ad uxorem tratta il tema delle seconde nozze definendole come adulterio; nel De corona e nel De idolatria sostiene che la vita militare è incompatibile con la religione cristiana; nel De fuga in persecutione vieta al cristiano di sottrarsi alle persecuzioni ed esalta la necessità del martirio.

Tertulliano impiegò anche le sue capacità dialettiche e le sue conoscenze giuridiche anche nell’opposizione agli eretici: nel De praescriptione haereticorum afferma che il possesso delle Sacre Scritture spetta alla Chiesa, la sola autorizzata a interpretarle e che gli eretici non hanno alcun diritto di avvalersi dei testi sacri.
Numerose furono le opere scritte contro l’eresia gnostica che vedeva contrapposto il Dio Buono del Nuovo Testamento e il Dio Malvagio del Vecchio: fra queste si possono ricordare l’Adversus Marcionem, l’Adversus Valentinianos e l’Adversus Praxean.

Lo stile di Tertulliano è vigoroso e appassionato. La sintassi è nervosa, spezzettata e irregolare, caratterizzata dall’alternanza fra frasi concise e ampi periodi; frequenti sono le interrogative retoriche, le esclamazioni, le apostrofi e le sentenze di stampo senecano. Egli si serve anche abbondantemente di artifici retorici come allitterazioni e metafore. Il tono delle sue opere è spesso dominato dall’ironia, dal sarcasmo e dall’invettiva. Egli ricorre frequentemente a neologismi, grecismi, arcaismi, tecnicismi e parole del latino utilizzate con un nuovo significato.