Il 21 gennaio è morta a Parigi Nathalie Delon, ex moglie di Alain e madre di Anthony, che ne da l’annuncio su Instagram. Nata nel 1941 a Oujda, un’enclave spagnola del Marocco ancora sotto protettorato francese, il suo nome all’anagrafe è Francine Canovas. Il suo sogno è di fare la ballerina, ma suo padre la avversa ritenendola un’aspirazione da poco. Nathalie è la tipica bellezza francese, con grandi occhi di cerbiatta e quel “broncio” che ricorda la Bardot. Si sposa per la prima volta giovanissima, appena diciottenne, con Guy Barhtélémy, da cui nasce la figlia Nathalie. Il matrimonio ha vita breve e conseguenze pesanti sul suo rapporto con la figlia, che le viene sottratta da Barthélémy che, anni dopo, la accusa di adulterio. Madre e figlia si terranno in contatto in modo intermittente fino all’età di diciott’anni della ragazza, che poi taglierà i ponti con la madre.

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Lasciato Barthélémy, Francine ha appena 21 anni quando decide di trasferirsi a Parigi e di cambiare il proprio nome in Nathalie (forse per tenere un legame interiore con la figlia perduta). È qui che, a una festa in una discoteca, tra le prime persone che incontra c’è proprio Alain Delon. Già celebre in patria, Nathalie inizialmente non ha idea di chi sia: “A colpirmi furono i suoi occhi”, racconta in un’intervista. “E comunque si era seduto sulla mia borsa, quindi fui costretta a chiedergli di alzarsi”. Alain, che ai tempi è legato a Romy Schneider, resta folgorato dalla sua bellezza e inizia subito a corteggiarla. Tra i due si instaura una relazione, inizialmente clandestina, che in seguito crea grande clamore perché l’opinione pubblica dava per scontato che Delon avrebbe sposato la Schneider. Invece, nel 1964 Delon sposa Nathalie, in una cerimonia riservatissima, e s’imbarca con lei in luna di miele sulla nave Francia, diretta a Los Angeles, dove si trasferiscono per sostenere la carriera di Delon. Pochi mesi dopo nasce Anthony, l’unico figlio dell’attore.

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Sono una coppia bellissima e promettente, e così li ritrae l’amico cineasta Alain Cavalier che, invitato nella loro splendida villa sulle colline losangeline, gira un filmato su di loro nel 1965. È un’intervista intima, in cui i due vengono ritratti in una giornata qualsiasi. “Il tuo peggior difetto?”, chiede Cavalier a Delon. “La collera”. “Ed è anche tremendamente egoista”, aggiunge Nathalie, pur sorridendo. “E il miglior pregio di Nathalie?”, chiede ancora l’intervistatore. “La costanza”, dice Delon. In effetti, il carattere difficile dell’attore non è mai stato un mistero e, a ben vedere, Nathalie è stata l’unica donna a portarlo all’altare.

È a Los Angeles che, nel 1967, Nathalie Delon debutta sul grande schermo accanto al marito in Samourai (tradotto Frank Costello faccia d’angelo) di Jean-Pierre Melville. Già sul set s’intuiscono tensioni crescenti tra i due e la relazione si fa presto burrascosa, forse anche per il fantasma di Romy Schneider, vero grande amore di Alain, che aleggia tra loro. “Non mi parlava mai di lei”, ricorda Nathalie, “ma talvolta nei suoi occhi vedevo un’ombra di tristezza e sapevo che era per Romy”.

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Dopo il divorzio, nel 1969, Alain Delon inizia una nuova relazione con Mireille Darc, e a Nathalie, che tiene con sé il figlio Anthony, vengono attribuiti diversi flirt, tra cui il cantante Eddie Fischer e la star di Hollywood Richard Burton. Il rapporto con Alain sarà sempre di stima e affetto reciproci, tanto che Nathalie terrà il cognome Delon fino alla morte e sull’account Instagram del figlio Anthony si vedono spesso ritratti insieme. La sua filmografia conta un totale di trenta film, in ruoli primari e secondari, fino all’inizio degli anni Ottanta, tra cui L’armata degli eroi (1969), sempre di Jean-Pierre Melville, Docteur Justice (1975), di Christian Jacque, e Una femmina infedele (1976), di Roger Vadim.

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Nathalie Delon sarà poi regista di Ils appellent ça un accident (1982) e Sweet Lies (1986), con Treat Williams. Pubblicherà i suoi ricordi in un memoir nel 2006 e, negli ultimi anni, sarà una grande appassionata di yoga. Colpita da un cancro fulminante, è morta a Parigi circondata dai suoi cari.