TRAMA:
Era il Novembre del 2019. Il cacciatore di replicanti Rick Deckard interpretato da Harrison Ford e Rachael interpretata da Sean Young provano a fuggire da un destino segnato.
“Oggi”, nel 2049, i vecchi Nexus 8 sono stati da tempo superati dai replicanti Nexus 9, migliorati e perfezionati, resi più docili e obbedienti, e l’agente K ( Ryan Gosling ) della Polizia di Los Angeles, anche lui un blade runner, è incaricato di “ritirare” i modelli precedenti che ancora si nascondono da qualche parte. Scopre però un segreto sepolto da tempo che potrebbe far precipitare nel caos quello che è rimasto della società. E questa scoperta lo porta alla ricerca di Deckard, sparito nel nulla da ormai 30 anni.
RECENSIONE:
“Nato e non creato”. Denis Villeneuve costruisce impalcature visive e inquietudini filosofiche provando a replicare, senza soluzione di continuità le derive sci-fi e noir che Ridley Scott era stato capace di toccare, ormai 35 anni fa, traducendo filmicamente "Il cacciatore di androidi" di Philip K. Dick.
Ogni elemento strutturale di Blade Runner 2049 è non solo, non semplicemente, copia conforme dell’originale, ma sentito e ragionato prolungamento di un universo, visivo, ambientale, cinematografico, di uno tra i film più iconici della storia della settima arte.
Non c’è una cosa fuori posto, in questa scacchiera dove ogni mossa anche impercettibile, anche apparentemente vuota di senso, o avvolta da lunghi silenzi è figlia di un calcolo. Di una scienza che ancora oggi e, soprattutto, con l’avvento di tecnologie forse impensabili ai tempi del primo film continua a domandarsi “che cosa definisce un essere umano?”.
Villeneuve non si sottrae alle inquietudini di natura etica e bioetica, costruisce nel vero senso della parola, visto che ogni set è analogico e non ricreato con il green screen architetture in grado di ospitare comodamente lo script di Hampton Fancher e Michael Green, e instrada la prosecuzione di una storia iniziata 30 anni fa insinuando il dubbio laddove invece le creazioni di Niander Wallace ( Jared Leto ) non dovrebbero prevederlo: dove finisce il confine tra l’obbedienza androide e la ricostruzione di un’identità creata dal nulla ma settata con l’innesto di ricordi artificiali? E che cosa succede se uno di quei ricordi è un frammento di memoria reale?
Ci si muove lungo le traiettorie ambientali disegnate allora, la veduta area e notturna di una Los Angeles sempre più caotica e illuminata da ologrammi promettenti qualsivoglia svago e ristoro e ridisegnate oggi attraverso una distopia ancor più grigia, figlia di un collasso degli ecosistemi avvenuto anni prima, l’enorme muro che difende la città dall’oceano minaccioso, il freddo costante, l’inospitalità di luoghi resi inabitabili dall’inquinamento dell’aria, la neve ma, come era ovvio immaginare, il cuore della questione è ancora una volta nascosto nell’abisso di dilemmi ancora oggi irrisolvibili.
E l’unico vero limite di Blade Runner 2049, forse, è proprio nel voler rendere più dirette, più a portata, più narrative, questioni che nel film precedente rimanevano sospese, mai enunciate apertamente, fuggendo da facili schematismi che, invece, stavolta, sembrano fiaccare il percorso del racconto, rischiando a volte di spogliarlo della poesia, dell’anima che, al contrario, tutto l’impianto visivo, visionario e architettonico che raggiunge il suo apice quando la splendida Ana de Armas, l’ologramma Joi, si sovrappone al corpo della prostituta interpretata da Mackenzie Davis per rendere carnale, reale, il suo rapporto con K riuscendo a mantenere vivo, saldo in quell’equilibrio quasi commovente tra ricordo del prototipo e creazione di un nuovo cult.
“Nato e non creato”, la questione è tutta lì: “In fondo non sei male, anche senz’anima”.
IL DISCO:
Visivamente eccezionale, lungo e tutto sommato apprezzabile seguito dell’omonimo film classe 1982, fondatore morale del genere cyberpunk, il quale sdoganò la fantascienza distopica e pessimista. Il punto di forza dell’opera rimane la fotografia, con panoramiche e impostazioni artistiche molto ricercate, le quali, tuttavia, potrebbero passare in secondo piano se accorpate ad una durata decisamente sostenuta ed un ritmo volutamente rallentato.
Il film del resto è concepito come un sequel ideale del suo predecessore, con tempi molto dilatati abbinati ad uno svolgimento lineare e ad improvvise “svolte” di sceneggiatura. Le inquadrature sono ricche di dettaglio oltre ogni misura. Già dai primi minuti si apprezza la ricchezza delle immagini, basta osservare i dettagli della campagna e dell’albero in primo piano nella fattoria di Morton per rendersene conto. L’immagine si mantiene quindi ricca e definita per l’intera durata, a partire dai primi piani, con incarnati letteralmente “scavati” nello schermo. Le sequenze ambientate nel deserto di rottami sono quanto di più performante si sia visto fino ad ora su un supporto Blu-Ray con panoramiche sulle carcasse meccaniche estremamente “rifinite”, tali da riconoscerci quasi le scritte sopra in lontananza. Sfumature e colori carichi, visibili specialmente nel salone dove si nasconde Deckard, le cui peculiarità “scolpiscono” ulteriormente i contorni di pareti e mobilio. Un quadro di eccellenza assoluta “minato”, per modo di dire, dalle sequenze scure e in cui la foschia sia presente ( tipicamente le panoramiche cittadine in notturna), ove causa l’impostazione fotografica, il dettaglio tende a limitarsi.
Il fascino di un'opera come Blade Runner 2049, non è solo visiva ma anche sonora. C'è un grande lavoro sull'audio, sia per la colonna sonora che per gli effetti di questo mondo distopico, e per fortuna queste atmosfere vengono catturate in maniera egregia dal DTS HD Master Audio 5.1. Il DTS HD del Blu-Ray regala un'eccezionale esperienza cinematografica e una completa immersione nel mondo distopico di Blade Runner 2049 grazie a una spazialità ad alto grado di suggestione. La traccia è innanzitutto caratterizzata da un tappeto sonoro di fondo molto attivo e ricco di piccoli suoni, che siano rumori della strada, ologrammi pubblicitari, note musicali o ronzii di api, tutti perfettamente dislocati nello spazio e molto precisi. Un tappeto che riesce a riempire anche i lunghi momenti senza dialoghi, grazie a una costante attività surround. E poi ci sono le occasioni nelle quali l'audio può esplodere in tutta la sua potenza ed energia. Un'esuberanza già apprezzabile all'arrivo del veicolo nella scena iniziale, o nel primo utilizzo di armi, e che dà il suo meglio nel volo dei veicoli ( i panning sono perfetti ), negli elementi atmosferici e nella fragorosa arma di K. Ma anche nella musica: la notevole profondità dei bassi regala infatti spessore al lavoro di Hans Zimmer e Benjamin Wallfisch, che omaggiano con originalità la mitica colonna sonora di Vangelis, mentre i dialoghi sono chiari e puliti, anche se proprio da qualche doppiaggio la traccia italiana esce ovviamente con meno efficacia rispetto a quella originale.
CONTENUTI SPECIALI:
Gli extra sono buoni con un'ora circa di materiale, anche se forse da un titolo del genere ci si poteva aspettare qualcosa in più.
Ma comunque constano di:
- La creazione del mondo di Blade Runner 2049. Making of piuttosto esaustivo di 22 minuti;
- Blade Runner 101. Raccolta di sei featurette dedicate a specifici spezzoni del film;
- Prologhi. Tre corti distribuiti inizialmente sul web, i quali fungono da introduzione al film.
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Recensito in Italia il 9 gennaio 2022
Era il Novembre del 2019. Il cacciatore di replicanti Rick Deckard interpretato da Harrison Ford e Rachael interpretata da Sean Young provano a fuggire da un destino segnato.
“Oggi”, nel 2049, i vecchi Nexus 8 sono stati da tempo superati dai replicanti Nexus 9, migliorati e perfezionati, resi più docili e obbedienti, e l’agente K ( Ryan Gosling ) della Polizia di Los Angeles, anche lui un blade runner, è incaricato di “ritirare” i modelli precedenti che ancora si nascondono da qualche parte. Scopre però un segreto sepolto da tempo che potrebbe far precipitare nel caos quello che è rimasto della società. E questa scoperta lo porta alla ricerca di Deckard, sparito nel nulla da ormai 30 anni.
RECENSIONE:
“Nato e non creato”. Denis Villeneuve costruisce impalcature visive e inquietudini filosofiche provando a replicare, senza soluzione di continuità le derive sci-fi e noir che Ridley Scott era stato capace di toccare, ormai 35 anni fa, traducendo filmicamente "Il cacciatore di androidi" di Philip K. Dick.
Ogni elemento strutturale di Blade Runner 2049 è non solo, non semplicemente, copia conforme dell’originale, ma sentito e ragionato prolungamento di un universo, visivo, ambientale, cinematografico, di uno tra i film più iconici della storia della settima arte.
Non c’è una cosa fuori posto, in questa scacchiera dove ogni mossa anche impercettibile, anche apparentemente vuota di senso, o avvolta da lunghi silenzi è figlia di un calcolo. Di una scienza che ancora oggi e, soprattutto, con l’avvento di tecnologie forse impensabili ai tempi del primo film continua a domandarsi “che cosa definisce un essere umano?”.
Villeneuve non si sottrae alle inquietudini di natura etica e bioetica, costruisce nel vero senso della parola, visto che ogni set è analogico e non ricreato con il green screen architetture in grado di ospitare comodamente lo script di Hampton Fancher e Michael Green, e instrada la prosecuzione di una storia iniziata 30 anni fa insinuando il dubbio laddove invece le creazioni di Niander Wallace ( Jared Leto ) non dovrebbero prevederlo: dove finisce il confine tra l’obbedienza androide e la ricostruzione di un’identità creata dal nulla ma settata con l’innesto di ricordi artificiali? E che cosa succede se uno di quei ricordi è un frammento di memoria reale?
Ci si muove lungo le traiettorie ambientali disegnate allora, la veduta area e notturna di una Los Angeles sempre più caotica e illuminata da ologrammi promettenti qualsivoglia svago e ristoro e ridisegnate oggi attraverso una distopia ancor più grigia, figlia di un collasso degli ecosistemi avvenuto anni prima, l’enorme muro che difende la città dall’oceano minaccioso, il freddo costante, l’inospitalità di luoghi resi inabitabili dall’inquinamento dell’aria, la neve ma, come era ovvio immaginare, il cuore della questione è ancora una volta nascosto nell’abisso di dilemmi ancora oggi irrisolvibili.
E l’unico vero limite di Blade Runner 2049, forse, è proprio nel voler rendere più dirette, più a portata, più narrative, questioni che nel film precedente rimanevano sospese, mai enunciate apertamente, fuggendo da facili schematismi che, invece, stavolta, sembrano fiaccare il percorso del racconto, rischiando a volte di spogliarlo della poesia, dell’anima che, al contrario, tutto l’impianto visivo, visionario e architettonico che raggiunge il suo apice quando la splendida Ana de Armas, l’ologramma Joi, si sovrappone al corpo della prostituta interpretata da Mackenzie Davis per rendere carnale, reale, il suo rapporto con K riuscendo a mantenere vivo, saldo in quell’equilibrio quasi commovente tra ricordo del prototipo e creazione di un nuovo cult.
“Nato e non creato”, la questione è tutta lì: “In fondo non sei male, anche senz’anima”.
IL DISCO:
Visivamente eccezionale, lungo e tutto sommato apprezzabile seguito dell’omonimo film classe 1982, fondatore morale del genere cyberpunk, il quale sdoganò la fantascienza distopica e pessimista. Il punto di forza dell’opera rimane la fotografia, con panoramiche e impostazioni artistiche molto ricercate, le quali, tuttavia, potrebbero passare in secondo piano se accorpate ad una durata decisamente sostenuta ed un ritmo volutamente rallentato.
Il film del resto è concepito come un sequel ideale del suo predecessore, con tempi molto dilatati abbinati ad uno svolgimento lineare e ad improvvise “svolte” di sceneggiatura. Le inquadrature sono ricche di dettaglio oltre ogni misura. Già dai primi minuti si apprezza la ricchezza delle immagini, basta osservare i dettagli della campagna e dell’albero in primo piano nella fattoria di Morton per rendersene conto. L’immagine si mantiene quindi ricca e definita per l’intera durata, a partire dai primi piani, con incarnati letteralmente “scavati” nello schermo. Le sequenze ambientate nel deserto di rottami sono quanto di più performante si sia visto fino ad ora su un supporto Blu-Ray con panoramiche sulle carcasse meccaniche estremamente “rifinite”, tali da riconoscerci quasi le scritte sopra in lontananza. Sfumature e colori carichi, visibili specialmente nel salone dove si nasconde Deckard, le cui peculiarità “scolpiscono” ulteriormente i contorni di pareti e mobilio. Un quadro di eccellenza assoluta “minato”, per modo di dire, dalle sequenze scure e in cui la foschia sia presente ( tipicamente le panoramiche cittadine in notturna), ove causa l’impostazione fotografica, il dettaglio tende a limitarsi.
Il fascino di un'opera come Blade Runner 2049, non è solo visiva ma anche sonora. C'è un grande lavoro sull'audio, sia per la colonna sonora che per gli effetti di questo mondo distopico, e per fortuna queste atmosfere vengono catturate in maniera egregia dal DTS HD Master Audio 5.1. Il DTS HD del Blu-Ray regala un'eccezionale esperienza cinematografica e una completa immersione nel mondo distopico di Blade Runner 2049 grazie a una spazialità ad alto grado di suggestione. La traccia è innanzitutto caratterizzata da un tappeto sonoro di fondo molto attivo e ricco di piccoli suoni, che siano rumori della strada, ologrammi pubblicitari, note musicali o ronzii di api, tutti perfettamente dislocati nello spazio e molto precisi. Un tappeto che riesce a riempire anche i lunghi momenti senza dialoghi, grazie a una costante attività surround. E poi ci sono le occasioni nelle quali l'audio può esplodere in tutta la sua potenza ed energia. Un'esuberanza già apprezzabile all'arrivo del veicolo nella scena iniziale, o nel primo utilizzo di armi, e che dà il suo meglio nel volo dei veicoli ( i panning sono perfetti ), negli elementi atmosferici e nella fragorosa arma di K. Ma anche nella musica: la notevole profondità dei bassi regala infatti spessore al lavoro di Hans Zimmer e Benjamin Wallfisch, che omaggiano con originalità la mitica colonna sonora di Vangelis, mentre i dialoghi sono chiari e puliti, anche se proprio da qualche doppiaggio la traccia italiana esce ovviamente con meno efficacia rispetto a quella originale.
CONTENUTI SPECIALI:
Gli extra sono buoni con un'ora circa di materiale, anche se forse da un titolo del genere ci si poteva aspettare qualcosa in più.
Ma comunque constano di:
- La creazione del mondo di Blade Runner 2049. Making of piuttosto esaustivo di 22 minuti;
- Blade Runner 101. Raccolta di sei featurette dedicate a specifici spezzoni del film;
- Prologhi. Tre corti distribuiti inizialmente sul web, i quali fungono da introduzione al film.
5,0 su 5 stelle
BLADE RUNNER 2049...MERAVIGLIA VISIVA !
Recensito in Italia il 9 gennaio 2022
TRAMA:Recensito in Italia il 9 gennaio 2022
Era il Novembre del 2019. Il cacciatore di replicanti Rick Deckard interpretato da Harrison Ford e Rachael interpretata da Sean Young provano a fuggire da un destino segnato.
“Oggi”, nel 2049, i vecchi Nexus 8 sono stati da tempo superati dai replicanti Nexus 9, migliorati e perfezionati, resi più docili e obbedienti, e l’agente K ( Ryan Gosling ) della Polizia di Los Angeles, anche lui un blade runner, è incaricato di “ritirare” i modelli precedenti che ancora si nascondono da qualche parte. Scopre però un segreto sepolto da tempo che potrebbe far precipitare nel caos quello che è rimasto della società. E questa scoperta lo porta alla ricerca di Deckard, sparito nel nulla da ormai 30 anni.
RECENSIONE:
“Nato e non creato”. Denis Villeneuve costruisce impalcature visive e inquietudini filosofiche provando a replicare, senza soluzione di continuità le derive sci-fi e noir che Ridley Scott era stato capace di toccare, ormai 35 anni fa, traducendo filmicamente "Il cacciatore di androidi" di Philip K. Dick.
Ogni elemento strutturale di Blade Runner 2049 è non solo, non semplicemente, copia conforme dell’originale, ma sentito e ragionato prolungamento di un universo, visivo, ambientale, cinematografico, di uno tra i film più iconici della storia della settima arte.
Non c’è una cosa fuori posto, in questa scacchiera dove ogni mossa anche impercettibile, anche apparentemente vuota di senso, o avvolta da lunghi silenzi è figlia di un calcolo. Di una scienza che ancora oggi e, soprattutto, con l’avvento di tecnologie forse impensabili ai tempi del primo film continua a domandarsi “che cosa definisce un essere umano?”.
Villeneuve non si sottrae alle inquietudini di natura etica e bioetica, costruisce nel vero senso della parola, visto che ogni set è analogico e non ricreato con il green screen architetture in grado di ospitare comodamente lo script di Hampton Fancher e Michael Green, e instrada la prosecuzione di una storia iniziata 30 anni fa insinuando il dubbio laddove invece le creazioni di Niander Wallace ( Jared Leto ) non dovrebbero prevederlo: dove finisce il confine tra l’obbedienza androide e la ricostruzione di un’identità creata dal nulla ma settata con l’innesto di ricordi artificiali? E che cosa succede se uno di quei ricordi è un frammento di memoria reale?
Ci si muove lungo le traiettorie ambientali disegnate allora, la veduta area e notturna di una Los Angeles sempre più caotica e illuminata da ologrammi promettenti qualsivoglia svago e ristoro e ridisegnate oggi attraverso una distopia ancor più grigia, figlia di un collasso degli ecosistemi avvenuto anni prima, l’enorme muro che difende la città dall’oceano minaccioso, il freddo costante, l’inospitalità di luoghi resi inabitabili dall’inquinamento dell’aria, la neve ma, come era ovvio immaginare, il cuore della questione è ancora una volta nascosto nell’abisso di dilemmi ancora oggi irrisolvibili.
E l’unico vero limite di Blade Runner 2049, forse, è proprio nel voler rendere più dirette, più a portata, più narrative, questioni che nel film precedente rimanevano sospese, mai enunciate apertamente, fuggendo da facili schematismi che, invece, stavolta, sembrano fiaccare il percorso del racconto, rischiando a volte di spogliarlo della poesia, dell’anima che, al contrario, tutto l’impianto visivo, visionario e architettonico che raggiunge il suo apice quando la splendida Ana de Armas, l’ologramma Joi, si sovrappone al corpo della prostituta interpretata da Mackenzie Davis per rendere carnale, reale, il suo rapporto con K riuscendo a mantenere vivo, saldo in quell’equilibrio quasi commovente tra ricordo del prototipo e creazione di un nuovo cult.
“Nato e non creato”, la questione è tutta lì: “In fondo non sei male, anche senz’anima”.
IL DISCO:
Visivamente eccezionale, lungo e tutto sommato apprezzabile seguito dell’omonimo film classe 1982, fondatore morale del genere cyberpunk, il quale sdoganò la fantascienza distopica e pessimista. Il punto di forza dell’opera rimane la fotografia, con panoramiche e impostazioni artistiche molto ricercate, le quali, tuttavia, potrebbero passare in secondo piano se accorpate ad una durata decisamente sostenuta ed un ritmo volutamente rallentato.
Il film del resto è concepito come un sequel ideale del suo predecessore, con tempi molto dilatati abbinati ad uno svolgimento lineare e ad improvvise “svolte” di sceneggiatura. Le inquadrature sono ricche di dettaglio oltre ogni misura. Già dai primi minuti si apprezza la ricchezza delle immagini, basta osservare i dettagli della campagna e dell’albero in primo piano nella fattoria di Morton per rendersene conto. L’immagine si mantiene quindi ricca e definita per l’intera durata, a partire dai primi piani, con incarnati letteralmente “scavati” nello schermo. Le sequenze ambientate nel deserto di rottami sono quanto di più performante si sia visto fino ad ora su un supporto Blu-Ray con panoramiche sulle carcasse meccaniche estremamente “rifinite”, tali da riconoscerci quasi le scritte sopra in lontananza. Sfumature e colori carichi, visibili specialmente nel salone dove si nasconde Deckard, le cui peculiarità “scolpiscono” ulteriormente i contorni di pareti e mobilio. Un quadro di eccellenza assoluta “minato”, per modo di dire, dalle sequenze scure e in cui la foschia sia presente ( tipicamente le panoramiche cittadine in notturna), ove causa l’impostazione fotografica, il dettaglio tende a limitarsi.
Il fascino di un'opera come Blade Runner 2049, non è solo visiva ma anche sonora. C'è un grande lavoro sull'audio, sia per la colonna sonora che per gli effetti di questo mondo distopico, e per fortuna queste atmosfere vengono catturate in maniera egregia dal DTS HD Master Audio 5.1. Il DTS HD del Blu-Ray regala un'eccezionale esperienza cinematografica e una completa immersione nel mondo distopico di Blade Runner 2049 grazie a una spazialità ad alto grado di suggestione. La traccia è innanzitutto caratterizzata da un tappeto sonoro di fondo molto attivo e ricco di piccoli suoni, che siano rumori della strada, ologrammi pubblicitari, note musicali o ronzii di api, tutti perfettamente dislocati nello spazio e molto precisi. Un tappeto che riesce a riempire anche i lunghi momenti senza dialoghi, grazie a una costante attività surround. E poi ci sono le occasioni nelle quali l'audio può esplodere in tutta la sua potenza ed energia. Un'esuberanza già apprezzabile all'arrivo del veicolo nella scena iniziale, o nel primo utilizzo di armi, e che dà il suo meglio nel volo dei veicoli ( i panning sono perfetti ), negli elementi atmosferici e nella fragorosa arma di K. Ma anche nella musica: la notevole profondità dei bassi regala infatti spessore al lavoro di Hans Zimmer e Benjamin Wallfisch, che omaggiano con originalità la mitica colonna sonora di Vangelis, mentre i dialoghi sono chiari e puliti, anche se proprio da qualche doppiaggio la traccia italiana esce ovviamente con meno efficacia rispetto a quella originale.
CONTENUTI SPECIALI:
Gli extra sono buoni con un'ora circa di materiale, anche se forse da un titolo del genere ci si poteva aspettare qualcosa in più.
Ma comunque constano di:
- La creazione del mondo di Blade Runner 2049. Making of piuttosto esaustivo di 22 minuti;
- Blade Runner 101. Raccolta di sei featurette dedicate a specifici spezzoni del film;
- Prologhi. Tre corti distribuiti inizialmente sul web, i quali fungono da introduzione al film.
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Recensito in Italia il 18 settembre 2023
Ho amato tantissimo questo film ed Harrison Ford è sempre.... Harrison Ford....un intenso Ryan Gosling
Recensito in Italia il 18 agosto 2023
Assolutamente da vedere dopo il primo del 1982 👏👏👏
Recensito in Italia il 3 luglio 2023
Semplicemente uno dei migliori film di fantascienza mai fatti. Finalmente in edizione steelbook e in 4k anche dopo aver preso un edizione base, dovevo averla. Il film che ha reso Denis Villenueve il futuro della fantascienza.
Recensito in Italia il 24 maggio 2023
Blade Runner 2049 è il sequel perfetto del film del 1982, silenzi, tempi distesi, scene che rimangono impresse. Ryan Gosling è un perfetto agente K, il suo ruolo di miccia della rivolta dei replicanti, che si compie appieno quando perde letteralmente tutto, è stato spettacolare. Per non parlare della scena del "you look lonely", la più iconica per quanto mi riguarda.
VOCE VINE
È il degno successore del cult di Ridley Scott che nel 1982 rivoluzionò il mondo del cinema grazie ad una visione del futuro così originale, visionaria e futuristica da riuscire ad influenzare il genere Sci-fi negli anni avvenire.
In Blade Runner, il mondo è letteralmente a pezzi, collassato a causa dall'avidità degli esseri umani che hanno vissuto per secoli sfruttando le risorse naturali senza preoccuparsi di ciò che inevitabilmente sarebbe accaduto vivendo in questo modo autodistruttivo.
Trent'anni dopo, nel 2049, la situazione è peggiorata a tal punto da ritrovarci davanti ad un mondo dove la natura è morta, gli animali non esistono più e gli esseri umani non vivono, bensì sopravvivono.
Tutto è più grigio e caotico e ci si muove attorno ad una Los Angeles deprimente, illuminata da ologrammi promettenti qualsivoglia svago e ristoro.
L'enorme muro che difende la città dall’oceano minaccioso, la neve, il freddo costante e l’inospitalità di luoghi resi inabitabili dall’inquinamento dell’aria sono tutti elementi che contribuiscono a dare un senso di inquietudine allo spettatore.
In Blade Runner 2049, il regista Denis Villeneuve ha riprodotto visivamente e filosoficamente il mondo immaginato da Ridley Scott, dando una soluzione di continuità al primo film per giustificarne il fatto che si trattasse di un "sequel".
Tuttavia, ciò non toglie il fatto che questo film non è un omaggio al primo Blade Runner, bensì è un sentito e ragionato prolungamento di un universo, visivo, ambientale, cinematografico, di uno tra i film più iconici della storia della settima arte.
La fotografia di Roger Deakins, le scenografie di Dennis Gassner, le musiche di Hans Zimmer e Benjamin Wallfisch sono semplicemente stupende, così come lo sono le performance recitative di tutti gli attori che compongono il cast.
Parlando del supporto Blu-ray, sono rimasto pienamente soddisfatto delle sue specifiche tecniche, in quanto la qualità video è garantita da un alto bitrate a 31,91 Mbps in 1080p, il quale è abbinato ad un comparto audio di primissimo livello con la presenza di una traccia audio DTS-HD Master 5.1 a 48 kHz, 2249 kbps e 16-bit in lingua italiana.
Ho acquistato in pre-ordine la versione "Whisky Edition", tuttavia, ho avuto modo di riscontrare dei difetti di fabbricazione nei bicchieri, con la presenza di qualche piccola bolla d'aria all'interno del vetro. Nonostante queste imperfezioni, tutto sommato sono abbastanza soddisfatto di questa edizione speciale e, col senno di poi, rifarei questo acquisto.
Tuttavia, per chi giustamente esige un prodotto impeccabile, consiglio di prendere in considerazione l'acquisto della versione Blu-ray standard, la quale ha anch'essa al suo interno il disco Bonus ricco di contenuti speciali molto interessanti.
In conclusione, ritengo che sia un ottimo prodotto particolarmente indicato per chi è amante del bel cinema.
In Blade Runner, il mondo è letteralmente a pezzi, collassato a causa dall'avidità degli esseri umani che hanno vissuto per secoli sfruttando le risorse naturali senza preoccuparsi di ciò che inevitabilmente sarebbe accaduto vivendo in questo modo autodistruttivo.
Trent'anni dopo, nel 2049, la situazione è peggiorata a tal punto da ritrovarci davanti ad un mondo dove la natura è morta, gli animali non esistono più e gli esseri umani non vivono, bensì sopravvivono.
Tutto è più grigio e caotico e ci si muove attorno ad una Los Angeles deprimente, illuminata da ologrammi promettenti qualsivoglia svago e ristoro.
L'enorme muro che difende la città dall’oceano minaccioso, la neve, il freddo costante e l’inospitalità di luoghi resi inabitabili dall’inquinamento dell’aria sono tutti elementi che contribuiscono a dare un senso di inquietudine allo spettatore.
In Blade Runner 2049, il regista Denis Villeneuve ha riprodotto visivamente e filosoficamente il mondo immaginato da Ridley Scott, dando una soluzione di continuità al primo film per giustificarne il fatto che si trattasse di un "sequel".
Tuttavia, ciò non toglie il fatto che questo film non è un omaggio al primo Blade Runner, bensì è un sentito e ragionato prolungamento di un universo, visivo, ambientale, cinematografico, di uno tra i film più iconici della storia della settima arte.
La fotografia di Roger Deakins, le scenografie di Dennis Gassner, le musiche di Hans Zimmer e Benjamin Wallfisch sono semplicemente stupende, così come lo sono le performance recitative di tutti gli attori che compongono il cast.
Parlando del supporto Blu-ray, sono rimasto pienamente soddisfatto delle sue specifiche tecniche, in quanto la qualità video è garantita da un alto bitrate a 31,91 Mbps in 1080p, il quale è abbinato ad un comparto audio di primissimo livello con la presenza di una traccia audio DTS-HD Master 5.1 a 48 kHz, 2249 kbps e 16-bit in lingua italiana.
Ho acquistato in pre-ordine la versione "Whisky Edition", tuttavia, ho avuto modo di riscontrare dei difetti di fabbricazione nei bicchieri, con la presenza di qualche piccola bolla d'aria all'interno del vetro. Nonostante queste imperfezioni, tutto sommato sono abbastanza soddisfatto di questa edizione speciale e, col senno di poi, rifarei questo acquisto.
Tuttavia, per chi giustamente esige un prodotto impeccabile, consiglio di prendere in considerazione l'acquisto della versione Blu-ray standard, la quale ha anch'essa al suo interno il disco Bonus ricco di contenuti speciali molto interessanti.
In conclusione, ritengo che sia un ottimo prodotto particolarmente indicato per chi è amante del bel cinema.
4,0 su 5 stelle
"Il mondo è costruito intorno ad un muro che separa i generi. Dì ad entrambi i lati che non c'è un muro ed avrai una guerra..."
Recensito in Italia il 9 febbraio 2018
È il degno successore del cult di Ridley Scott che nel 1982 rivoluzionò il mondo del cinema grazie ad una visione del futuro così originale, visionaria e futuristica da riuscire ad influenzare il genere Sci-fi negli anni avvenire.Recensito in Italia il 9 febbraio 2018
In Blade Runner, il mondo è letteralmente a pezzi, collassato a causa dall'avidità degli esseri umani che hanno vissuto per secoli sfruttando le risorse naturali senza preoccuparsi di ciò che inevitabilmente sarebbe accaduto vivendo in questo modo autodistruttivo.
Trent'anni dopo, nel 2049, la situazione è peggiorata a tal punto da ritrovarci davanti ad un mondo dove la natura è morta, gli animali non esistono più e gli esseri umani non vivono, bensì sopravvivono.
Tutto è più grigio e caotico e ci si muove attorno ad una Los Angeles deprimente, illuminata da ologrammi promettenti qualsivoglia svago e ristoro.
L'enorme muro che difende la città dall’oceano minaccioso, la neve, il freddo costante e l’inospitalità di luoghi resi inabitabili dall’inquinamento dell’aria sono tutti elementi che contribuiscono a dare un senso di inquietudine allo spettatore.
In Blade Runner 2049, il regista Denis Villeneuve ha riprodotto visivamente e filosoficamente il mondo immaginato da Ridley Scott, dando una soluzione di continuità al primo film per giustificarne il fatto che si trattasse di un "sequel".
Tuttavia, ciò non toglie il fatto che questo film non è un omaggio al primo Blade Runner, bensì è un sentito e ragionato prolungamento di un universo, visivo, ambientale, cinematografico, di uno tra i film più iconici della storia della settima arte.
La fotografia di Roger Deakins, le scenografie di Dennis Gassner, le musiche di Hans Zimmer e Benjamin Wallfisch sono semplicemente stupende, così come lo sono le performance recitative di tutti gli attori che compongono il cast.
Parlando del supporto Blu-ray, sono rimasto pienamente soddisfatto delle sue specifiche tecniche, in quanto la qualità video è garantita da un alto bitrate a 31,91 Mbps in 1080p, il quale è abbinato ad un comparto audio di primissimo livello con la presenza di una traccia audio DTS-HD Master 5.1 a 48 kHz, 2249 kbps e 16-bit in lingua italiana.
Ho acquistato in pre-ordine la versione "Whisky Edition", tuttavia, ho avuto modo di riscontrare dei difetti di fabbricazione nei bicchieri, con la presenza di qualche piccola bolla d'aria all'interno del vetro. Nonostante queste imperfezioni, tutto sommato sono abbastanza soddisfatto di questa edizione speciale e, col senno di poi, rifarei questo acquisto.
Tuttavia, per chi giustamente esige un prodotto impeccabile, consiglio di prendere in considerazione l'acquisto della versione Blu-ray standard, la quale ha anch'essa al suo interno il disco Bonus ricco di contenuti speciali molto interessanti.
In conclusione, ritengo che sia un ottimo prodotto particolarmente indicato per chi è amante del bel cinema.
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Le recensioni migliori da altri paesi
S. Lornie
5,0 su 5 stelle
A modern classic as far as I'm concerned!
Recensito nel Regno Unito il 26 settembre 2021
Blade Runner 2049 has the unfortunate problem of being a sequel to a 1980's classic and a movie so slow, modern going audiences won't have the attention span to get through half of it. Much like the original movie, Blade Runner 2049 is a very slow movie by design. The story revolves around a blade runner detective, simply called K. He is a replicant that is tasked with hunting down the older, more obsolete models. During one of his jobs, he finds a box of bones. These bones contain something special, something that will change the world for both humankind and the replicants. Once the box is open, K finds himself in one giant conspiracy and he takes it on himself to get to the bottom of things.
To their credit, all the actors do a great job with their role. This is Ryan Gosling's best role, in my opinion. He does a great job of coming across like a soulless machine slowly gaining his humanity. It is also nice seeing Harrison Ford looking like he actually cares for the role, unlike his recent Star Wars outings. He shows a great range of emotions and has got himself into good physical shape too. Luv (Sylvia Hoeks) is awesome, Joi (Ana de Armas) is charming and beautiful and even Dave Bautista was convincing, even if his time is limited. It's a very solid cast but the movie isn't just about them.
There is a serious artistic side to this movie and by that I mean the Roger Deakins cinematography, the overall art style and the booming soundtrack by Hans Zimmer and Benjamin Wallfisch. The movie has some fast paced action sequences, but they are few and far between. Instead, the movie takes its time. It gives us these beautiful audio and visual landscapes, let's us see the actors work their way through it and gives us just enough time to process it. Those not there for small details will definitely find it a bit empty and longwinded as they glance over the film, it's perfectly understandable to a point. But those looking for a piece of art (like the original), will find the world of Blade Runner 2049 not only faithful to the original but perfectly adapted to modern times.
I recently picked up the 4k transfer for a nice discount. I originally acquired a 4k player for the new Star Trek remasters and needed something to test it out. This was my pick and it was a perfect choice. The clarity and depth of this transfer is incredible. The colours are very strong and vibrant. There's no artefacts, no damage or anything of the sort on screen. It's as pristine and beautiful as a movie could be. It may very well be one of the most impressive looking films I have seen. The soundtrack is also very nice, if not a little loud. With the settings just right, the Hans Zimmer soundtrack works perfectly and sounds magnificent through my 5.1 surround sound system.
I have seen a lot of fans of the original Blade Runner complain about this movie. It's an embarrassment to the original, it should never have been made etc. I have also seen non fans complain about how slow it is. The latter is understandable (to a point), but I'll never understand how a Blade Runner fan can hate this film. It's not a straight up sequel and has been well written and directed. The way the film was made makes the Deckard character feel like he is there by coincidence instead of being forced in for commercial reasons. It's trying to do its own thing and I think it does it very well.
I honestly couldn't recommend this film more, especially if you're a fan of the original. They play wonderfully back to back in 4k and has basically become mandatory viewing in my household. If you want a couple of fantastic films to try out your new 4k television or sound system, the two Blade Runner movies is where you should be looking.
To their credit, all the actors do a great job with their role. This is Ryan Gosling's best role, in my opinion. He does a great job of coming across like a soulless machine slowly gaining his humanity. It is also nice seeing Harrison Ford looking like he actually cares for the role, unlike his recent Star Wars outings. He shows a great range of emotions and has got himself into good physical shape too. Luv (Sylvia Hoeks) is awesome, Joi (Ana de Armas) is charming and beautiful and even Dave Bautista was convincing, even if his time is limited. It's a very solid cast but the movie isn't just about them.
There is a serious artistic side to this movie and by that I mean the Roger Deakins cinematography, the overall art style and the booming soundtrack by Hans Zimmer and Benjamin Wallfisch. The movie has some fast paced action sequences, but they are few and far between. Instead, the movie takes its time. It gives us these beautiful audio and visual landscapes, let's us see the actors work their way through it and gives us just enough time to process it. Those not there for small details will definitely find it a bit empty and longwinded as they glance over the film, it's perfectly understandable to a point. But those looking for a piece of art (like the original), will find the world of Blade Runner 2049 not only faithful to the original but perfectly adapted to modern times.
I recently picked up the 4k transfer for a nice discount. I originally acquired a 4k player for the new Star Trek remasters and needed something to test it out. This was my pick and it was a perfect choice. The clarity and depth of this transfer is incredible. The colours are very strong and vibrant. There's no artefacts, no damage or anything of the sort on screen. It's as pristine and beautiful as a movie could be. It may very well be one of the most impressive looking films I have seen. The soundtrack is also very nice, if not a little loud. With the settings just right, the Hans Zimmer soundtrack works perfectly and sounds magnificent through my 5.1 surround sound system.
I have seen a lot of fans of the original Blade Runner complain about this movie. It's an embarrassment to the original, it should never have been made etc. I have also seen non fans complain about how slow it is. The latter is understandable (to a point), but I'll never understand how a Blade Runner fan can hate this film. It's not a straight up sequel and has been well written and directed. The way the film was made makes the Deckard character feel like he is there by coincidence instead of being forced in for commercial reasons. It's trying to do its own thing and I think it does it very well.
I honestly couldn't recommend this film more, especially if you're a fan of the original. They play wonderfully back to back in 4k and has basically become mandatory viewing in my household. If you want a couple of fantastic films to try out your new 4k television or sound system, the two Blade Runner movies is where you should be looking.
Buzz
5,0 su 5 stelle
„Weil Ihr noch nie ein Wunder gesehen habt!“
Recensito in Germania il 17 giugno 2018
Diese Worte des Replikanten Sapper Morton gleich am Anfang des Films möchte ich auch jenen zurufen, die dieses schlichtweg überwältigende Sequel zum Kultfilm „Blade Runner“ mit substanzlosen Rezensionen abwerten, die eher Kommentare darstellen. Es ist wohl vor allem das Dilemma unserer wohlstandssatten und reizübersättigten „Generation Klingelton“, das sich hier manifestiert: der dauerhafte Konsum von „Medien-Fast-Food“, die Folgen der Reduktion auf flatterhafte Hashtags und Belanglosigkeiten kurzer und damit inhaltsleerer „Zwitscher“-Nachrichten und die damit verbundene wachsende Unfähigkeit, Dargebotenes zu rezipieren und zu reflektieren, etwas, das einem auch mal etwas abfordert – nämlich Geduld und das sich Einlassen, ja Fallenlassen in eine andere Welt, die sich für die Dauer von einigen Stunden auf der Leinwand (oder in einem guten Buch) eröffnet.
Film-“Wunder“ wie Amadeus, Der Club der toten Dichter, Schindlers Liste, Der englische Patient, Forrest Gump, Cloud Atlas oder auch der zum Kultfilm avancierte Blade Runner (1982) – um nur einige wenige aus dem riesigen Fundus zu nennen – ermuntern dazu, sich mit grundsätzlichen Fragen unseres menschlichen Daseins zu beschäftigen. Und das ohne Pathos und zum Glück oft ohne fertige Antworten oder gar zementierten Dogmen. Ein ganz neues dieser Wunder ist für mich „Blade Runner 2049“. Das möchte ich im Folgenden begründen, auch um die entstandene Schieflage in den Kundenbewertungen hier wieder ein klein wenig korrigieren zu helfen. Am Schluss meiner Rezension ist dann auch noch eine Bewertung der technischen Aspekte der BluRay zu finden. Wen lediglich diese interessieren, der kann das Folgende gern überspringen.
„Menschlicher als der Mensch“
Ich habe den „Blade Runner“ mehr als dreißig Mal gesehen, bevor ich dann vor zehn Jahren damit aufgehört habe, weiterzuzählen. Das Original aus dem Jahr 1982 hat mich schon beim ersten Anschauen gefesselt – in seiner optischen Wucht, seiner langsamen und dabei intensiven Erzählweise und mit Zukunftsvisionen, die ihrer Zeit damals weit voraus waren (was sicher auch an der viel früher entstandenen literarischen Vorlage von Philipp K. Dick gelegen haben mag). Der Mensch hat sich in dieser Zukunft künstliche Sklaven („Replikanten“) geschaffen, die ihm verblüffend ähneln, zwecks besserer Kontrollierbarkeit über implantierte „Erinnerungen“ verfügen und ohne zu murren fern von der Erde die gefährlichsten und schmutzigsten Aufgaben erledigen. Bis, ja bis diese „intelligenten Maschinen“, deren Schöpfer Eldon Tyrell sie „menschlicher als der Mensch“ gestalten will, ihre Existenz zu hinterfragen beginnen. Ein Thema also, das ähnlich schon aus dem Klassiker „2001 – Odyssee im Weltraum“ (oder seiner Parodie „Dark Star“) vertraut ist.
„Wir werden sterben, weil wir dumm sind!“
All jene, die mit dem letztgenannten Meilenstein der Kino-Geschichte und auch mit dem „Blade Runner“ von 1982 nicht vertraut sind, sollten wissen, dass sie möglicherweise Enttäuschungen riskieren, wenn sie derart unvorbereitet auf das in meinen Augen mehr als gelungene Sequel „Blade Runner 2049“ treffen. Und so wie die Replikantin Pris im Original von 1982 zu ihrem letzten verbliebenen Gefährten Roy Batty resignierend-herausfordernd sagt: „Wir werden sterben, weil wir dumm sind“, setzt sich diese Hoffnungslosigkeit auch im neuen Film fort. Nun sind dieses Mal Replikanten legal, weil das großindustrielle, hier fast gottgleich wirkende Genie Niander Wallace (Jared Leto) die Insolvenzmasse der zugrunde gegangenen Tyrell Corporation übernommen und das dort lagernde Wissen genutzt hat, menschenähnliche Sklaven neuen Typus (Nexus 9) mit nun unbegrenzter Lebensdauer, aber weiterhin auf ein Minimum beschränkten „Menschen“-Rechten zu schaffen. Die älteren Androiden werden nach wie vor gejagt und „in den Ruhestand versetzt“. Das übernehmen Blade Runner wie K (Ryan Gosling) auf zynisch bewährte Weise. Da stellt sich plötzlich heraus, dass es möglicherweise in der alten Nexus-Generation zu einer natürlichen biologischen Fortpflanzung gekommen ist. Das Kind (oder die beiden Kinder?) wurden damals sofort von der Replikanten-Mutter getrennt, um sie vor Verfolgung und Tod zu schützen.
Die Jagd nach dem Kind beginnt. Und K hat unter sehr überraschenden Umständen plötzlich ein ganz persönliches Motiv, dass die Jagd nach dem Kind anders ausgeht, als von den Auftraggebern und weiteren involvierten Kräften beabsichtigt. Dieses Motiv zwingt ihn, den vor vielen Jahren geflüchteten Blade Runner Rick Deckard ausfindig zu machen. Der Wettlauf um das Kind wird für alle Beteiligten sehr schwierig, denn ein nuklear verursachter „BlackOut“ viele Jahre früher hat fast alle elektronischen Aufzeichnungen der Menschheit aus dieser Zeit vernichtet...
In „Blade Runner 2049“ finden sich ebenso wie im Original handlungsbestimmende Szenen (damals die „Einhorn-Sequenz“), deren Bedeutung erst im Verlaufe der finalen Zuspitzung klar wird und die ich schlichtweg genial fand. Auch hier spielen eingepflanzte (oder echte?) Erinnerungen wieder eine große Rolle. Das Sequel wird seinem Vorgänger hier ganz klar würdig und ist nicht nur eine Ehrerbietung an ihn, sondern legaler Erbe, indem es die damaligen Themen aufgreift und weiterführt. Die emotionalen Beziehungen, die künstliche Intelligenzen hier eingehen (damals zwischen Pris und Roy nur angedeutet, aber auch die Beziehung zwischen Rachael und Deckard) bekommen hier eine neue Dimension, bis hin zu etwas, dass man hier mit vollem Fug und Recht als Liebe bezeichnen muss (Joi und Officer „Joe“ K). Wenn aber künstliche Intelligenzen ihr Dasein hinterfragen, Zuneigung, Opferbereitschaft und sogar Liebe empfinden und das in ihrer reinsten Form – dürfen sie dann ohne menschliche Rechte bleiben?
„Blade Runner 2049“ schafft dabei im weiteren Verlauf einen Twist, der überraschend umwerfend ist und den ich hier nicht verraten will. Einen sehr großen Anteil an der emotionalen Wucht haben auch die Bilder von Kameramann Roger Deakins (als Langzeit-Oscar-Aspirant hier endlich mit der verdienten Trophäe bedacht), die genial gesetzten Umschnitte (Joe Walker), die audio-visuell schlichtweg atemberaubende Präsentation (Oscar für die visuellen Effekte, Nominierungen für Ton, Tonschnitt und Szenenbild) und der ähnlich wie im Original stimmig-treibende Soundtrack von Benjamin Wallfisch und Hans Zimmer (beide waren zuletzt bei Dunkirk von Christopher Nolan dabei). Die Darsteller sind durch die Bank weg passend und verschmelzen mit ihrer Rolle so glaubwürdig, das es dem Film und seinem Vorgänger angemessen ist.
Und wenn in einer der letzten Szenen ein ganz bekanntes Thema von Vangelis aus dem Original-Blade Runner erklingt (ich sag hier nicht welches), dann weiß hier der Filmkenner sofort, was gleich passieren wird. Wem da die Augen trocken bleiben, der ist entweder tot oder einfach nur abgestumpft.
Ja, „Blade Runner 2049“ ist ein Wunder. Und eines, das im Kino selten geworden ist. Braucht es eine Fortsetzung? Nein. Aber es wäre phantastisch!
Hier noch was Technisches
BILD
Ich habe den Film auf 3D-BluRay gesehen (SONY VPL-VW550 und drei Meter Breite Bildwand im Keller-Heimkino). Schärfe und räumlicher Eindruck sind auf Referenzniveau, eingeschränkt lediglich durch den sehr häufig mageren Schwarzwert. Hier wurde wohl künstlich aufgehellt, damit 3D auf weniger lichtstarken Displays nicht im Dunkel absäuft. Das führt an einigen wenigen Stellen sogar zu leichten, aber dennoch sichtbaren farblichen Verfälschungen (als K in die ehemals atomar verseuchte Zone gelangt, leuchten seine Lippen unnatürlich rot). Ich werde mir noch die Steelbook-UHD kaufen, um den Film diesbezüglich genießen zu können. Meine Einschätzung dazu werde ich dann hier ergänzen.
Aber ich werde mit dem Kauf warten. Grund ist ein Kritikpunkt, der mich in der jüngsten Zeit immer wieder bei SONY-BluRays maßlos aufregt: Die Ignoranz und mangelnde Kundenorientierung gegenüber dem deutschen Markt: Kein Wendecover, deutscher Ton nur noch mit stark eingeschränkter Qualität aufgrund niedriger Datenrate. Dann kaufe ich auch erst, wenn der Preis erheblich gefallen ist.
TON
Auf der 3D-BluRay sind beide Tonfassungen (Deutsch und Englisch) nur in Dolby Digital 5.1 mit mickrigen 640 Kilobit Datenrate zu finden. Das ist dieses Filmes nicht würdig. Aber was dann mit geeignetem Upmixer (bei mir DENON AVR-X6200 neun Kanäle plus zusätzlicher Stereoendstufe) aus den elf Boxen und zwei Subwoofern kam, ist wohl die Obergrenze dessen, was damit leistbar ist – ein brachialer Bass, transparente Effekte, die sogar in den Höhenkanälen wandern, und ein Sound, für den ich schon lange nicht mehr ins Kino gehen muss. Wie mein geneigter Mitzuschauer sagte: „Wenn das nur Dolby Digital 5.1 war, dann möchte ich mal die Dolby-Atmos-Fassung erleben!“.
Das möchte ich auch. Also lieber SONY-Vertrieb, wie wäre es mit verlustfreiem deutschen HD-Ton und Atmos? Diese Disc kaufe ich sofort. Sie darf dann sogar mehr kosten.
Film-“Wunder“ wie Amadeus, Der Club der toten Dichter, Schindlers Liste, Der englische Patient, Forrest Gump, Cloud Atlas oder auch der zum Kultfilm avancierte Blade Runner (1982) – um nur einige wenige aus dem riesigen Fundus zu nennen – ermuntern dazu, sich mit grundsätzlichen Fragen unseres menschlichen Daseins zu beschäftigen. Und das ohne Pathos und zum Glück oft ohne fertige Antworten oder gar zementierten Dogmen. Ein ganz neues dieser Wunder ist für mich „Blade Runner 2049“. Das möchte ich im Folgenden begründen, auch um die entstandene Schieflage in den Kundenbewertungen hier wieder ein klein wenig korrigieren zu helfen. Am Schluss meiner Rezension ist dann auch noch eine Bewertung der technischen Aspekte der BluRay zu finden. Wen lediglich diese interessieren, der kann das Folgende gern überspringen.
„Menschlicher als der Mensch“
Ich habe den „Blade Runner“ mehr als dreißig Mal gesehen, bevor ich dann vor zehn Jahren damit aufgehört habe, weiterzuzählen. Das Original aus dem Jahr 1982 hat mich schon beim ersten Anschauen gefesselt – in seiner optischen Wucht, seiner langsamen und dabei intensiven Erzählweise und mit Zukunftsvisionen, die ihrer Zeit damals weit voraus waren (was sicher auch an der viel früher entstandenen literarischen Vorlage von Philipp K. Dick gelegen haben mag). Der Mensch hat sich in dieser Zukunft künstliche Sklaven („Replikanten“) geschaffen, die ihm verblüffend ähneln, zwecks besserer Kontrollierbarkeit über implantierte „Erinnerungen“ verfügen und ohne zu murren fern von der Erde die gefährlichsten und schmutzigsten Aufgaben erledigen. Bis, ja bis diese „intelligenten Maschinen“, deren Schöpfer Eldon Tyrell sie „menschlicher als der Mensch“ gestalten will, ihre Existenz zu hinterfragen beginnen. Ein Thema also, das ähnlich schon aus dem Klassiker „2001 – Odyssee im Weltraum“ (oder seiner Parodie „Dark Star“) vertraut ist.
„Wir werden sterben, weil wir dumm sind!“
All jene, die mit dem letztgenannten Meilenstein der Kino-Geschichte und auch mit dem „Blade Runner“ von 1982 nicht vertraut sind, sollten wissen, dass sie möglicherweise Enttäuschungen riskieren, wenn sie derart unvorbereitet auf das in meinen Augen mehr als gelungene Sequel „Blade Runner 2049“ treffen. Und so wie die Replikantin Pris im Original von 1982 zu ihrem letzten verbliebenen Gefährten Roy Batty resignierend-herausfordernd sagt: „Wir werden sterben, weil wir dumm sind“, setzt sich diese Hoffnungslosigkeit auch im neuen Film fort. Nun sind dieses Mal Replikanten legal, weil das großindustrielle, hier fast gottgleich wirkende Genie Niander Wallace (Jared Leto) die Insolvenzmasse der zugrunde gegangenen Tyrell Corporation übernommen und das dort lagernde Wissen genutzt hat, menschenähnliche Sklaven neuen Typus (Nexus 9) mit nun unbegrenzter Lebensdauer, aber weiterhin auf ein Minimum beschränkten „Menschen“-Rechten zu schaffen. Die älteren Androiden werden nach wie vor gejagt und „in den Ruhestand versetzt“. Das übernehmen Blade Runner wie K (Ryan Gosling) auf zynisch bewährte Weise. Da stellt sich plötzlich heraus, dass es möglicherweise in der alten Nexus-Generation zu einer natürlichen biologischen Fortpflanzung gekommen ist. Das Kind (oder die beiden Kinder?) wurden damals sofort von der Replikanten-Mutter getrennt, um sie vor Verfolgung und Tod zu schützen.
Die Jagd nach dem Kind beginnt. Und K hat unter sehr überraschenden Umständen plötzlich ein ganz persönliches Motiv, dass die Jagd nach dem Kind anders ausgeht, als von den Auftraggebern und weiteren involvierten Kräften beabsichtigt. Dieses Motiv zwingt ihn, den vor vielen Jahren geflüchteten Blade Runner Rick Deckard ausfindig zu machen. Der Wettlauf um das Kind wird für alle Beteiligten sehr schwierig, denn ein nuklear verursachter „BlackOut“ viele Jahre früher hat fast alle elektronischen Aufzeichnungen der Menschheit aus dieser Zeit vernichtet...
In „Blade Runner 2049“ finden sich ebenso wie im Original handlungsbestimmende Szenen (damals die „Einhorn-Sequenz“), deren Bedeutung erst im Verlaufe der finalen Zuspitzung klar wird und die ich schlichtweg genial fand. Auch hier spielen eingepflanzte (oder echte?) Erinnerungen wieder eine große Rolle. Das Sequel wird seinem Vorgänger hier ganz klar würdig und ist nicht nur eine Ehrerbietung an ihn, sondern legaler Erbe, indem es die damaligen Themen aufgreift und weiterführt. Die emotionalen Beziehungen, die künstliche Intelligenzen hier eingehen (damals zwischen Pris und Roy nur angedeutet, aber auch die Beziehung zwischen Rachael und Deckard) bekommen hier eine neue Dimension, bis hin zu etwas, dass man hier mit vollem Fug und Recht als Liebe bezeichnen muss (Joi und Officer „Joe“ K). Wenn aber künstliche Intelligenzen ihr Dasein hinterfragen, Zuneigung, Opferbereitschaft und sogar Liebe empfinden und das in ihrer reinsten Form – dürfen sie dann ohne menschliche Rechte bleiben?
„Blade Runner 2049“ schafft dabei im weiteren Verlauf einen Twist, der überraschend umwerfend ist und den ich hier nicht verraten will. Einen sehr großen Anteil an der emotionalen Wucht haben auch die Bilder von Kameramann Roger Deakins (als Langzeit-Oscar-Aspirant hier endlich mit der verdienten Trophäe bedacht), die genial gesetzten Umschnitte (Joe Walker), die audio-visuell schlichtweg atemberaubende Präsentation (Oscar für die visuellen Effekte, Nominierungen für Ton, Tonschnitt und Szenenbild) und der ähnlich wie im Original stimmig-treibende Soundtrack von Benjamin Wallfisch und Hans Zimmer (beide waren zuletzt bei Dunkirk von Christopher Nolan dabei). Die Darsteller sind durch die Bank weg passend und verschmelzen mit ihrer Rolle so glaubwürdig, das es dem Film und seinem Vorgänger angemessen ist.
Und wenn in einer der letzten Szenen ein ganz bekanntes Thema von Vangelis aus dem Original-Blade Runner erklingt (ich sag hier nicht welches), dann weiß hier der Filmkenner sofort, was gleich passieren wird. Wem da die Augen trocken bleiben, der ist entweder tot oder einfach nur abgestumpft.
Ja, „Blade Runner 2049“ ist ein Wunder. Und eines, das im Kino selten geworden ist. Braucht es eine Fortsetzung? Nein. Aber es wäre phantastisch!
Hier noch was Technisches
BILD
Ich habe den Film auf 3D-BluRay gesehen (SONY VPL-VW550 und drei Meter Breite Bildwand im Keller-Heimkino). Schärfe und räumlicher Eindruck sind auf Referenzniveau, eingeschränkt lediglich durch den sehr häufig mageren Schwarzwert. Hier wurde wohl künstlich aufgehellt, damit 3D auf weniger lichtstarken Displays nicht im Dunkel absäuft. Das führt an einigen wenigen Stellen sogar zu leichten, aber dennoch sichtbaren farblichen Verfälschungen (als K in die ehemals atomar verseuchte Zone gelangt, leuchten seine Lippen unnatürlich rot). Ich werde mir noch die Steelbook-UHD kaufen, um den Film diesbezüglich genießen zu können. Meine Einschätzung dazu werde ich dann hier ergänzen.
Aber ich werde mit dem Kauf warten. Grund ist ein Kritikpunkt, der mich in der jüngsten Zeit immer wieder bei SONY-BluRays maßlos aufregt: Die Ignoranz und mangelnde Kundenorientierung gegenüber dem deutschen Markt: Kein Wendecover, deutscher Ton nur noch mit stark eingeschränkter Qualität aufgrund niedriger Datenrate. Dann kaufe ich auch erst, wenn der Preis erheblich gefallen ist.
TON
Auf der 3D-BluRay sind beide Tonfassungen (Deutsch und Englisch) nur in Dolby Digital 5.1 mit mickrigen 640 Kilobit Datenrate zu finden. Das ist dieses Filmes nicht würdig. Aber was dann mit geeignetem Upmixer (bei mir DENON AVR-X6200 neun Kanäle plus zusätzlicher Stereoendstufe) aus den elf Boxen und zwei Subwoofern kam, ist wohl die Obergrenze dessen, was damit leistbar ist – ein brachialer Bass, transparente Effekte, die sogar in den Höhenkanälen wandern, und ein Sound, für den ich schon lange nicht mehr ins Kino gehen muss. Wie mein geneigter Mitzuschauer sagte: „Wenn das nur Dolby Digital 5.1 war, dann möchte ich mal die Dolby-Atmos-Fassung erleben!“.
Das möchte ich auch. Also lieber SONY-Vertrieb, wie wäre es mit verlustfreiem deutschen HD-Ton und Atmos? Diese Disc kaufe ich sofort. Sie darf dann sogar mehr kosten.
SpeedReader
5,0 su 5 stelle
A good sequel
Recensito negli Stati Uniti il 25 gennaio 2023
This is the 2017 long-awaited sequel to the (now) iconic 1984 film Blade Runner, which starred Harrison Ford a Deckard, a Blade Runner who hunted down and retried Artificially Intelligent Androids called Replicants. This movie is set 30 years after the original movie. We find out that the Tyrell Corporation has been taken over and is now the Wallace Corporation, run by Niander Wallace (played by Jared Leto). The corporation still makes replicants and has basically turned them into slaves, and the Earth has become a dystopian nightmare, in large part due to an electromagnetic pulse that wiped everything out in 2022. Ryan Gossling plays K, the most advanced replicant (a Nexus-9 Replicant) who is a Blade Runner that hunts down and retires rogue replicants. In the process of retiring a replicant at the beginning of the movie, he discovers evidence that replicants can reproduce biologically, and this leads him, through a series of events, to finding Deckard (again played by Ford). I will not spoil the movie for those who have not seen it, but if you have seen the original movies, similar themes play out in this movie that did in the first one.
For those who get the 4-k blu-ray, it is a two-disc set with a UHD disc just containing the movie and a regular blu-ray with the movie and the extras. The A/V quality of the UHD disc is top-notch, pretty much what I would call reference quality. There are, of course, a lot of CGI effects in the movie, and everything looks seamless so, if not for flying cars and the like, it would be hard to tell what is real and what is not. The extras include two longer featurettes, one 17 minutes and one about 22 minutes, that focus on casting and the look of the new movie. Then there are a series of prologues which are prequel shorts to the movie that provides some backstory. The longest is just over 15 minutes and the other two are around 6 minutes. Then there are a series of short featurettes that total 11 minutes and can be played all at once, which cover different aspects of the Blade Runner world. Then there is a trailer for the game that was released around the same time as the movie. All in all, the extras total about an hour and twenty minutes, give or take.
Overall, the movie is very good. The writers did a good job incorporating parts of the story from the original film into a new, updated movie, and made it work. The cast is very strong and includes Robin Wright, Ana De Armas (in her first major role in the US), and Dave Bautista. The movie even finds a way to incorporate Sean Young's character (using a similar kind of CGI and real actor blend that was used in Rouge One) from the first movie without her appearing in person (although she is still credited as appearing as Rachael). Like the first movie, it is hard to classify what genre this is. It is a movie that has a lot of action, but it is not really an action movie per-se. It is a mix of action, drama, philosophy, and thought experiment all rolled into one. The acting is top-notch with Gossling doing a great job taking over the leading role, and Ford steps back into the role of Deckard well. It is a worthy follow-up to the first movie and is definitely worth watching.
For those who get the 4-k blu-ray, it is a two-disc set with a UHD disc just containing the movie and a regular blu-ray with the movie and the extras. The A/V quality of the UHD disc is top-notch, pretty much what I would call reference quality. There are, of course, a lot of CGI effects in the movie, and everything looks seamless so, if not for flying cars and the like, it would be hard to tell what is real and what is not. The extras include two longer featurettes, one 17 minutes and one about 22 minutes, that focus on casting and the look of the new movie. Then there are a series of prologues which are prequel shorts to the movie that provides some backstory. The longest is just over 15 minutes and the other two are around 6 minutes. Then there are a series of short featurettes that total 11 minutes and can be played all at once, which cover different aspects of the Blade Runner world. Then there is a trailer for the game that was released around the same time as the movie. All in all, the extras total about an hour and twenty minutes, give or take.
Overall, the movie is very good. The writers did a good job incorporating parts of the story from the original film into a new, updated movie, and made it work. The cast is very strong and includes Robin Wright, Ana De Armas (in her first major role in the US), and Dave Bautista. The movie even finds a way to incorporate Sean Young's character (using a similar kind of CGI and real actor blend that was used in Rouge One) from the first movie without her appearing in person (although she is still credited as appearing as Rachael). Like the first movie, it is hard to classify what genre this is. It is a movie that has a lot of action, but it is not really an action movie per-se. It is a mix of action, drama, philosophy, and thought experiment all rolled into one. The acting is top-notch with Gossling doing a great job taking over the leading role, and Ford steps back into the role of Deckard well. It is a worthy follow-up to the first movie and is definitely worth watching.
GUILLAUME
4,0 su 5 stelle
A regarder
Recensito in Francia il 14 settembre 2023
Film trop long, qualité audio magnifique, vidéo également et le thème en lui même on s'endort assez facilement ou alors l'intrigue tourne en rond..
Jose Maria Diaz Espino
5,0 su 5 stelle
Blade Runner 2049 4k/3D
Recensito in Svezia in data 30 agosto 2023
Great in every aspects.
A "must have" in 4K and audio reference.
It's a dark film like the first one so good 3D in depths.
10/10.
Quick delivery and nice package.
A "must have" in 4K and audio reference.
It's a dark film like the first one so good 3D in depths.
10/10.
Quick delivery and nice package.
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