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In questo appunto si descrive che cosa sia il jazz che nasce intorno alla metà dell’Ottocento negli Stati Uniti e precisamente negli Stati del Sud. Dal XVII secolo Inglesi, Francesi, Spagnoli, Olandesi e Portoghesi iniziarono a deportare uomini e donne africani per venderli nelle fattorie americane.
Questo crudele commercio, chiamato la tratta degli schiavi ha portato in America milioni di neri, dove le loro condizioni di vita erano durissime.
Durante il lavoro gli schiavi iniziarono a cantare, per alleggerire la fatica, così nacquero i worksong, ossia dei canti di lavoro composti da incitamenti e grida. Nel corso degli anni quasi tutti i deportati nelle Americhe si convertirono al Cristianesimo e così nacquero gli spiritual, delle composizioni a carattere sacro che rispettano le tradizioni africane e quelle americane. Nel 1865 venne abolita la schiavitù e si formò il blues formato da canti individuali che riguardano le difficoltà della vita, l’amore e i loro ricordi.
Intanto vicino alla foce del Mississipi a New Orleans nacque il jazz vero e proprio, che si diffuse in tutta Europa dagli Stati Uniti attraverso la registrazione su disco.
Il jazz veniva considerato inferiore agli altri generi, perché era musica nera, però nel corso degli anni venne apprezzata da molte persone. Gli antenati del jazz sono i worksong, gli spiritual e il blues; mentre l’evoluzione del jazz è il ragtime che nacque verso la fine del XIX secolo. Si tratta in un primo tempo di un genere destinato al pianoforte e non c’era improvvisazione, mentre dagli anni ’20 subì numerose trasformazioni, fondendosi con il blues e divenendo infine uno stile orchestrale. Un altro stile proveniente dal jazz è il bebop dove ogni strumento sembra andare da solo ed emettono suoni rauchi e poco puliti.
Questo stile piaceva molto ai neri, perché era più vicino alle loro radici folcloristiche come a un saxofonista molto importante: Charlie Parker.

Indice
Cos’è il jazz
Storia del jazz nel corso del XX secolo
Caratteristiche distintive della musica jazz
Strumenti utilizzati nel jazz
La musica jazz contro il razzismo

Che cos'è il jazz

Il jazz è un genere musicale che nasce intorno alla metà dell’Ottocento negli Stati Uniti, in particolare modo si diffonde negli Stati del Sud. Dal XVII secolo inglesi, francesi, spagnoli, olandesi e portoghesi iniziarono a deportare uomini e donne africani per venderli nelle fattorie americane come forza lavoro. Questo crudele commercio era conosciuto come “tratta degli schiavi” che ha permesso di portare in America milioni di neri, i quali erano costretti a vivere in condizioni durissime. Gli schiavi, durante il lavoro, per rendere meno faticosa e meno triste la giornata, intonavano dei canti particolari e proprio da qui nacquero i cosiddetti “worksong”, ovvero dei canti di lavoro composti da incitamenti e grida. Nel corso degli anni quasi tutte le persone che venivano deportate nelle Americhe iniziarono a convertirsi al Cristianesimo e in questo contesto nacquero gli spiritual, ovvero delle composizioni a carattere sacro che integrano e rispettano le tradizioni africane con quelle americane. Successivamente nel 1865 venne abolita la schiavitù e si iniziò a formare il blues, genere musicale formato da canti individuali che trattano delle difficoltà della vita, dell’amore e dei loro ricordi.
Inizialmente il jazz veniva considerato come un genere inferiore agli altri già esistenti perché era musica cantata da persone nere però nel corso degli anni cominciò ad essere apprezzata da molte persone. Questo stile piaceva molto ai neri perché era più vicino alle loro radici folcloristiche come a un saxofonista molto importante: Charlie Parker.

Storia del jazz nel corso del XX secolo

Il jazz ha una lunga storia che inizia già agli inizi del XX secolo. A partire dai primi anni del 1900, diversi ritrovamenti storici fanno risalire la musica jazz alla città di New Orleans, luogo in cui i musicisti come Jelly Roll Morton, King Oliver e Louis Armstrong iniziarono a studiare i ritmi del ragtime, del blues e il jazz che si sviluppò nel sud di New Orleans e venne conosciuto come Dixieland. Poi tra il 1920 e 1930, il jazz iniziò a diffondersi anche in altre città come Chicago e Kansas City, ma solo a New York City il jazz diventò una vera pietra miliare della cultura americana. Jazz - La musica afroamericana articoloProprio a New York ricordiamo grandi gruppi accompagnati da forti personalità come Duke Ellington e Fletcher Henderson, i quali si sono esibiti per il pubblico dei locali notturni. Ellington era famoso soprattutto per le sue composizioni originali, che traevano anche dalla musica classica e riusciva a far risaltare i solisti all'interno della sua band. Successivamente tra il 1940 e 1950, i musicisti di New York come per esempio Charlie Parker, Dizzy Gillespie, Bud Powell e Art Blakey idearono un sottogenere jazz che chiamarono bebop. Era un nuovo stile musicale che prevedeva un'esecuzione velocissima e sincopi di routine. Poi intorno agli anni ’60 il bebop iniziò a modificarsi nel ritmo e nello stile. Alcuni musicisti come Thelonious Monk, Charles Mingus e Miles Davis rappresentano gli esempi di composizioni post-bebop. Sempre in questo periodo musicisti come Herbie Hancock e Joe Zawinul hanno unito il jazz al funk e al rock in modo tale da ricreare un nuovo genere conosciuto come fusion.

Caratteristiche distintive della musica jazz

Dalla musica jazz vengono creati numerosi sottogeneri. Infatti, alcuni elementi centrali del jazz sono presenti in quasi tutte le forme di jazz, tra cui musica swing, big band, bebop e cool jazz. Le caratteristiche distintive del jazz sono soprattutto tre: i ritmi distintivi, la sofisticazione armonica e l’improvvisazione. Riguardo i ritmi distintivi si sa che i ritmi tradizionali del jazz sono conosciuti per le loro crome oscillanti dove la prima croma oscilla verso la seconda enfatizzando il suono. La sofisticazione armonica fa riferimento nella musica jazz all’utilizzo raro di triadi di note che definiscono la musica pop, country e folk. Quasi tutti gli accordi jazz presentano il settimo tono dell'accordo e molti implicano tensioni come none, undicesime e tredicesimi. E poi c’è l’improvvisazione che rappresenta un elemento che contraddistingue questo perché riesce ad unire quasi tutte le forme di musica jazz. Tutti i membri di una jazz band possono essere chiamati a improvvisare su una melodia jazz.

Strumenti utilizzati nel jazz

La maggior parte degli strumenti possono essere utilizzati in una jazz band però solamente se permettono al musicista di improvvisare. Gli strumenti maggiormente utilizzati nella musica jazz sono otto, ritroviamo la batteria che rappresenta il pezzo portante della ritmica; solitamente i batteristi jazz suonano una batteria composta da quattro o cinque pezzi. Poi c’è il basso che viene utilizzato da quasi tutte le jazz band; la tastiera, che può essere un pianoforte o una tastiera digitale, rappresenta una parte classica di una combinazione jazz; la chitarra rappresenta lo strumento a corda più comune in un ensemble jazz; la tromba è uno strumento utilizzato fin dalla nascita del jazz; il trombone; il sassofono ha la capacità di suonare in sintonia e proprio per questo lo rendono un eccellente strumento per la musica jazz ed infine troviamo la voce solista.

La musica jazz contro il razzismo

Prima dell'affermarsi della musica jazz, il fenomeno del razzismo non veniva nemmeno conosciuto. Con l'affermarsi dei canti afroamericani che si diffusero nel periodo della tratta degli schiavi dal continente americano verso il continente americano si iniziò finalmente a prendere coscienza del triste fenomeno del razzismo. Attraverso le loro canzoni gli afroamericani iniziarono a far sentire la loro voce con una protesta non violenta che si affermò dunque nella musica. Presto questi canti iniziarono anche ad essere conosciuti negli Stati americani settentrionali e dunque anche dalla middle class bianca. Proprio la musica Jazz sarebbe diventata la musica della protesta per denunciare le dure condizioni degli schiavi neri che lavoravano nelle piantagioni. Fu così che dunque il fenomeno del razzismo divenne un problema visibile agli occhi della società mondiale.