Lord Byron la descrisse come la magica serata prima dell’inizio della fine, come la quiete prima della tempesta, il lusso prima della distruzione. Un addio malinconico, nascosto da abiti tempestati di pietre preziose e orgoglio maschile verso i futuri fantasmi dei soldati, in partenza verso il campo di battaglia. Il ballo della duchessa di Richmond è, nella memoria storica, ritenuto la festa più famosa di sempre: vuoi per le leggende ricamate attorno ad esso, per la fatale coincidenza di date o per l’affascinante velo di tristezza che si porta dietro, testimone di cuori spezzati e lacrime versate.

Migliaia di candele decoravano la sala da ballo quella sera, "così volle la duchessa" precisò Lord Byron nel narrare gli avvenimenti di quello che poi sarebbe passato alla storia come la "festa più grandiosa della storia". Era il 15 giugno 1815, la notte precedente alla battaglia di Quatre-Bras, ma per la nobiltà inglese - stazionata in Belgio per proteggere Bruxelles nel caso in cui Napoleone Bonaparte avesse deciso di invaderla - era soltanto una sera come tante. Un’altra nobildonna britannica aveva tenuto una sfarzosa cena la notte prima e il Duca di Wellington ne avrebbe organizzata una simile qualche giorno dopo. Il fato volle - per disgrazia della padrona di casa, che si narra ebbe un crollo nervoso nel vedere fuggire i suo invitati - che fu proprio la serata della duchessa di Richmond la prescelta per diventare famosa come il prologo di lusso della battaglia di Waterloo.

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Le danze si aprirono intorno alle otto di sera, gli invitati arrivarono in carrozza, in magnifici completi sgargianti e abiti lunghi: perle, fiocchi, diamanti e pietre preziose fluttuavano per la sala da ballo, tessute nelle voluminose gonne. La sala, descritta da Lord Byron come la più opulente stanza delle proprietà Richmond, era in realtà una vecchia rimessa di carrozze decorata a festa - con mazzi di rose che abbellivano i tavoli -, ma per amor di racconto, e per non intaccare la memoria leggendaria della serata, è bene pensare al principesco trattamento riservato agli ospiti, che vennero accolti da una sorridente duchessa con famiglia al seguito. Le figlie di lady Richmond descrissero il ballo come divertente e spensierato, scandito da froideur, waltzer e agallopade.

Ma la pace della serata venne brutalmente interrotta verso l’una di notte, momento in cui gli ospiti stavano recuperando le forze tra un ballo e l’altro, gustando un banchetto prelibato. Di tutte le leggende e falsi miti ricamati intorno all'evento, la rovinosa fine del ballo è da considerare reale, perché ogni testimonianza di quella notte riporta gli stessi fatti.

In un turbinio di messaggi e messaggeri, l’elegante festa della contessa di Richmond si trasformò in una scena tragica, tra ospiti che ancora vestiti da festa si dirigevano sul campo di battaglia - Lord Byron, preso da vena poetica, descrisse giovani soldati a cavallo nella notte, nei loro abiti nuovi, sguainando le spade pronti a perire per il proprio popolo- e amanti che si dicevano l’ultimo addio. Nel caos del momento, tra urla di disperazione e lacrime di strazio, la più angosciata fu sicuramente la duchessa di Richmond che stette in piedi davanti alla porta strillando e pregando ai suoi ospiti di rimanere ancora per qualche ora.