Giovanni , l'uomo che rese grandi "I Medici"
Morigerato e attento, impostò la famiglia sulla grandezza
giovedì 20 ottobre 2016 13:21
Giovanni dei Medici nacque a Firenze il 18 Febbraio 1360, primo di cinque figli avuti da Averardo, detto “di Bicci”, epiteto ereditato anche dal figlio.
Giovanni abitava originariamente in una modesta abitazione in Via Larga, il suo obiettivo, infatti, era destare meno clamore possibile e di vivere appartato, fin quando i tempi non fossero maturi. Era un uomo molto paziente e calmo, un vero stratega, molto morigerato. Non rivestì mai alcun ruolo di spicco nella politica fiorentina, preferendo agire nell'ombra, puntando più alla sostanza che ai titoli del potere.
Molto oculato nelle spese, fin da giovane devolve però forti somme in beneficenza, capendo che l’oligarchia che regna su Firenze ha le ore contate e proprio il popolo può diventare il più grande esercito di tutti i tempi da manovrare.
Alla morte del padre, anche se ricco, il patrimonio viene diviso in 5 parti e quindi la quota spettante a Giovanni è modesta; tuttavia il giovane continua l’attività del commercio della lana, ma decide di fare anche un apprendistato presso la filiale del banco dei Medici di proprietà dello zio Vieri a Roma.
Grazie alla grande prosperità che in quegli anni circola a Firenze, letteralmente sommersa di fiorini d’oro, Giovanni riesce a far fruttare l’attività del commercio, investendo tutti i soldi nella banca. Rileva la filiale di Roma ( recandovi spesso per stringere nuovi accordi) e apre altri banchi a Venezia e Napoli. Giovanni, attraverso il banco dei Medici, prestava e scambiava soldi in tutta Italia attraverso il deposito, l’emissione e la conversione delle lettere di cambio ( i moderni traveler's cheque o assegno turistico). In seguito all'elezione dell'antipapa GIovanni XXIII riuscì anche ad impossessarsi dell'attività di riscossione delle decime della Chiesa.
Da un punto di vista familiare si sposa con Piccarda Bueri ( secondo alcuni storici proprio per l’ingente dote della donna); il matrimonio si rivelerà abbastanza felice e nel 1389 nacque Cosimo e nel 1395 Lorenzo.
La famiglia si trasferisce in un’abitazione di Piazza del Duomo riccamente e finemente arredata. Già agli inizi del Quattrocento, infatti, iniziava a nascere il mecenatismo come biglietto da visita, si sviluppava il concetto che investire nell’arte non era una dispersione di denaro ma un modo per mettere in luce la famiglia.
Si deve proprio a Giovanni l'abbellimento della facciata del Palazzo di Orsanmichele e la completazione dello Spedale degli Innocenti, realizzato dal Brunelleschi.
Nel 1402 Giovanni diventerà un Priore del Cambio e appena 19 anni dopo sarà Gonfaloniere di Giustizia, una carriera politica molto rapida che corrisponde al rapido accrescimento sociale ed economico della famiglia.
E con esso arrivano anche i nemici: gli Albizi. Nelle figure di Maso e del figlio Rinaldo, che contenderanno alla famiglia Medici il potere su Firenze.
Nel 1427, da questa guerra politica, nacque il catasto di cui sia Giovanni sia Rinaldo rivendicarono la paternità: un censimento di beni immobili (per la massima parte in mano ai ricchi) collegati ad una tassa proporzionale alla proprietà.
Intanto, il figlio Cosimo si era sposato con Contessina Bardi e il figlio Lorenzo con Lucrezia Cavalcanti. Giovanni scelse come suo erede politico il figlio maggiore, educandolo per questo.
Giovanni morì il 20 Febraio 1429 e Giovanni Cambi, scrittore del “Libro dell’istorie di Firenze” scrive “ E fu seppellito in San Lorenzo, con bella onoranza, et andò scoperto, Era dietro al corpo vestiti di bruno Cosimo e Lorenzo suoi figlioli, e poi ventotto dlla casa de Medici tra uomini, garzoni, e fanciulli, e ambasciatori dello imperatore, et Viniziani et altri Signori, et de’ magistrati, e fu si grande e bella onoranza, che spesono fiorini tremila”
Un funerale degno di un principe