Daryl Hall: una delle voci più belle del rock, capace di attraversare i generi - Music Like

Daryl Hall: una delle voci più belle del rock, capace di attraversare i generi

Daryl Hall è indubbiamente una delle voci più belle del rock. Protagonista di una rinascita soul tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta in duo con John Oates, nella sua lunga carriera ha collaborato anche con artisti esigenti come Robert Fripp ed esplorato la musica contemporanea nei suoi album. Oggi nella sua Daryl ‘s House ospita in modo assolutamente paritario artisti emergenti e vecchie glorie e li fa suonare con lui in video che andrebbero proiettati nelle scuole per imparare come si fa musica, attraversando i generi.

Daryl Franklin Hohl nasce a Pottstown, in Pennsylvania, l’11 ottobre 1946. Nell’autunno del 1965, con altri quattro studenti della Temple University, forma il gruppo vocale The Temptones (dichiaratamente ispirato ai Temptations, stelle soul della Motown) che registra alcuni singoli per l’Arctic Records, prodotti da Jimmy Bishop. Spinto da questo successo, nel 1968 lascia gli studi universitari e, dopo aver registrato un paio di 45 attribuiti a Daryl Hall with a Cellar Door e poi semplicemente a Daryl Hall, forma con Tim Moore i Gullivers, band che comprendeva anche Jim Helmer e Tom Sellers. Il gruppo pubblica un album nel 1970 che passa praticamente inosservato.

Ma la svolta arriva quando incontra nel 1969 John Oates (New York, 1948), cantante e chitarrista di origini italiane per parte di madre che si esibiva nei locali di Philadelphia. Insieme formano nel 1972 il duo con i rispettivi nomi in ditta e nello stesso anno ottengono un contratto con l’Atlantic Records, etichetta del soul e dei primi Led Zeppelin, pubblicando l’album Whole Oats. La loro è una miscela di pop rock e rythm and blues che loro stessi definiscono “rock and soul”, con efficaci arrangiamenti vocali mutuati dalle tradizioni della Motown Il grande successo arriva solo tre anni dopo, nel 1975 con Sarah Smile, dall’omonimo quarto album che raggiunge il quarto posto nella classifica di Billboard. Seguirà nel 1976 Rich Girl, da Bigger than Both Of Us che insieme ai successivi album Kiss on My List, Private Eyes, I Can’t Go For That, Maneater e Out of Touch vanno tutti dritti nella top 100 di Billboard. Hall& Oates diventa un marchio di garanzia con dischi che vendono tantissimo e concerti esauriti un po’ dovunque

Il duo incide complessivamente 19 album, tra cui uno strepitoso Live at The Apollo (1985) con Eddie Kendricks e David Ruffin dei Temptations, registrato nel famoso teatro di Harlem, fino al 2006, ma nel 1990 è già praticamente sparito dai riflettori, nonostante una leggendaria attitudine sul palco, meravigliosi impasti vocali, ottimi musicisti. I dischi non raggiungeranno mai le vette dei primi tempi e Out Of Touch (1984) è praticamente il loro ultimo grande successo.

Nel frattempo, Hall ha fatto uscire il suo primo album solista, Sacred Songs (1980) con la collaborazione nientemeno che del Re Cremisi Robert Fripp. Strana coppia, davvero, ma l’unione creativa fra i due sembra funzionare e il disco è uno dei più interessanti di quel periodo, grazie alla vocalità espressiva di Hall che si libera dei limiti imposti con Oates e alla produzione accorta di Fripp. Osteggiato dalla RCA perché “poco commerciale” (era stato registrato nel 1977) è un album sperimentale ma affascinante, sicuramente da ascoltare per capire la versatilità vocale di Daryl Hall, non solo soul man.

Nel 1985 Daryl Hall è nel cast di USA For Africa e canta We Are The World con Michael Jackson, Bruce Springsteen, Stevie Wonder e altre celebrità. Il brano vince tre Grammys e fa raccogliere fondi destinati all’Etiopia colpita da una spaventosa carestia.

Il suo secondo lavoro solista, Three Hearts in the Happy Ending Machine esce nel 1986, prodotto da Dave Stewart che vi collabora anche come autore e in cui Hall canta insieme a Joni Mitchell in Right as Rain. Nel 1990 realizza con Oates l’album So Close che segna una separazione destinata a durare sette anni. Torneranno insieme solo nel 1997 con Marygold Sky e poi per sporadiche reunion dove dimostrano sempre grande affiatamento.

Nel 1993 arriva il terzo album solo, Soul Alone e l’anno dopo Hall scrive Gloryland, brano strumentale che diventa l’inno non ufficiale dei Mondiali di calcio Usa 1994. Tre anni ancora ed ecco Can’t Stop Dreaming (1996), album in cui vira verso un pop jazz sofisticato alla Steely Dan e riprende un vecchio successo di Hall&Oates del 1976, She’s Gone, ispirato ai problemi sentimentali di entrambi che Daryl ha sempre considerato una delle loro migliori canzoni.

Tra la produzione degli ultimi anni si segnala uno strepitoso Live in Philadelphia del 2004 in cui il vecchio leone sa ancora come graffiare e anche un bellissimo live acustico con Oates registrato al Troubadour di Los Angeles.

Dal 2007 Hall è attivo soprattutto con gli show “casalinghi” nel suo home studio di Millerton, New York trasmessi sul web con il titolo di Live from Daryl’s House e sono diventati una seguitissima serie on line e poi un vero e proprio programma televisivo. Tra gli ospiti famosi ci sono stati Kenny Loggins, il celebre gruppo r&b The O’Jay’s, i Cheap Trick, Aaron Neville, Billy Gibbons, Sammy Hagar, Joe Walsh, Booker T.Jones dei mitici MG’s, Robbie Krieger e Ray Manzarek dei Doors e molti ancora. Per altri, meno noti, la trasmissione è stata un buon trampolino di lancio, il che conferma l’attenzione di Hall verso gli artisti emergenti e la necessità di dar loro fiducia. Comunque un ponte che unisce diverse generazioni nel segno della musica e un programma tv piacevolissimo e divertente, oltre che fonte di conoscenza della storia del rock e derivati.

“Ero stanco della vita on the road – dichiarò a Rolling Stone a proposito delle origini del progetto – e volevo portare il mondo verso di me, tanto per cambiare. Cercavo l’occasione per collaborare con artisti contemporanei e LFDH è stato il veicolo importante per arrivare a questo.

Hall, con qualche pausa dovuta all’assoluto disinteresse maturato nel tempo verso lo show business e ad una raggiunta indipendenza artistica che gli permette di incidere quando vuole, è tuttora in attività. L’ultimo album, BeforeAfter è del 2022 è una compilation di 30 brani estratti dai cinque lavori solisti da Sacred Songs in poi, con alcune registrazioni live tratte da LFDH con gente come Dave Stewart e Todd Rundgren. Un’ “autoretrospettiva” che ha voluto pubblicare per dare modo ai fan di Hall&Oates di conoscere le altre facce della sua musica e costituisce il modo migliore per chi voglia avvicinarsi all’artista.

ascolti

  • Hall & Oates – Private Eyes (1981)
  • Hall & Oates – Live at The Apollo (1985)
  • Sacred Songs (1980)
  • Can’t Stop Dreaming (1996)
  • Live in Philadelphia (2004)
  • BeforeAfter (2022)

visioni

  • Hall&Oates – Live at the Troubadour, dvd (2008)
  • Live from Daryl’s House, show tv (dal 2007)

parole

  • Nick Tosches – Daryl Hall & John Oates: Dangerous Dances (1984)

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