"Piranesi" di Susanna Clarke - Recensione - 1001 notti d'inchiostro

“Piranesi” di Susanna Clarke – Recensione

Buongiorno lettori! Ho esitato un po’ prima di iniziare “Piranesi” di Susanna Clarke dato che spesso viene paragonato ad alcuni libri che mi hanno deluso. Per fortuna alla fine, spinta dalla curiosità, mi sono decisa a leggerlo: questo romanzo mi ha sorpresa e mi è piaciuto tantissimo.

Copertina di "Piranesi" di Susanna Clarke

Piranesi

Autrice: Susanna Clarke

Editore: Fazi

Collana: LAINYA

Data di uscita: 4 febbraio 2021

Pagine: 268

Formato: flessibile 16,50 € – ebook 8,99 €

Genere: fantasy

Età di lettura: adulti

Trama

Piranesi vive nella Casa. Forse da sempre. Giorno dopo giorno ne esplora gli infiniti saloni, mentre nei suoi diari tiene traccia di tutte le meraviglie e i misteri che questo mondo labirintico custodisce. I corridoi abbandonati conducono in un vestibolo dopo l’altro, dove sono esposte migliaia di bellissime statue di marmo. Imponenti scalinate in rovina portano invece ai piani dove è troppo rischioso addentrarsi: fitte coltri di nubi nascondono allo sguardo il livello superiore, mentre delle maree imprevedibili che risalgono da chissà quali abissi sommergono i saloni inferiori.

Ogni martedì e venerdì Piranesi si incontra con l’Altro per raccontargli le sue ultime scoperte. Quest’uomo enigmatico è l’unica persona con cui parla, perché i pochi che sono stati nella Casa prima di lui sono ora soltanto scheletri che si confondono tra il marmo.

Improvvisamente appaiono dei messaggi misteriosi: qualcuno è arrivato nella Casa e sta cercando di mettersi in contatto proprio con Piranesi. Di chi si tratta? Lo studioso spera in un nuovo amico, mentre per l’Altro è solo una terribile minaccia. Piranesi legge e rilegge i suoi diari ma i ricordi non combaciano, il tempo sembra scorrere per conto proprio e l’Altro gli confonde solo le idee con le sue risposte sfuggenti. Piranesi adora la Casa, è la sua divinità protettrice e l’unica realtà di cui ha memoria. È disposto a tutto per proteggerla, ma il mondo che credeva di conoscere nasconde ancora troppi segreti e sta diventando, suo malgrado, pericoloso.

Susanna Clarke, autrice fantasy fra le più acclamate, torna in maniera trionfale con un nuovo, inebriante romanzo ambientato in un mondo da sogno intriso di bellezza e poesia.

Recensione

“Piranesi” è un libro molto particolare, decisamente difficile da inquadrare. È classificato come un fantasy, ma di fantasy c’è solo l’ambientazione. A me ha ricordato molto di più un mystery sia per la trama sia per l’atmosfera che si respira per tutto il romanzo. “Piranesi” è inoltre un libro molto originale anche per lo stile di scrittura.

Quello che leggiamo noi è una parte dei Diari che tiene Piranesi, il protagonista, perché desidera ricordare con precisione e accuratezza ogni cosa e perché vuole preservare il suo sapere per i posteri. I suoi Diari, conservati in una borsa da postino di cuoio marrone nascosta tra le Statue, sono infatti indirizzati alla Sedicesima persona che un giorno li troverà.

E tu? Chi sei tu? Chi è colui per il quale sto scrivendo? Sei un viaggiatore che è scampato alle Maree e ha attraversato Pavimenti Frantumati e Scale Diroccate per raggiungere questi Saloni? Oppure sei qualcuno che abiterà nei miei stessi Saloni quando io sarò già morto da tempo?

Piranesi e la Casa

Ho amato Piranesi come protagonista e voce narrante. Egli è un uomo di circa trentacinque anni, ma possiede la curiosità, l’innocenza e l’ingenuità di un bambino. Ha l’obiettivo di esplorare il più possibile la Casa e catalogare tutte le Statue presenti all’interno. La Casa sembra essere infinita e perciò l’obiettivo sembra essere irraggiungibile, ma Piranesi è determinato come scienziato ed esploratore a fare del suo meglio perché rimanga una testimonianza degli Splendori del Mondo. Il protagonista considera la Casa come qualcosa di vivo, una madre amorevole che si prende cura di lui e degli altri animali che vi abitano, donando loro tutto ciò di cui hanno bisogno per sopravvivere. Riesce a trovare la bellezza in ogni cosa e non si fa mai scoraggiare dalle difficoltà che si trova davanti.

Sono convinto che il Mondo (o, se preferite, la Casa, dal momento che i due sono, in definitiva, la stessa cosa) desideri avere un Abitante perché sia testimone della sua Bellezza e beneficiario delle sue Benedizioni.

Per Piranesi la Casa è il Mondo. Essa è suddivisa su tre Livelli: i Saloni Inferiori sono il regno delle Maree, pieni d’acqua gli forniscono nutrimento sotto forma di pesci, crostacei e vegetazione marina. I Saloni Superiori sono il Regno delle Nuvole e grazie alla pioggia forniscono acqua fresca. I Saloni di Mezzo sono invece quelli abitati da Piranesi dove si trovano anche gli uccelli.

Dal fantasy al mystery

Nella Casa sono presenti quindici persone, ma nonostante ciò Piranesi si sente solo. Di quelle quindici infatti, tredici sono morte e sono solo scheletri. Pur non avendoli mai conosciuti, Piranesi va a trovarli spesso e porta loro cibo, acqua e ninfee, parla con loro e si chiede chi siano stati e quali fossero i loro nomi. Sono vivi solo lui e l’Altro, uno scienziato in cerca della Grande e Segreta Conoscenza che incontra due volte a settimana per non più di un’ora.

Piranesi è felice, si sente amato dalla Casa e ogni volta non vede l’ora di incontrare l’Altro che considera suo amico e per cui prova un’immensa gratitudine. Egli infatti gli dona degli oggetti che non è possibile trovare nella Casa, comprese le penne e i taccuini che usa come Diari. Ma man mano il protagonista si renderà conto sempre di più insieme a noi che qualcosa non torna.

Egli infatti ricorda solo gli ultimi anni della sua vita. Non ricorda nemmeno come si chiama davvero. “Piranesi” è infatti solo un soprannome che gli ha dato l’Altro. Nell’Indice che ha creato ci sono inoltre riferimenti a Diari che lui nemmeno ricorda di aver mai scritto. Sta impazzendo o era pazzo prima, quando ha scritto quelle cose senza senso? Perché non ricorda nulla di tutto ciò? E non c’è davvero nessun altro nella Casa? Dov’è l’Altro quando non è con lui? Da dove vengono gli oggetti che gli porta?

Piranesi. È così che mi chiama. Il che è strano, perché, per quanto io possa ricordare, non è il mio nome.

Tra scienza e filosofia

“Piranesi” è un romanzo molto particolare e originale che si presta bene a diversi livelli di lettura. Può essere infatti letto solo come un’avventura fantasy-mystery, oppure si possono cogliere le diverse metafore contenute nel romanzo. Ad esempio a me ha ricordato in particolare il mito della caverna di Platone. Anche in questa storia troviamo un protagonista che crede che il suo mondo sia l’unico esistente poiché non ne ha mai conosciuti altri. Se in Platone c’erano le ombre proiettate sulla parete, qui ci sono le Statue e allo stesso modo è possibile notare la divisione tra conoscenza sensibile e intelligibile.

Piranesi è inoltre una figura a metà tra lo scienziato e il filosofo: si pone come obiettivo quello di usare la razionalità, esplorare la Casa e catalogare le Statue, ma allo stesso tempo si pone domande esistenziali e crede che la Casa e gli uccelli in qualche modo comunichino con lui e che ci sia un legame che li unisce.

Mi è piaciuta molto la contrapposizione tra la figura di Piranesi e quella dell’Altro, il modo diverso in cui questi personaggi guardano il Mondo. Entrambi sono guidati dalla sete di conoscenza, ma se il primo è guidato dalla curiosità, prova meraviglia e stupore e riesce a scorgere la bellezza nella Casa, il secondo la studia per interessi personali e in essa vede solo un enigma da decifrare freddamente.

Affascinante e misterioso

La parte iniziale è la più lenta e descrittiva, ma una volta preso il via non sono più riuscita a metterlo giù fino alla fine e l’ho letto tutto d’un fiato. Mi è piaciuto moltissimo il mondo ideato dall’autrice, affascinante e misterioso con i suoi infiniti Saloni, le Maree e le Statue. È facile smarrirsi all’inizio in esso ed è impossibile non restarne catturati e sentirsi parte di questa storia.

Ho amato la parte mystery, mentre avrei preferito un approfondimento degli elementi fantasy e un’attenzione maggiore nel finale che è stato fin troppo frettoloso. “Piranesi” ha la bellezza e la delicatezza di un sogno (che può facilmente tramutarsi in un incubo), ma è anche una lettura profonda che fa riflettere sul mondo e su sé stessi.

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