Giornalismo e disegno vanno a braccetto: schizzi e appunti di un cronista tra guerre e cronaca nera. A Rimini la mostra di Salgar

Giornalismo e disegno vanno a braccetto: schizzi e appunti di un cronista tra guerre e cronaca nera. A Rimini la mostra di Salgar

"La geografia delle storie" in mostra allo Studio Cumo Mori Roversi

Giornalismo e disegno: schizzi e appunti di un cronista tra guerre e cronaca nera. A Rimini la mostra di Salgar

"Nulla dies sine linea" scriveva Plinio Il Vecchio del pittore greco Apelle, per spiegare come l'artista non riuscisse a stare un giorno intero senza fare un disegno. Allo stesso modo Salvatore Garzillo, 37 anni, in arte Salgar, napoletano da anni a Milano, giornalista di cronaca nera freelance e reporter illustratore. Infatti crede che "il cronista è un cartografo di vite" e che tratto e parola hanno molte affinità.

Lo spiega bene nella sua mostra di disegni "La geografia delle storie" allestita dal 17 maggio allo Studio Cumo Mori Roversi Architetti, nell'ambito della  Biennale del Disegno di Rimini 2024. L'idea è semplice: raccontare la cronaca utilizzando una tecnica tanto antica da sembrare nuova: disegnandola. Tratto veloce, a volte graffiato, come fosse un ritratto rubato all’interlocutore.

Il percorso è diviso in due macro sezioni:

LA NERA:  disegni realizzati sulle scene del crimine, nei tribunali e durante il “giro di nera”, la visita quotidiana in questura e al comando provinciale dei carabinieri di Milano, l’appuntamento obbligatorio dei cronisti. Le grandi storie nazionali finite su giornali e telegiornali (come l’omicidio di Giulia Tramontano o il processo a Olindo e Rosa), e quelle "piccole" ma altrettanto drammatiche e strazianti.

LAGGIÙ: disegni realizzati durante i reportage in zone di guerra, in particolare in Iraq e Ucraina. 

«Negli ultimi 15 anni, come cronista di Ansa, ho partecipato al “giro di nera”, questo rito che coinvolge al massimo una decina di giornalisti, tra le varie testate.

L’ho sempre considerato un grande privilegio. Sui miei taccuini ho appuntato tante informazioni che poi sono servite per scrivere i pezzi ma soprattutto ho disegnato, su quelle parole, tanti volti dei protagonisti delle notizie, non solo vittime e banditi. Ci sono gli “sbirri”, i testimoni, gli oggetti e le voci della cronaca trasformate in personaggi visibili. E allora può capitare che una fonte molto speciale, dal carattere duro ma affidabile come la Cassazione, venga ritratta col volto di un bufalo. I disegni “Laggiù” dei reportage all’estero seguono la stessa necessità narrativa. Tutte queste chiacchiere si possono riassumere così: sono un cronista e mi piace disegnare. Poteva andare peggio».


Ultimo aggiornamento: Martedì 14 Maggio 2024, 20:05
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