Per quasi un decennio Usain Bolt si è dimostrato imbattibile e, dalla data del ritiro ad oggi, nessun avversario è ancora riuscito ad avvicinarsi ai suoi record di velocità. Salito sul gradino più alto del podio in tutte le competizioni comprese tra il 2008 e il 2016, il giamaicano si è appeso al collo 11 ori mondiali e 8 ori olimpici, trasformandosi in una leggenda vivente che sembrava non avvertire lo scorrere del tempo. L’avventura del velocista sulla pista di atletica si è infatti tradotta in una carriera straordinaria e irripetibile, entrata nei manuali di storia dello sport.

Ripercorriamo allora le tappe cruciali, dagli esordi nel cricket alla consacrazione ai Giochi di Pechino, fino all’ultimo infortunio che lo ha costretto a chiudere anzitempo la staffetta di Londra 2017 tra gli applausi di tutto il mondo.

Gli esordi di Usain Bolt

Usain Bolt è nato il 21 agosto 1986 nella parrocchia civile di Trelawny, in Giamaica, da Wellesley e Jennifer Bolt ed è cresciuto a Sherwood Content insieme ai due fratelli e al migliore amico Nugent. La sua avventura nello sport inizia con il cricket, attività che continua ad appassionarlo ancora oggi. Proprio durante gli allenamenti negli anni della high school, però, le abilità da velocista di Bolt vengono notate da un allenatore che lo convince a iscriversi a una gara di atletica leggera.

Pur senza una preparazione specifica, il futuro campione ottiene la sua prima medaglia e decide di proseguire nella corsa, vincendo due argenti nei campionati continentali. Nel 2002 Usain diventa quindi uno dei talenti emergenti su cui il mondo inizia a riporre attenzione e speranze. Grazie alla vittoria nei mondiali juniores, Bolt si attesta come il più giovane campione del mondo della storia. L’anno successivo mette invece a segno i suoi primi record giovanili e fa il suo esordio nel professionismo.

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La consacrazione di Bolt

Nonostante la partecipazione ai Giochi di Atene 2004, alcuni infortuni costringono Usain Bolt a ritardare la consacrazione definitiva, che arriva solo nel 2006 a seguito del cambio di allenatore. Sotto la guida di Glen Mills, il velocista sale con costanza sul podio nelle competizioni più importanti e, durante i Mondiali di Osaka del 2007, si appende al collo le prime medaglie internazionali seniores. Con le Olimpiadi di Pechino del 2008, invece, nasce la leggenda.

In Cina Bolt firma il primato mondiale nei 100 metri piani, diventando l’atleta più veloce della storia. Pochi giorni dopo batte inoltre il record del mondo nella distanza doppia, emulando il duplice oro di Carl Lewis a Los Angeles 1984. Arriveranno infine l’ennesimo oro e un nuovo record del mondo anche nella staffetta 4x100, ottenuti insieme ai connazionali Carter, Frater e Powell.

Inizia così una carriera stellare che porterà tutti gli avversari a competere al massimo per il secondo posto, quando il nome di Usain Bolt comparirà ai nastri di partenza delle competizioni.

Usain Bolt: i record tra Olimpiadi e Mondiali

Come detto, lo strapotere fisico di Usain Bolt e la freddezza chirurgica con cui il campione affronta ogni gara rendono scontato qualsiasi risultato a tutte le Olimpiadi e i Mondiali successivi. Al Campionato del Mondo di Berlino 2009, il giamaicano bissa i successi di Pechino, vincendo nei 100 e 200 metri piani e concludendo la prima gara con il tempo di 9”58, ancora oggi imbattuto. A Taegu 2011 stabilisce poi i suoi obiettivi a lungo termine, dichiarando di voler vincere tutto da lì ai Giochi di Rio 2016. In Corea del Sud, tuttavia, ottiene una squalifica per falsa partenza nei 100 metri, riconfermandosi campione nei 200.

Le Olimpiadi di Londra 2012 si aprono con il ruolo di portabandiera per la Giamaica alla cerimonia d’apertura e terminano con gli ormai classici tre ori (100 metri, 200 metri e staffetta 4x100) abbinati a nuovi primati olimpici. La storia si ripete anche ai Mondiali di Mosca 2013 e di Pechino 2015 e ai Giochi brasiliani del 2016, pur senza ritoccare i record di velocità già stabiliti. Il Campionato del Mondo di Londra 2017 arriva come ultimo atto prima del ritiro e segna la fine di un mito. I 100 metri si concludono infatti con il bronzo, mentre la staffetta non viene portata a termine per infortunio.

Nonostante ciò, Bolt è l’unico atleta della storia ad aver vinto nei 100 e 200 metri piani in tre edizioni consecutive delle Olimpiadi e in tre diverse edizioni dei Mondiali. Tanto che sia Pietro Mennea, sia Michael Johnson lo hanno definito il più grande velocista di tutti i tempi.

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Bolt fuori dalla pista di atletica

Usain Bolt si è conquistato il titolo di personaggio più apprezzato nel mondo dello sport non solo per l’incredibile carriera vissuta, ma anche per la sua immagine pubblica.

Soprannominato Lightning Bolt dopo aver messo a segno il record del mondo a New York a seguito di un violento temporale, è apparso in numerose campagne pubblicitarie dimostrando un carattere spigliato e autoironico. Nel 2010 si è aperto nei confronti del pubblico, dando alle stampe una lunga autobiografia intitolata Usain Bolt: My Story - 9.58: Being the World’s Fastest Man. Nel 2016, invece, è uscito il documentario I Am Bolt diretto da Ben e Gabe Turner, con le musiche di Sean Paul e Major Lazer.

Grande appassionato di calcio, ha più volte dichiarato di voler entrare a far parte del roster dei giocatori del Manchester United dopo il ritiro, ma, almeno per il momento, ha preso parte solo a qualche allenamento. Nel 2021 ha prodotto e lanciato il suo primo album musicale dal titolo Country Yutes. Ancora oggi, inoltre, continua la sua collaborazione con il brand Puma, che lo supporta fin dal primo titolo mondiale juniores del 2002. Da ultimo, è di pochi mesi fa la dichiarazione di un suo possibile ritorno nel mondo dell’atletica, questa volta sotto altre vesti.