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I 30 anni di ‘Quattro matrimoni e un funerale’, scritto dopo aver partecipato a 65 sposalizi

Nato dall’esperienza diretta di Richard Curtis, il film nel 1994 risultò il migliore incasso della storia del cinema britannico. E lanciò Hugh Grant come sex symbol

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Le gaffe, le gag di Rowan Atkinson (alias Mr Bean), i momenti romantici come la sequenza sotto la pioggia, la chimica tra Hugh Grant e Andie McDowell, e soprattutto le regole per un perfetto matrimonio: tatto, discrezione, parole sante… tutte andate in fumo. A trent’anni dalla sua uscita in sala (debuttò in Usa l’11 marzo 1994) Quattro matrimoni e un funerale, la commedia inglese dello sceneggiatore Richard Curtis e del regista Mike Newell, rimane una delle rom-com più riuscite ed è diventata un vero e proprio cult.

I record del film: dal box office alle classifiche

Nel 1994 fu il primo film britannico per incassi al box office nella storia del cinema, nominato all'Oscar per miglior film e sceneggiatura originale e, non ultimo, il film che ha lanciato la carriera di Hugh Grant, incoronandolo tra gli uomini inglesi più sexy. Ma non solo; gli effetti del successo di quella commedia vennero misurati in tutta una serie di altri assurdi record: ci fu un’impennata in libreria delle vendite per l’opera del poeta modernista W. H. Auden, la cui poesia Funeral Blues venne utilizzata nella sequenza del funerale e la canzone dei titoli di coda, Love is All Around degli scozzesi Wet Wet Wet, è stata in cima alle classifiche del Regno Unito per 15 settimane. Chi lo vuole rivedere lo può noleggiare a 3,99 euro su Apple tv+, Rakuten, Amazon.

65 matrimoni in 11 anni e quella proposta

Il film è nato dall'esperienza in prima persona di Curtis che iniziò a scrivere la sceneggiatura a 34 anni, dopo aver realizzato di aver partecipato a 65 matrimoni in 11 anni. La storia d'amore tra Charles e Carrie si basa proprio da un fatto accaduto a Curtis da giovane dove a una di queste feste ebbe una proposta da una ospite del matrimonio, una proposta che lui rifiutò salvo pentirsene per sempre. Però questo rimpianto si è trasformato in una delle sceneggiature più riuscite del genere e ha dato il via ad un carriera specializzata nel genere romantico.

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Il primo di una lunga lista di rom-com e quell’ingrediente segreto

A questo exploit sono seguite in questi trent’anni a firma Curtis moltissime commedie di successo, molte delle quali con Grant come protagonista come Notting Hill, Il diario di Bridget Jones, Love actually. “Dopo averne scritti tanti di film romantici ho cominciato anche io a chiedermi perché – ci aveva confessato anni fa lo sceneggiatore – e sono arrivato alla conclusione che le storie d’amore sono quelle che hanno condizionato maggiormente la mia vita nel bene e nel male, nelle delusioni e anche nella felicità. Negli anni il mio atteggiamento di cineasta rispetto alle storie d’amore è cambiato ma c’è un segreto che secondo me determina un buon film romantico: l’ironia. Perché innamorarsi, sia che si è corrisposti che no, è una delle cose più buffe che si possono raccontare”.

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