"Per 20 anni ho vissuto in un corpo femminile che non sentivo mio. Ora sono libero". Roberto racconta la sua transizione - la Repubblica

Bari

"Per 20 anni ho vissuto in un corpo femminile che non sentivo mio. Ora sono libero". Roberto racconta la sua transizione

"Per 20 anni ho vissuto in un corpo femminile che non sentivo mio. Ora sono libero". Roberto racconta la sua transizione

Una storia che arriva dal Selento ma che, prima della conclusione, ha avuto anche una tappa a Monaco di Baviera. “Ho preso il diploma da poco e voglio andare all’università”

1 minuti di lettura

“Ho vissuto la mia infanzia in un corpo che non ho mai sentito mio”. Roberto, nome di fantasia, per anni ha dovuto convivere con un fisico che sapeva non appartenergli. Nata ragazza in Salento, ”sin dall’età di 7 anni – dice – ho compreso le differenze tra genere maschile e femminile e vivevo con disagio l’essere identificato prima come bambina e poi come ragazza. Lo stesso quando sentivo chiamarmi col mio nome femminile”.

Così Roberto – all’epoca Stefania (nome sempre di fantasia) – ha intrapreso un percorso psicologico per comprendere fino in fondo quanto fosse realmente importante per il suo equilibrio affrontare la disforia di genere. Non è stato semplice anche se, attorno, ha avuto tanta comprensione e pochi pregiudizi. “Già da alcuni anni - precisa - più o meno dall’inizio della scuola superiore, nella mia famiglia e tutte le persone con cui ho avuto rapporti mi chiamavano con il nome maschile che avevo scelto e mi riconoscevano come un ragazzo”.

Per oltre un anno, ha effettuato 20 colloqui clinici con una psicoterapeuta e nel suo percorso di transizione, Roberto è stato seguito da un medico specialista in endocrinologia in servizio nell’ospedale Vito Fazzi, l’ospedale di Lecce. E dal 2021, ha intrapreso una terapia ormonale con risultati riportati in termini di “buona virilizzazione”.

E, come prevede la legge, tramite il proprio avvocato Stefano Gallo, ha presentato un ricorso con una doppia finalità: modificare il proprio nome e adeguare i propri caratteri sessuali tramite un trattamento medico-chirurgico. “Ho già effettuato ad aprile 2023 – racconta – un intervento di mastectomia e ricostruzione del torace maschile a Monaco di Baviera, in Germania, dove non è necessaria l’autorizzazione giudiziale per questo tipo di interventi”.

Il Tribunale civile di Lecce ha quindi accolto il ricorso ritenendolo del tutto fondato consentendo così a Roberto di avere quell’identità cercata per anni in un corpo che, ora, sente suo. Progetti per il futuro? “Ho appena conseguito il diploma - confida - e intendo proseguire gli studi universitari dopo aver concluso questo giudizio”.

I commenti dei lettori