Biagio Izzo “Truffatore in scena: con fantasia, per far ridere la gente” - la Repubblica

Napoli

Da domenica (ore 21) all’Augusteo con un nuovo spettacolo

Biagio Izzo “Truffatore in scena: con fantasia, per far ridere la gente”

Biagio Izzo “Truffatore in scena: con fantasia, per far ridere la gente”
(ansa)
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Al teatro Augusteo domani, domenica (inizio alle 21) debutto nazionale de “L’arte della truffa”, il nuovo spettacolo di Biagio Izzo, scritto da Toni e Augusto Fornari, che cura anche la regia; vi rimarrà fino a fino a sabato 19 per ritornare ancora lunedì 22 e mercoledì 24. Le scene sono firmate da Massimo Comune,

il disegno luci da Luigi Raia, le musiche da Gruppo SMP, i costumi da Federica Calabrese. La produzione esecutiva è di Giacomo Monda. In scena Carla Ferraro, Roberto Giordano, Ciro Pauciullo, Arduino Speranza e Adele Vitale, e, naturalmente mattatore comicissimo Biagio Izzo.

Izzo, com’è nato questo spettacolo?

«Da un’idea di Toni ed Augusto di tempo fa, una bella idea che ho tenuto a lungo nel cassetto e alla quale mi sono affezionato».

Un gioco tutto napoletano?

«Quello del napoletano scaltro, simpatico, truffatore con fantasia, artista controcorrente per antonomasia, è più che un mito, è una realtà ed oggi ci si può giocare sopra divertendosi».

Il suo personaggio condensa tutto questo?

«Napoletano a tutto tondo, simpatico e comico, forse lo sono anche io a giudicare da quello che avverto quando sono in scena

o incontro la gente per strada».

Porta avanti una linea poetica teatrale: ben precisa.

«Certamente, dopo il successo di “Balcone a tre piazze”, questa storia di Gianmario e della moglie Stefania la cui vita viene sconvolta dall’arrivo del fratello di lei, Francesco che sarei io, ospite forzato agli arresti domiciliari e truffatore per passione e abilità, è una commedia di situazione in cui parliamo di truffatori, gentiluomini che si comportano bene, di prelati che si trovano negli impicci, tutto in modo lieve e con tanta ironia».

E l’onestà dove va a finire?

«È una cosa fondamentale, come nella famiglia che metto in scena».

Ma lei tira fuori disonestà che sembrano prese dalla cronaca...

«Con un po’ di fantasia però, perché c’è un uomo onesto che ha vinto l’appalto per alcuni lavori da fare nel Duomo di Napoli ed è truffato da un socio poco onesto, un millantatore che gli fa le scarpe costringendolo a cercare un rimedio attraverso la raccomandazione di un cardinale in buona fede».

Una presenza scomoda che in casa crea problemi, insomma.

«Un galeotto, come si diceva un tempo, è presenza scomoda, e se il gioco è costruito per ingarbugliare le situazioni e crearne altre difficili anche nella realtà, si può immaginare quanto riusciamo a fare in questa commedia di equivoci e invenzioni impertinenti».

Personaggi e situazioni al limite.

«Un cardinale, una procace vicina di casa brasiliana giunta all’improvvisa, un catering che non arriva a tempo, un innamoramento imprevisto e improvviso, un travestimento da prete che scombina i giochi, un furto di danaro che rischia di creare problemi anche ai più onesti.

C’è insomma molto per piacere a tutti...».

Secondo le regole del suo teatro, Biagio Izzo.

«Secondo quel che accade quando il pubblico applaude, e non soltanto quello napoletano: quest’anno ho avuto una tournée al Nord dove posso dire con orgoglio che il successo è stato anche maggiore. Un teatro leggero con cui mi diverto e faccio divertire, poi ci sono la televisione ed il cinema con grandi registi come Sorrentino e Rubini... Con loro lavoro con piacere potendo dimostrare quello che valgo».

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