L’ordinanza sulla corruzione: la carta Brunetta per sbloccare due supermarket Esselunga - Il Secolo XIX
maxi inchiesta in liguria

L’ordinanza sulla corruzione: la carta Brunetta per sbloccare due supermarket Esselunga

Il pressing del supermanager “Checco” Moncada, poi l’idea di regalare spot alla lista di Toti: “Diamo una mano al sindaco Bucci”

Tommaso Fregatti
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Il supermercato di via Piave aperto nel 2020

 

Genova – «Senti Renato sono nelle mani di Giovanni per questi due supermercati qui. ..e per cui se vogliamo mettere il tuo vino... devi parlare con Giovanni». Le pratiche di edilizia per l’apertura di due supermercati “Esselunga” a Sestri Ponente e a Savona sono bloccate. E il super manager Francesco “Checco” Moncada, che non solo è un consigliere di amministrazione del colosso dei supermercati, ma anche genero del fondatore Bernardo Caprotti, per fare maggiore pressione sul presidente della Regione Giovanni Toti, si fa raccomandare dal ministro Renato Brunetta. È il 17 marzo del 2022 e le ambientali dei militari del nucleo di polizia economica e finanziaria delle Fiamme Gialle, piazzate nell’ufficio del governatore, registrano la conversazione a tre tra Toti, Moncada e Brunetta che allora guida il dicastero della pubblica amministrazione del governo Draghi mentre oggi è, su nomina della premer Giorgia Meloni, presidente del consiglio nazionale dell’economia e del lavoro.

Il vino del ministro

Brunetta (non indagato nel procedimento, ndr) ha anche un’azienda vinicola (la “Capizucchi”) che è pure fornitrice di punta – grazie ad un ottimo rapporto qualità e prezzo – proprio dei supermercati Esselunga. E – anche alla luce dell’accordo commerciale – accetta di fare da tramite organizzando ai due un appuntamento al ministero. «Toti è uno bravo e serio», dice Brunetta. Ma quella raccomandazione probabilmente non basta per tranquillizzare il manager. Moncada, che ha assoluta necessità di sbloccare la pratica dei suoi supermercati, decide di attuare «un vero e proprio piano corruttivo», scrive il giudice per l’indagine preliminare Paola Faggioni nell’ordinanza con cui ha disposto arresti e interdittive.

“La pratica difficile”

Il nodo del problema ruota attorno al parere favorevole dell’ufficio difesa e suolo che è particolarmente difficile avere «perché è lì che inizia la parte di messa in sicurezza del lido Fincantieri», precisa Toti che sembra ben conoscere la pratica. E a quel punto ecco l’idea: una serie di spot sull’emittente “Primocanale” da sempre molto vicina a Toti per sbloccare la pratica a mo’ di tangente. È il suo braccio destro Matteo Cozzani a chiedere all’editore di Maurizio Rossi di precipitarsi in Regione Liguria per chiudere l’affare. Moncada ha un piano preciso per accelerare l’iter per i suoi centri commerciali.

“Aiutiamo Bucci”

Pagare come Esselunga una serie di spot da omaggiare (illecitamente) la lista Toti che appoggia la candidatura del sindaco Marco Bucci alle future (tre mesi dopo) elezioni comunali. «Sto pensando – dice Moncada – nel mio cumulo di passaggi di togliere qualcosa a noi e di mettere Bucci. Però sta cosa bisogna farla bene..». Moncada prende fiato. E aggiusta il tiro: «Dobbiamo dare una mano a Bucci nella campagna elettorale anche se non è che ne abbia bisogno. Ma al tempo stesso dobbiamo dormire tra due cuscini», propone il manager.

Gli spot di Rossi

Maurizio Rossi, editore di Primocanale, ex senatore del partito creato da Mario Monti e anche lui indagato nel procedimento (ieri i finanzieri hanno perquisito i suoi uffici di “Terrazza Colombo” ed è difeso dagli avvocati Alessandro Vaccaro e Nicola Scodnik), trasforma il piano Esselunga in qualcosa di concreto: dieci passaggi al giorno pagati dalla catena dei supermercati, ma in cui invece dei prodotti in vendita appariranno i loghi politici del partito del Governatore che ha una lista che appoggia il (futuro) sindaco di Genova. Il problema è che dal punto di vista della fatturazione gli spot televisivi possono rappresentare un problema, un rischio. Quello che non permette di dormire tranquilli, nel caso di un controllo. E allora Rossi propone più passaggi «fino a 50 al giorno posso dare» sul maxi schermo di Terrazza Colombo. Lì non c’è rischio. Nessuna verifica, nessuna documentazione da conservare per sei mesi e pure la possibilità di dare la colpa «ad un tecnico scemo della programmazione».

“Il programmatore stupido”

«Se qualcuno contesta qualcosa – aggiunge Rossi – so a chi dare la colpa: ho un programmatore così stupido a cui dare la colpa – è uno che sbaglia continuamente e che non posso licenziare per una questione di numeri». Moncada però resta accorto. Dice di essere favorevole al piano di Rossi ma vuole che tutto sia sicuro: «Io faccio tutto...basta che si dorma tra due cuscini». Rossi lo tranquillizza. Toti e Cozzani sono la garanzia. Non c’è una firma ma una stretta di mano. «Siamo tutti allineati su tutto», conclude Toti.

L’affare da 150 mila euro

Prima di dare il suo assenso Moncada vuole vedere il messaggio che Cozzani aveva mandato all’ufficio tecnico per sbloccare le pratiche. Ma non solo. Sulle ali dell’entusiasmo per aver risolto la spinosa questione burocratica decide di acquistare anche 150 mila euro di spot su Primocanale. Un doppio affare per Rossi. Che incassa la pubblicità elettorale per Marco Bucci e gli spot di Esselunga con tanto di «docu-film all’inaugurazione». La trattativa avviene in una sala “schermata”. O meglio tutti dal governatore, al suo capo di gabinetto, all’editore e al manager decidono di «spegnare i telefonini». Toti & C. non sanno, però, di avere le ambientali della Finanza in ufficio.

Giampedrone frena

L’acquisto degli spot a raffica da parte di Esselunga colpisce Cozzani. Che ne parla subito entusiasta con l’assessore all’urbanistica Marco Scajola: «Guarda – dice il braccio destro di Toti – sono sconvolto. Chicco Moncasa lì, Maurizio Rossi lì, io qui, gli faccio fare un accordo con l’Esselunga... 150 mila euro...così». E Cozzani si attiva subito perché le pratiche siano effettivamente sbloccate a favore di Esselunga. Con i tecnici la chiama la «pratica del presidente». E cerca pure una sponda in Giacomo Giampedrone, assessore alla difesa al suolo (lui e Scajola sono estranei al procedimenti penale in questione): «Quelli di Esselunga hanno bisogno», dice Cozzani. Ma Giampedrone frena. «L’ho detto anche al presidente. Voglio che sia tutto allineato, ovviamente la questione è delicata».

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