Su Disney+ si è appena conclusa quella che consideriamo a pieno titolo una delle migliori serie TV del 2024: Shōgun. Creata da Rachel Kondo e Justin Marks e ispirata al romanzo di James Clevell, Shōgun porta sullo schermo una sorta de Il trono di Spade ambientato nel Giappone del 1600 (difficile non confrontare questi due prodotti, giudicando quello più recente per certi versi addirittura migliore): al centro di questa storia abbiamo diverse forze in lotta per il potere, forze che sfruttano la violenza, l’inganno, ma soprattutto la strategia militare per cercare di ottenere il governo supremo del Paese. A scombinare le carte in tavola l’arrivo di un marinaio inglese, John Blackthorne (Cosmo Jarvis), protestante in aperto contrasto con i cattolici portoghesi da tempo stabilitisi in Giappone: come vi abbiamo spiegato nelle nostra recensione, quello di Blackthorne corrisponde allo sguardo dello spettatore, che si trova a scoprire un mondo nuovo, e a districarsi tra gli intrighi politici di una società a lui (a noi!) completamente sconosciuta. E ad accompagnarlo nel suo viaggio c’è Lady Mariko, la sua interprete, una donna di nobilissime origini che svolgerà un ruolo fondamentale nello svolgersi della vicenda.
Per la nostra spiegazione del finale di Shōgun dobbiamo partire proprio da questo personaggio, il cui sacrificio nel nono episodio diviene fondamentale per portare a termine i piani di Toranaga (Hiroyuki Sanada), per sconvolgere i fragili equilibri della corte ad Osaka e per consegnare la vittoria in mano al futuro Shōgun. “È per questo che le nostre case sono costruite per essere ricostruite così velocemente come cadono,” dice ad un certo punto della serie Mariko. “Perché la morte è nell’aria. E nel mare e nella terra. Può venire per noi in qualsiasi momento. Prima di intrometterti nella nostra politica, ricorda … viviamo e moriamo. Non controlliamo nulla oltre a questo.” Mariko-sama ha ragione nel dire che una persona non può controllare nulla oltre a vivere e morire, ma sarà proprio la sua morte a cambiare tutto: scopriamo più nel dettaglio che cosa accade nell’ultimo episodio, il decimo, della serie.
La distruzione dell’Erasmus: chi è stato?
Dopo la morte di Mariko, e dopo il suo funerale, Blackthorne e Yabushige fanno finalmente ritorno ad Ajiro. Qui Blackthorne si rende però conto che qualcuno ha distrutto la sua nave, l’Erasmus, mettendo così fine alle sue speranze di stabilire una rotta commerciale inglese verso il Giappone o di lasciare il Paese. Chi ha portato a termine tale gesto?
Secondo Toranaga, sono stati i “cristiani” che hanno assaltato il villaggio di pescatori e affondato l’Erasmus, e per questo sta cercando con la violenza i colpevoli ad Ajiro. Anche se questo è parzialmente vero, Blackthorne presto capisce che è stata la stessa Mariko a fare un patto con i suoi alleati cattolici per risparmiargli la vita e farlo uscire illeso da Osaka, in cambio ha promesso la distruzione della sua nave, che potrebbe essere usata contro i cattolici in tempo di guerra. Ciò che Blackthorne ancora non sa (e forse non saprà mai), è che Mariko ha stipulato questo accordo con la piena benedizione di Toranaga. È una vittoria per tutti: Mariko ha salvato l’uomo che amava, i portoghesi sono felici di essersi liberati di una minaccia e Toranaga si è assicurato la fedeltà di un uomo che può costruirgli non solo una barca, ma un’intera flotta. “È stato un inganno necessario raggirare per testare l’Anjin,” dirà in seguito Toranaga a Yabushige (Tadanobu Asano). Blackthorne mostrerà non solo la sua fedeltà a Toranaga, ma anche al villaggio di pescatori dove si trova a vivere: l’uomo minaccerà di uccidersi se in cambio il suo Signore smetterà di cercare i colpevoli della distruzione della nave tra gli abitanti di Ajiro. Così dimostrerà a Toranaga il suo grande senso morale e che di lui ci si può completamente fidare.
Cosa significava davvero “Cielo cremisi”?
Che cosa ci mostra l’ultimo episodio? L’enorme ingegno di Toranaga, capace di imbastire un incredibile piano e di ottenere senza (troppo) spargimento di sangue il suo obbiettivo ultimo: diventare Shōgun e portare il Giappone in un epoca di pace. Blackthorne è il primo a capirlo: dopo che Padre Martin Alvito (Tommy Bastow) gli dice, accompagnandolo vero la nave che lo porterà via da Osaka, che è sicuro che Toranaga sarà morto entro poche settimane, il marinaio gli risponde “Allora non conosci Yoshii Toranaga.”
Toranaga ha ottenuto tutto ciò che voleva senza portare i suoi eserciti (comunque decimati dopo il terremoto) ad Osaka: gli ostaggi nel palazzo reale sono liberi, Lady Ochiba ha accettato di non consegnare le insegne del Taiko, di suo figlio ed erede, alla causa di Ishido, e Toranaga è pronto a costruire il suo nuovo mondo a Edo (la futura Tokyo). Tutto ciò è costato “solo” la vita di una donna, ma quante altre vite sono state risparmiate? Quanto di questa vittoria è stato per il gran disegno del signor Toranaga e quanto è stato il frutto del puro caso? Era mandare Mariko a Osaka piuttosto che un esercito ciò che “Cielo cremisi” significava per Toranaga fin dall’inizio? Toranaga ci spiega che tutto quello che è accaduto era già il Cielo cremisi, l’uomo lo confessa a Yabushige prima che quest’ultimo sia costretto a commettere seppuku: “Il Cielo cremisi è già finito.” Con il suo semplice atto di sfida, ossia rifiutarsi di rimanere ad Osaka, Mariko ha messo a nudo le debolezze del Consiglio dei Reggenti. Con la sua morte ha poi toccato così nel profondo Lady Ochiba da convincerla a tenere l’esercito dell’erede fuori dalla battaglia imminente, garantendo praticamente la vittoria delle forze di Toranaga.
Cosa è accaduto in realtà?
Come sappiamo la storia per la prima volta immaginata nel romanzo di James Clevell è ispirata a eventi storici realmente accaduti nel Giappone del Seicento: la corte giapponese in quel periodo era estremamente disunita, e si sgretolò in fretta nel momento in cui iniziano i conflitti con Ieyasu (la versione reale di Toranaga), e Yodo-no-Kata (la versione reale di Ochiba) decise di appoggiarlo, smascherando i complotti di Mitsunari (la versione reale di Ishido).
Yabushige è estremamente stupito da come si è dipanato il piano di Toranaga, che diventando Shōgun darà il via ad un’epoca di pace senza pari per il Giappone, l’era più nota della Storia del Paese: il Periodo Edo. Toranaga ha lottato per la sua sopravvivenza e per quella del suo popolo, ma anche per cambiare il suo Paese, migliorandolo come nazione attraverso l’istituzione del suo shogunato. Il Periodo Edo, come è noto, è stato un’epoca di pace e prosperità in un Paese che era stato devastato da guerre civili per centinaia di anni.
John Blackthorne ha mai lasciato il Giappone?
Blackthorne farà ritorno in Inghilterra, diventerà anziano come vediamo in quello che sembra una specie di flashforward in due momenti dell’episodio? Per rispondere a questa domanda è sufficiente leggere il titolo di questo episodio, A Dream of a Dream (“Il Sogno di un Sogno”). L’anziano John Blackthorne che vediamo sul letto di morte, circondato dai suoi nipoti e dai ricordi delle sue gesta, è una visione che crediamo non si avvererà mai, è il “sogno di un sogno” a cui si riferisce il titolo dell’episodio, qualcosa che non accadrà perché – come anche dice ad un certo punto Toranaga – il destino di Blackthorne non lo porterà via dal Giappone. Questa visione è il sogno di un giovane che guardava avanti a una possibile versione della sua vita, forse a qualcosa che desidera, ma non sa se questa potrà mai accadere nella realtà.
Quel sogno si frantuma quando Blackthorne prende la decisione di tentare il suicidio per protestare contro il trattamento di Toranaga verso gli abitanti del villaggio. È quello il momento in cui accetta di vivere e morire in quella che per lui inizialmente era solo una terra straniera, una terra di barbari. Nella visione Blackthorne aveva ancora in mano la croce di Mariko, mentre noi sappiamo che in realtà la donerà alle acque di Ajiro con le ceneri del marito e del figlio di Lady Fuji.
Il personaggio di Blackthorne è ispirato ad un navigatore realmente esistito, William Adams, che è diventato un consigliere fidato prima di Tokugawa Ieyasu (che come dicevamo è la versione realmente esistita di Toranaga) e poi di suo figlio Hidetada, contribuendo così alla creazione di rapporti commerciali con le nazioni protestanti europee.