Book Club - Tutto può succedere Recensione

Book Club - Tutto può succedere: la recensione della commedia sentimentale

26 marzo 2019
3.5 di 5
61

Diane Keaton, Jane Fonda, Candice Bergen e Mary Steenburgen ci insegnano che si può amare ed essere felici a qualsiasi età. Al cinema dal 4 aprile.

Book Club - Tutto può succedere: la recensione della commedia sentimentale

Se Carrie, Miranda, Charlotte e Samantha di Sex and the City avessero oltre sessant'anni e si trasferissero in blocco dalla tentacolare ed energetica New York all'assolata California, probabilmente sarebbero come Carol, Vivian, Diane e Sharon, le quattro amiche di lunga data di Book Club - Tutto può succedere, che una volta al mese si riuniscono per scambiarsi libri e discutere della propria vita sentimentale, sia essa bollente, piatta o praticamente inesistente. E la somiglianza non sarebbe da poco, perché entrambi i quartetti hanno la propria "romanticona", la cultrice del sesso senza amore, una donna di legge e una maestra di stile.

Ora, non sappiamo se la serie tv al femminile più famosa e fashion-victim di sempre sia fra le fonti di ispirazione di Bill Holderman, né se fra i suoi riferimenti figurino le sceneggiature di Nora Ephron o le recenti commedie sugli amori senili. Sta di fatto, però, che nel feel-good movie con Diane Keaton, Jane Fonda, Candice Bergen e Mary Steenburgen, gli echi di queste pietre miliari della commedia sentimentale e della categoria storie di solidarietà fra donne si sentono, e ci piace che sia così, e ci piace anche che il confronto con i mostri sacri si traduca in un più o meno consapevole omaggio, perché fare finta di niente sarebbe sciocco, soprattutto lavorando con attrici indissolubilmente legate al genere dagli inizi della propria carriera fino ai giorni nostri.

L'operazione citazione riesce bene al co-produttore dei film di Robert Redford alla sua prima prova registica, perché costui ha l'umiltà di mettere la propria scrittura e la propria macchina da presa a disposizione del "gioco" e della verve delle sue "girls", nonché del mito che ciascuna si è costruita intorno, un mito che non passa solamente per Io e Annie e Manhattan, o per la perfetta forma fisica dell'ex regina dell'aerobica, ma anche per la filosofia di vita che, in vecchiaia, sembra caratterizzarle.

Book Club, che pure celebra un libro che non è nella nostra top ten, e cioè "Cinquanta sfumature di Grigio", in fondo ribadisce il motto di Jane Fonda "Gli 80 sono i nuovi 20" e ci ricorda la sua indimenticabile affermazione: "Sono nel terzo atto della mia vita e posso assicurare che è il migliore". Che poi la vita non sempre somigli alle piacevoli sorprese che il destino ha in serbo per le protagoniste del film, è chiaro, così come è lampante che in contesti lontani dalla democratica America trovare un compagno di strada dopo i cinquanta sia difficile, visto che a una certa età le probabilità di diventare trasparenti aumentano di minuto in minuto, ma siamo in un film e al cinema sognare è lecito, anzi sacrosanto. E poi, nonostante la maggior parte di noi non abbia la possibilità di riunirsi in case dalle cucine super accessoriate e dagli ampi giardini a gustare Chardonnay in bicchieri panciuti, pensare ogni tanto di poterlo fare è cosa buona e giusta, e catartica.

Se l'esito delle varie love-story di Book Club è abbastanza scontato, e avremmo preferito un copione più anarchico, dobbiamo riconoscere che il percorso per arrivarci è spassoso e a suo modo perfino tenero, e che non si ride sempre alla stessa maniera. Diane Keaton è comica nella sua goffaggine, per esempio, mentre Candice Bergen è irresistibile nella sua intraprendenza, ed entrambe hanno accanto "spalle" eccellenti: Andy Garcia, Richard Dreyfuss, Wallace Shawn. Forse di uomini così adorabili ne esistono pochi, ma la quota maschi spregevoli, nel film, è comunque assicurata, in primis da un ex marito stupidotto che si tinge i capelli di un colore improbabile. E fra le risate, si fa strada anche la riflessione sulla vulnerabilità, sul rifiuto di un coinvolgimento emotivo per paura di non essere accettati per come si è. E si fa strada perfino una giusta celebrazione dell'amicizia, valore fondamentale e ancora di salvezza in tempi di vedovanze, "acciacchi" e mutandoni contenitivi al posto della biancheria di pizzo.

La buona notizia, ragazze, è che (e lo sapevamo già da Il diario di Bridget Jones) i mutandoni possono essere sexy, se supportati da grande simpatia e un pizzico di malizia, e che se si impara a ridere di sé e si è capaci di reinventarsi, la gioia può essere a portata di mano fino ai 100 anni. Certo, se si possiede un hotel a mille stelle come Vivian e si ha un ottimo chirurgo plastico, l'autostima ne esce rafforzata, ma la felicità può passare anche per un tailleur pantalone, un ballo di coppia, un bacio sui sedili di un'automobile, qualche ruga e una maschera per il viso, o addirittura una melensa festa di matrimonio.



  • Giornalista specializzata in interviste
  • Appassionata di cinema italiano e commedie sentimentali
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