Pride, cosa significa e perché è importante: dai diritti all’omobitransfobia - La Stampa

«Un’inutile carnevalata»: il Pride è spesso oggetto di critiche, descritto come un circo autoghettizante e controproducente per la stessa comunità che lo organizza. Alcuni sostengono che i bambini non dovrebbero neppure vederlo e si chiedono «perché ostentare?». Altri affermano che le persone omosessuali e transgender non siano più discriminate e c’è chi propone contro addirittura un «Etero Pride». Ma cosa rappresenta realmente un Pride e perché ha senso ancora oggi?

Il Pride ha origine dalle rivolte allo Stonewall In di New York. Nel giugno del 1969, le persone transgender e omosessuali iniziarono a protestare dopo l’ennesima retata della polizia nel bar dove la comunità si ritrovava. Una forma di lotta contro gli abusi per denunciare le disuguaglianze tra le persone. Nonostante siano stati fatti enormi progressi dai moti di Stonewall, grazie all’impegno delle associazioni lgbtq+ in tutto il mondo, il desiderio di esprimersi liberamente nello spazio pubblico testimonia una mancanza di sicurezza nelle strade a causa della violenza generata dall’odio omotransfobico.

La mancanza di gesti di affetto pubblico tra persone dello stesso sesso, soprattutto tra coppie di uomini, è una cartina al tornasole di questa insicurezza. Il Pride rappresenta la gioia di essere se stessi, magari assieme ad amiche e amici, ai propri genitori o alla famiglia di elezione. Come non essere fieri del resto, in questo giorno così speciale, di essere sopravvissuti nonostante secoli di oppressione?

Questo è l’anno dei diritti negati alle figlie e ai figli delle famiglie arcobaleno, della violenza istituzionale che persiste, delle botte a una persona transgender ad opera delle forze dell’ordine, delle aggressioni. Sono 133 nell’ultimo anno in Italia, culminati in tre omicidi e tre suicidi, secondo i dati di Arcigay e Ilga Europe.


Perché mai poi i minori dovrebbero essere esclusi dal Pride? Partecipando all’evento, avrebbero l’opportunità di vedere con i propri occhi che l’amore è amore, che ogni persona è diversa, sì, ma che dovrebbe essere uguale nei diritti, senza distinzioni di sesso, identità di genere e orientamento sessuale.

Negli ultimi anni, il Pride ha assunto un’ottica intersezionale, sposando la lotta contro il razzismo sistemico, la violenza di genere e maschile, l’abilismo diffuso, solo per citare alcuni obiettivi comuni nei documenti politici di una cinquantina di Pride che si stanno svolgendo in diverse Regioni italiane in questi giorni.


Spesso, i media focalizzano l’attenzione sugli aspetti più provocatori, concentrando l’attenzione sulla nudità e ipersessualizzando la marcia, piuttosto che sulle rivendicazioni. Ma non siamo tutti uguali, nemmeno noi giornalisti, e vogliamo testimoniarlo. Per queste ragioni, sabato 17 giugno, La Stampa sarà al Torino Pride con un proprio carro. Per celebrare il Torino Pride, la testata assumerà i colori dell’arcobaleno, simbolo delle battaglie Lgbtq+. Un segno emblematico di condivisione dei valori di uguaglianza e inclusione che si estenderà anche al sito e ai canali social.

Parteciperemo al Torino Pride ufficialmente e con orgoglio, sostenuti dall’azienda, con una delegazione composta da giornalisti, tecnici e dipendenti. Sarà la seconda volta che la redazione scende in piazza e lo farà a suon di musica. Sul carro del giornale, che attraverserà la città dalla periferia al centro, si intrecceranno generazioni e stili diversi della scena elettronica torinese. Ci saranno Edoardo Gelmi e Jacopo Cantore alias Riverside, duo torinese nato nel 2018. Il dj set vedrà ritornare insieme Ale Di Maggio e dj Vespa, e poi il progetto The Sweet Life Society nato dall’incontro dei due producer Gabriele Concas e Matteo Marini.

Ma l’impegno del quotidiano torinese va oltre. TorinoSette, il nostro settimanale di cultura e spettacoli, organizzerà l’evento «TorinoSette Live» questa sera all’Evergreen Fest al Parco della Tesoriera e su quel palco porterà anche i contenuti del Pride: la serata inizierà alle 21,30 e vedrà tanti alternarsi vari ospiti.

In continuità con lo scorso anno, La Stampa e TorinoSette realizzeranno magliette celebrative della marcia per i diritti, che saranno distribuite gratuitamente fino ad esaurimento scorte. Anche quest’anno La Stampa effettuerà una donazione a ToHousing, un progetto di accoglienza per persone Lgbtq+ in difficoltà, promosso dall'associazione Quore di Torino.

Partecipare a un Pride significa condividerne i valori, per questo organizzeremo corsi di formazione per comunicare in modo sempre più inclusivo. Un impegno che riflette la visione del direttore Massimo Giannini: «Ovunque ci sia un diritto negato, La Stampa c’è e ci sarà».


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