Russia, arrestati altri due giornalisti. “Lavorarono per “Navalny” - la Repubblica

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Russia, arrestati altri due giornalisti. “Lavorarono per “Navalny”

Russia, arrestati altri due giornalisti. “Lavorarono per “Navalny”
(ansa)

In manette un producer di Reuters e un videoreporter di Associated Press e Deutsche Well. Sono accusati di aver collaborato con la Fondazione anti-corruzione dell’oppositore morto in carcere, oggi etichettata come “estremista”

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MOSCA – La morte in carcere di Aleksej Navalny il 26 febbraio scorso non ha cambiato nulla. Chiunque in passato abbia lavorato con l’oppositore è a rischio. Le autorità russe non danno scampo. Dopo suo fratello Oleg e i suoi collaboratori, dopo i suoi avvocati e sostenitori, ora hanno preso di mira i giornalisti.

Nell’arco di poche ore, sono stati arrestati il producer freelance Konstantin Gabov e Sergej Karelin, videoreporter anche per la statunitense Associated Press e per l’emittente tedesca Deutsche Welle. Il primo nella capitale Mosca, il secondo a Murmansk, a Nord del Circolo Polare Artico.

Sono stati posti in detenzione cautelare per due mesi con la stessa accusa, negata da entrambi: “partecipazione a un’organizzazione estremista”. In passato avevano realizzato dei video per il canale YouTube “Navalny Live” di Fbk, la Fondazione anti-corruzione, che nel 2021 è stata dichiarata “estremista” e perciò messa al bando. Rischiano entrambi da due a sei anni di carcere.

Chi sono i due giornalisti arrestati

Gabov, detenuto a Mosca, è un producer freelance che ha lavorato per diverse testate, tra cui Reuters, Deutsche Welle e Current Time. Un video diffuso online mostra gli agenti dei servizi di sicurezza Fsb, mascherati e armati di fucili automatici, che irrompono nel suo appartamento e lo arrestano con la forza gridandogli di mettersi a terra, mentre il giornalista urla.

L’emittente tedesca Deutsche Welle ha confermato che in passato Gabov fosse stato un loro collaboratore da Mosca, mentre Reuters ha precisato che “Gabov è un giornalista freelance che in passato ha contribuito occasionalmente alle notizie della Reuters”, ma “al momento non lavora per Reuters”, aggiungendo che “i giornalisti devono essere liberi di riferire le notizie nell’interesse pubblico senza molestie o danni, ovunque si trovino”.

Stando ai media russi, una lettera trovata durante la perquisizione del suo appartamento dimostrerebbe che Gabov lavorava anche per Current Time di Radio Free Europe/RadioLiberty (Rfe/Rl), media con sede a Praga, finanziato dal Congresso degli Stati Uniti e anch’esso designato come “agente straniero”.

Karelin, 41 anni, ha la doppia cittadinanza russo-israeliana. Lavorava per numerosi media: l’agenzia di stampa statunitense Associated Press che si è detta “molto preoccupata” per la sua detenzione e, finché il Cremlino non l’ha messa al bando nel febbraio 2022, Deutsche Welle.

Il precedente di Antonina Favorskaja

A fine marzo, anche la fotoreporter Antonina Kravtsova, nome d’arte Antonina Favorskaja, è stata posta in detenzione cautelare per due mesi con la stessa accusa di estremismo. Favorskaja aveva seguito regolarmente i processi di Navalny per Sota, uno degli ultimi media russi che documentano la repressione politica dalla Russia, classificato come “agente straniero” dalle autorità.

Era stata lei a filmare l’ultimo videocollegamento di Navalny in aula il giorno prima che morisse in circostanze tutte da chiarire in una colonia penale nell’Artico. E il giorno prima del suo arresto aveva filmato una cerimonia commemorativa presso la tomba di Navalny nel cimitero Borisovskoe.

I più stretti collaboratori di Navalny vivono da tempo all’estero in esilio e sono stati condannati per diverse accuse in contumacia. Altri invece stanno scontando lunghe pene detentive, come l’ex capa del quartier generale di Navalny a Ufa, Lilija Chanysheva, la prima persona perseguita per estremismo per legami con Fbk: condannata l’anno scorso a sette anni e mezzo di carcere, pena che dopo la morte dell’oppositore è stata aumentata di due anni.

Dopo di lei, Ksenia Fadeeva e Vadim Ostanin, ex coordinatori dei quartieri generali di Navalny a Tomsk e Barnaul, erano stati poi condannati a nove anni, mentre otto anni sono stati comminati a Daniel Kholodny, direttore tecnico del canale “Navalny Live”.

Nel mirino anche avvocati e un prete

Ma le forze di sicurezza continuano a perseguire chiunque sia entrato in contatto, benché minimo, con Fbk. Il 27 marzo a Ufa è stata arrestata ad esempio Olga Komleva, per anni volontaria dell’organizzazione locale di Navalny, indagata dallo stesso investigatore che aveva aperto il caso contro Chanysheva.

Nei giorni scorsi, invece, per la prima volta dalla morte di Navalny, gli ex avvocati di Navalny arrestati lo scorso 13 ottobre, Aleksej Liptser , Vadim Kobzev e Igor Sergunin, sono apparsi in tribunale in un’udienza pubblica che ha confermato la loro detenzione.

La persecuzione coinvolge pure la Chiesa Russa Ortodossa. Il patriarca Kirill ha sospeso per tre anni Dmitrij Safronov, il sacerdote che il mese scorso aveva pronunciato un’orazione funebre per Navalny davanti alla sua tomba a un mese dalla sua morte. Safronov, inoltre, non potrà inoltre “indossare tonaca e croce”. “Le ragioni del divieto non sono indicate nel documento”, ha commentato su Telegram il team di Fbk. “Ma capiamo tutti il perché”.

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